Il progetto di salvaguardia di New Gourna, il villaggio di “Architecture for the poor”, costruito “con la gente”1 da Hassan Fathy negli anni ’40, ha preso l’avvio nel 2010 su iniziativa dell’Unesco e del Governatorato di Luxor. Insediato ai confini della Valle dei Re, e pertanto incluso tra le aree dichiarate patrimonio dell’umanità, fu realizzato dal Dipartimento egiziano dei Beni Storici come soluzione per il reinserimento sociale di un’intera comunità di tombaroli stabilitisi autonomamente nella necropoli reale. Una duplice contingenza ha reso necessaria l’azione di tutela: lo stato di avanzato degrado ambientale e fisico in cui versa il villaggio e le mire di alcuni imprenditori del cosiddetto “ecoturismo”egiziano che hanno presentato progetti tesi al recupero in chiave turistico-ricettiva dell’insediamento. Le scelte strategiche sulla nuova destinazione del villaggio saranno, naturalmente, operate dagli organi politici del territorio, e non sono interessanti in questa sede, se non quella del ripristino delle destinazioni residenziali per i lotti che in origine avevano questa funzione. Le case rimarrano case, gli edifici pubblici ospiteranno nuove funzioni. L’interesse dell’opinione pubblica egiziana nella salvaguardia è forte, coincide con una tendenza al nuovo tradizionalismo che si è diffuso negli ultimi anni nella classe dell’alta e ricca borghesia egiziana.Affrontare il progetto di salvaguardia di New Gourna è operazione complessa, vuol dire quindi affrontare soprattutto una riflessione teorica sulle questioni metodologiche che quest’occasione pone, in particolare in relazione al progetto della casa contemporanea. Sono coinvolti temi generali e quanto mai attuali, raccolti sotto l’egida della sostenibilità. Fathy è stato uno dei maggiori antesignani del “fare”, pensare e costruire, architettura in questa direzione. Il suo insediamento ne è stato considerato un manifesto, per il legame con il sistema delle conoscenze tradizionali, per la reinterpretazione, nel processo progettuale, dei caratteri del luogo, per l’utilizzo delle tecniche e dei materiali locali, e per il processo progettuale che ha codificato, che lo ha portato ad una metodologia compositiva su base climatica. Il Saggio tenta di delineare un possibile filo di continuità con il suo lavoro nel progetto della casa contemporanea negli isolati residenziali di New Gourna.

Quale New Gourna dopo Hassan Fathy? La casa mediterranea nell’era della sostenibilità / Picone, Adelina. - (2011), pp. 1099-1108. (Intervento presentato al convegno PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE DI RETEVITRUVIO tenutosi a POLITECNICO DI BARI. FACOLTA' DI ARCHITETTURA nel 2-6 MAGGIO 2011).

Quale New Gourna dopo Hassan Fathy? La casa mediterranea nell’era della sostenibilità.

PICONE, Adelina
2011

Abstract

Il progetto di salvaguardia di New Gourna, il villaggio di “Architecture for the poor”, costruito “con la gente”1 da Hassan Fathy negli anni ’40, ha preso l’avvio nel 2010 su iniziativa dell’Unesco e del Governatorato di Luxor. Insediato ai confini della Valle dei Re, e pertanto incluso tra le aree dichiarate patrimonio dell’umanità, fu realizzato dal Dipartimento egiziano dei Beni Storici come soluzione per il reinserimento sociale di un’intera comunità di tombaroli stabilitisi autonomamente nella necropoli reale. Una duplice contingenza ha reso necessaria l’azione di tutela: lo stato di avanzato degrado ambientale e fisico in cui versa il villaggio e le mire di alcuni imprenditori del cosiddetto “ecoturismo”egiziano che hanno presentato progetti tesi al recupero in chiave turistico-ricettiva dell’insediamento. Le scelte strategiche sulla nuova destinazione del villaggio saranno, naturalmente, operate dagli organi politici del territorio, e non sono interessanti in questa sede, se non quella del ripristino delle destinazioni residenziali per i lotti che in origine avevano questa funzione. Le case rimarrano case, gli edifici pubblici ospiteranno nuove funzioni. L’interesse dell’opinione pubblica egiziana nella salvaguardia è forte, coincide con una tendenza al nuovo tradizionalismo che si è diffuso negli ultimi anni nella classe dell’alta e ricca borghesia egiziana.Affrontare il progetto di salvaguardia di New Gourna è operazione complessa, vuol dire quindi affrontare soprattutto una riflessione teorica sulle questioni metodologiche che quest’occasione pone, in particolare in relazione al progetto della casa contemporanea. Sono coinvolti temi generali e quanto mai attuali, raccolti sotto l’egida della sostenibilità. Fathy è stato uno dei maggiori antesignani del “fare”, pensare e costruire, architettura in questa direzione. Il suo insediamento ne è stato considerato un manifesto, per il legame con il sistema delle conoscenze tradizionali, per la reinterpretazione, nel processo progettuale, dei caratteri del luogo, per l’utilizzo delle tecniche e dei materiali locali, e per il processo progettuale che ha codificato, che lo ha portato ad una metodologia compositiva su base climatica. Il Saggio tenta di delineare un possibile filo di continuità con il suo lavoro nel progetto della casa contemporanea negli isolati residenziali di New Gourna.
2011
9788895612775
Quale New Gourna dopo Hassan Fathy? La casa mediterranea nell’era della sostenibilità / Picone, Adelina. - (2011), pp. 1099-1108. (Intervento presentato al convegno PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE DI RETEVITRUVIO tenutosi a POLITECNICO DI BARI. FACOLTA' DI ARCHITETTURA nel 2-6 MAGGIO 2011).
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