L'art. 16 del D.L. 138/2011 obbliga i Comuni con popolazione fino a 1000 abitanti a gestire in forma associata "mediante un'unione di comuni" tutti i propri servizi e il D.D.L. Istituzione Città metropolitane del 26.7.2013 stabilisce che i Comuni con popolazione inferiore a 5000, o 3000 abitanti, se appartengono o sono appartenuti a comunità montane, sono tenuti a costituire Unioni di Comuni per l’esercizio obbligatoriamente associato delle funzioni fondamentali. Attualmente molti “piccoli comuni” alla luce dei numerosi e consistenti tagli delle entrate statali, hanno già messo in atto forme di associazionismo per la gestione di alcuni servizi pubblici (assistenziali, di riscossione tributaria…) nell’ottica dell’abbattimento dei costi della pubblica amministrazione e la quadratura dei bilanci comunali. La tesi che si propone è che lo sviluppo economico di tali aree a minore densità e consistenza demografica può realizzarsi solo in una chiave sussidiaria e territoriale, con una forte integrazione tra le diverse realtà. Pertanto la pianificazione intercomunale, soprattutto se supportata da incentivi finanziari premiali duraturi, può contribuire ad una nuova visione del territorio e del suo divenire che si affranca dalle frontiere amministrative e ridimensiona alcuni rischi quali l’incoerenza delle reti fisiche intercomunali, la caduta della qualità ambientale, la perdita di competitività.
Pianificazione associata e fusione dei Comuni : Il caso di Montoro / Sgobbo, Alessandro; L., Pellegrino. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - XXXXI:255(2014), pp. 22-23.
Pianificazione associata e fusione dei Comuni : Il caso di Montoro
SGOBBO, Alessandro;
2014
Abstract
L'art. 16 del D.L. 138/2011 obbliga i Comuni con popolazione fino a 1000 abitanti a gestire in forma associata "mediante un'unione di comuni" tutti i propri servizi e il D.D.L. Istituzione Città metropolitane del 26.7.2013 stabilisce che i Comuni con popolazione inferiore a 5000, o 3000 abitanti, se appartengono o sono appartenuti a comunità montane, sono tenuti a costituire Unioni di Comuni per l’esercizio obbligatoriamente associato delle funzioni fondamentali. Attualmente molti “piccoli comuni” alla luce dei numerosi e consistenti tagli delle entrate statali, hanno già messo in atto forme di associazionismo per la gestione di alcuni servizi pubblici (assistenziali, di riscossione tributaria…) nell’ottica dell’abbattimento dei costi della pubblica amministrazione e la quadratura dei bilanci comunali. La tesi che si propone è che lo sviluppo economico di tali aree a minore densità e consistenza demografica può realizzarsi solo in una chiave sussidiaria e territoriale, con una forte integrazione tra le diverse realtà. Pertanto la pianificazione intercomunale, soprattutto se supportata da incentivi finanziari premiali duraturi, può contribuire ad una nuova visione del territorio e del suo divenire che si affranca dalle frontiere amministrative e ridimensiona alcuni rischi quali l’incoerenza delle reti fisiche intercomunali, la caduta della qualità ambientale, la perdita di competitività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.