Palazzo Spinelli di Tarsia e la villa Carafa di Belvedere sono due esempi paradigmatici delle trasformazioni di quanto l’architettura, anche quella più innovativa all’atto della costruzione, sia destinata ad adattarsi ai bisogni di chi ne fa uso nel corso del suo ciclo di vita. Il testo è strutturato in tre capitoli: il primo introduce al tema delle residenziali nobiliari napoletane e traccia un confronto tra i due casi proposti, il secondo ed il terzo trattano rispettivamente del Palazzo Spinelli e della Villa Carafa. La costruzione di palazzo Tarsia avvenne tra il 1617 ed il 1619, mentre la villa Belvedere tra il 1671 ed il 1673. Il progettista del primo edificio venne prescelto dal nobile Giuseppe Vespasiano Spinelli tra gli esperti di fortificazioni, ma di buona scuola architettonica e tale era Orazio Gisolfo allievo di Giacomo Conforto; il progettista del secondo edificio è, invece, il monaco certosino Bonaventura Presti di origine bolognese incaricato da Ferdinando Vandeneynden. E’ sorprendente individuare i due edifici nelle rappresentazioni urbane seicentesche, riportate in questo volume, e scoprire che il risultato in entrambi i casi era stato quello di un’abitazione massiccia con torri e spazio aperto centrale! Successivamente, un secolo dopo, in epoca di grande rinnovamento di stile architettonico e di concezione urbana, i proprietari delle residenze Spinelli e Carafa si adeguarono ai tempi e trasformarono le loro proprietà in spettacolari gioielli architettonici. Domenico Antonio Vaccaro con grande maestria progettò il nuovo palazzo del Principe di Tarsia che, seppure incastonato nel fitto tessuto urbano, riecheggiava i criteri compositivi della Reggia di Portici con la corte passante, le terrazze, i dislivelli, i volumi di servizio ed i giardini. Diversa l’ubicazione della villa dei Principi di Belvedere che, intorno al 1730, trasformarono in “villa” ovvero in residenza extraurbana la propria abitazione, valorizzando gli ampi spazi esterni di pertinenza per integrare l’edificio nel paesaggio e creare prospettive ad effetto spettacolare. Mettere a confronto queste due architetture, arrivando fino ai giorni nostri col racconto delle trasformazioni intervenute, equivale ad attraversare la storia della città e dell’edilizia napoletana partendo dai più alti livelli qualitativi per giungere al degrado ed all‘oblio. Mettere a confronto palazzo Tarsia e villa Belvedere significa trattare due casi di studio di straordinario valore scientifico, per la ricchezza e la complessità della loro storia costruttiva e dell’evoluzione morfologica, che ci perviene però nascosto nell’avanzato degrado dello stesso edificio, nel caso del palazzo Tarsia ovvero offuscato nell’obliterazione del contesto paesaggistico, nel caso della villa Belvedere.

Architetture a confronto: Palazzo spinelli di Tarsia – Villa Carafa di Belvedere / Castelluccio, Roberto. - (2012), pp. 1-90.

Architetture a confronto: Palazzo spinelli di Tarsia – Villa Carafa di Belvedere

CASTELLUCCIO, ROBERTO
2012

Abstract

Palazzo Spinelli di Tarsia e la villa Carafa di Belvedere sono due esempi paradigmatici delle trasformazioni di quanto l’architettura, anche quella più innovativa all’atto della costruzione, sia destinata ad adattarsi ai bisogni di chi ne fa uso nel corso del suo ciclo di vita. Il testo è strutturato in tre capitoli: il primo introduce al tema delle residenziali nobiliari napoletane e traccia un confronto tra i due casi proposti, il secondo ed il terzo trattano rispettivamente del Palazzo Spinelli e della Villa Carafa. La costruzione di palazzo Tarsia avvenne tra il 1617 ed il 1619, mentre la villa Belvedere tra il 1671 ed il 1673. Il progettista del primo edificio venne prescelto dal nobile Giuseppe Vespasiano Spinelli tra gli esperti di fortificazioni, ma di buona scuola architettonica e tale era Orazio Gisolfo allievo di Giacomo Conforto; il progettista del secondo edificio è, invece, il monaco certosino Bonaventura Presti di origine bolognese incaricato da Ferdinando Vandeneynden. E’ sorprendente individuare i due edifici nelle rappresentazioni urbane seicentesche, riportate in questo volume, e scoprire che il risultato in entrambi i casi era stato quello di un’abitazione massiccia con torri e spazio aperto centrale! Successivamente, un secolo dopo, in epoca di grande rinnovamento di stile architettonico e di concezione urbana, i proprietari delle residenze Spinelli e Carafa si adeguarono ai tempi e trasformarono le loro proprietà in spettacolari gioielli architettonici. Domenico Antonio Vaccaro con grande maestria progettò il nuovo palazzo del Principe di Tarsia che, seppure incastonato nel fitto tessuto urbano, riecheggiava i criteri compositivi della Reggia di Portici con la corte passante, le terrazze, i dislivelli, i volumi di servizio ed i giardini. Diversa l’ubicazione della villa dei Principi di Belvedere che, intorno al 1730, trasformarono in “villa” ovvero in residenza extraurbana la propria abitazione, valorizzando gli ampi spazi esterni di pertinenza per integrare l’edificio nel paesaggio e creare prospettive ad effetto spettacolare. Mettere a confronto queste due architetture, arrivando fino ai giorni nostri col racconto delle trasformazioni intervenute, equivale ad attraversare la storia della città e dell’edilizia napoletana partendo dai più alti livelli qualitativi per giungere al degrado ed all‘oblio. Mettere a confronto palazzo Tarsia e villa Belvedere significa trattare due casi di studio di straordinario valore scientifico, per la ricchezza e la complessità della loro storia costruttiva e dell’evoluzione morfologica, che ci perviene però nascosto nell’avanzato degrado dello stesso edificio, nel caso del palazzo Tarsia ovvero offuscato nell’obliterazione del contesto paesaggistico, nel caso della villa Belvedere.
2012
9788860261649
Architetture a confronto: Palazzo spinelli di Tarsia – Villa Carafa di Belvedere / Castelluccio, Roberto. - (2012), pp. 1-90.
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