Il volume approfondisce le posizioni di importanti architetti contemporanei nei confronti di una particolare tipologia: il museo, sottolineando i differenti approcci che scaturiscono dal modo di affrontare la specificità del tema, dalla propria particolare poetica, dalle esperienze precedenti e dalla specificità posta dalla questione in esame tra cui le motivazioni esterne, intese queste come il rapporto con la città e l’influenza culturale della committenza. Ogni atto progettuale pone nell’operatore un risvolto d’inquietudine, determinato dalla particolarità del problema in studio, dal personale atteggiamento nei confronti di esso, dalla singolarità del momento culturale in atto e da quanto è stato fatto in passato in quella rispettiva tipologia. Trovare risposte adeguate ai propri interrogativi, persuadere la committenza della qualità del proprio lavoro, aggiudicarsi un concorso, sono tappe spesso assai impegnative ma tuttavia gratificanti quando si risolvono in maniera soddisfacente. Un conto è affrontare un tema progettuale inedito, dove conta la curiosità, lo stimolo, una certa fermezza nel conseguire lo scopo, altro conto è rivedere, riproporre la stessa tipologia, lo stesso tema, determinando un confronto con quello proprio trascorso, con i suoi esiti, con i dubbi ancora più pressanti, malgrado che l’averlo già una volta affrontato dovrebbe infondere una maggiore sicurezza. Ciò è ancora più vero per un tema, come quello del museo, fortemente indicatore di valori architettonici, dove il contenitore parrebbe acquietarsi, passare sotto silenzio, per affidare all’oggetto rappresentato il compito di dare sostanza allo spazio museale, specialmente per quanto attiene ai percorsi, ai luoghi espositivi, all’aura sprigionantesi dal reperto esposto, invitante alla sosta, all’osservazione, allo stimolo sedimentante le emozioni ricevute. Una problematica da affrontare, nella definizione progettuale di un museo, è la configurazione, funzionale e d’immagine, dovuta alla natura storica delle opere conservate. “Museo significa raccolta intenzionale, scelta, selezione; è critica in atto, fissazione di gerarchie di valori, storicizzazione” . Tutto questo si pone, pertanto, in dialettica con i temi dell’avanguardia, con l’apertura alla novità della sperimentazione, producente eventi d’arte che possono decadere o consumarsi in un breve periodo di tempo. Discende da quanto detto che un museo ospitante opere storicamente datate debba avere un carattere distributivo e formale differente da quello accogliente le proposte d’avanguardia. Una spazialità silente, distaccata, quella intonata alla storia; una spazialità in-formale, aperta, disincantata quella coinvolgente la sperimentazione. Altra questione, essenziale per l’identità dell’architetto, è il tema dello stile – della riconoscibilità propria del progettista mediante l’individuazione di particolari segni, nessi sintattici, riscontrabili nell’opera che gli si ascrive – da adottare nelle linee generali del proprio operare ed in quelle dove la particolarità del linguaggio si fa più ardua per la specificità della funzione richiesta e per la complessità della tipologia da richiamare.

I musei nella cultura architettonica contemporanea / Piemontese, Antonietta. - (2013), pp. 1-180.

I musei nella cultura architettonica contemporanea

PIEMONTESE, ANTONIETTA
2013

Abstract

Il volume approfondisce le posizioni di importanti architetti contemporanei nei confronti di una particolare tipologia: il museo, sottolineando i differenti approcci che scaturiscono dal modo di affrontare la specificità del tema, dalla propria particolare poetica, dalle esperienze precedenti e dalla specificità posta dalla questione in esame tra cui le motivazioni esterne, intese queste come il rapporto con la città e l’influenza culturale della committenza. Ogni atto progettuale pone nell’operatore un risvolto d’inquietudine, determinato dalla particolarità del problema in studio, dal personale atteggiamento nei confronti di esso, dalla singolarità del momento culturale in atto e da quanto è stato fatto in passato in quella rispettiva tipologia. Trovare risposte adeguate ai propri interrogativi, persuadere la committenza della qualità del proprio lavoro, aggiudicarsi un concorso, sono tappe spesso assai impegnative ma tuttavia gratificanti quando si risolvono in maniera soddisfacente. Un conto è affrontare un tema progettuale inedito, dove conta la curiosità, lo stimolo, una certa fermezza nel conseguire lo scopo, altro conto è rivedere, riproporre la stessa tipologia, lo stesso tema, determinando un confronto con quello proprio trascorso, con i suoi esiti, con i dubbi ancora più pressanti, malgrado che l’averlo già una volta affrontato dovrebbe infondere una maggiore sicurezza. Ciò è ancora più vero per un tema, come quello del museo, fortemente indicatore di valori architettonici, dove il contenitore parrebbe acquietarsi, passare sotto silenzio, per affidare all’oggetto rappresentato il compito di dare sostanza allo spazio museale, specialmente per quanto attiene ai percorsi, ai luoghi espositivi, all’aura sprigionantesi dal reperto esposto, invitante alla sosta, all’osservazione, allo stimolo sedimentante le emozioni ricevute. Una problematica da affrontare, nella definizione progettuale di un museo, è la configurazione, funzionale e d’immagine, dovuta alla natura storica delle opere conservate. “Museo significa raccolta intenzionale, scelta, selezione; è critica in atto, fissazione di gerarchie di valori, storicizzazione” . Tutto questo si pone, pertanto, in dialettica con i temi dell’avanguardia, con l’apertura alla novità della sperimentazione, producente eventi d’arte che possono decadere o consumarsi in un breve periodo di tempo. Discende da quanto detto che un museo ospitante opere storicamente datate debba avere un carattere distributivo e formale differente da quello accogliente le proposte d’avanguardia. Una spazialità silente, distaccata, quella intonata alla storia; una spazialità in-formale, aperta, disincantata quella coinvolgente la sperimentazione. Altra questione, essenziale per l’identità dell’architetto, è il tema dello stile – della riconoscibilità propria del progettista mediante l’individuazione di particolari segni, nessi sintattici, riscontrabili nell’opera che gli si ascrive – da adottare nelle linee generali del proprio operare ed in quelle dove la particolarità del linguaggio si fa più ardua per la specificità della funzione richiesta e per la complessità della tipologia da richiamare.
2013
I musei nella cultura architettonica contemporanea / Piemontese, Antonietta. - (2013), pp. 1-180.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/575170
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