Intorno al verismo musicale è stata prodotta non poca letteratura musicologica, sia in tempi addietro sia in anni più recenti: saggi, articoli e — soprattutto — atti di molteplici convegni tenuti sui maggiori esponenti della cosiddetta 'Giovane Scuola' (Mascagni, Leoncavallo, Cilea e Giordano) o sulle loro opere più importanti (Cavalleria rusticana e Pagliacci su tutte). Ad oggi, però, manca sull'argomento un lavoro monografico capace di sintetizzare e superare i risultati necessariamente parziali di tali variegate ricerche, così permettendo di osservare questo fenomeno della storia della musica integralmente, dai libretti alla messinscena musicale, dal contesto produttivo a quello recettivo. Manca, inoltre, una monografia che parli di verismo musicale senza alcuna lente deformante, senza il filtro ideologico di chi sostiene “a spada tratta” o denigra pregiudizievolmente uno stile operistico da subito risultato molto controverso sul piano della critica. Questo libro, dunque, si propone di colmare tali lacune, cercando di fare un po’ di chiarezza intorno a uno degli eventi più noti e dibattuti di un passato storico-musicale non così remoto. Il volume prevede una suddivisione in due parti, nell'intento di raccontare ed inquadrare storicamente il verismo musicale da un lato e, dall'altro, di fornire al lettore un riscontro concreto delle conclusioni di tipo storico attraverso esempi estratti dalle partiture. Pertanto nella prima parte, di taglio storiografico, è inizialmente proposta una sintetica descrizione del verismo musicale, con una discussione intorno alle problematiche ancora aperte su questo stile. È poi ricostruita l’idea coeva di verismo musicale, al fine di oltrepassare la parzialità di molte letture contemporanee: dallo spoglio delle riviste musicali ed artistiche del tempo affiorano dati sorprendenti, come il fatto che alla data del 1890 (l’anno di Cavalleria rusticana, primo melodramma verista) critici ed estetici stavano discutendo già da tempo circa la possibilità di una realizzazione musicale della poetica verista. È inoltre ripercorsa la nascita della 'Giovane Scuola', i suoi legami con lo stile verista, il suo ruolo nella storia dell’opera di fine Ottocento, ma anche le finalità promozionali di quella che nelle strategie di Sonzogno (il maggiore editore di melodrammi veristi) fu una vera e propria “etichetta” editoriale. In un’appendice alla prima parte, infine, sono trascritti molteplici articoli e saggi critici del tempo, documenti d’archivio mai portati alla luce e fondamentali per l’esatta comprensione del verismo in musica. Nella seconda parte, più specificamente analitico-musicale, il lavoro storiografico trova un’immediata e concreta rispondenza nell'analisi delle partiture. Una breve introduzione delucida i criteri analitici e spiega le ragioni che hanno spinto a selezionare determinate opere dal corposo repertorio verista. A tre melodrammi sono dedicate analisi specifiche (Cavalleria rusticana, Pagliacci, Mala vita), ma in un ultimo paragrafo l’orizzonte analitico è allargato a opere spesso sconosciute e mai oggetto di studio (La Tilda, Maruzza, Il Birichino), eppure degne di considerazione per una serie di ragioni critiche e storiche che il lettore avrà avuto modo di cogliere nella prima parte.

Il verismo musicale / Ruberti, Giorgio. - (2011).

Il verismo musicale

RUBERTI, GIORGIO
2011

Abstract

Intorno al verismo musicale è stata prodotta non poca letteratura musicologica, sia in tempi addietro sia in anni più recenti: saggi, articoli e — soprattutto — atti di molteplici convegni tenuti sui maggiori esponenti della cosiddetta 'Giovane Scuola' (Mascagni, Leoncavallo, Cilea e Giordano) o sulle loro opere più importanti (Cavalleria rusticana e Pagliacci su tutte). Ad oggi, però, manca sull'argomento un lavoro monografico capace di sintetizzare e superare i risultati necessariamente parziali di tali variegate ricerche, così permettendo di osservare questo fenomeno della storia della musica integralmente, dai libretti alla messinscena musicale, dal contesto produttivo a quello recettivo. Manca, inoltre, una monografia che parli di verismo musicale senza alcuna lente deformante, senza il filtro ideologico di chi sostiene “a spada tratta” o denigra pregiudizievolmente uno stile operistico da subito risultato molto controverso sul piano della critica. Questo libro, dunque, si propone di colmare tali lacune, cercando di fare un po’ di chiarezza intorno a uno degli eventi più noti e dibattuti di un passato storico-musicale non così remoto. Il volume prevede una suddivisione in due parti, nell'intento di raccontare ed inquadrare storicamente il verismo musicale da un lato e, dall'altro, di fornire al lettore un riscontro concreto delle conclusioni di tipo storico attraverso esempi estratti dalle partiture. Pertanto nella prima parte, di taglio storiografico, è inizialmente proposta una sintetica descrizione del verismo musicale, con una discussione intorno alle problematiche ancora aperte su questo stile. È poi ricostruita l’idea coeva di verismo musicale, al fine di oltrepassare la parzialità di molte letture contemporanee: dallo spoglio delle riviste musicali ed artistiche del tempo affiorano dati sorprendenti, come il fatto che alla data del 1890 (l’anno di Cavalleria rusticana, primo melodramma verista) critici ed estetici stavano discutendo già da tempo circa la possibilità di una realizzazione musicale della poetica verista. È inoltre ripercorsa la nascita della 'Giovane Scuola', i suoi legami con lo stile verista, il suo ruolo nella storia dell’opera di fine Ottocento, ma anche le finalità promozionali di quella che nelle strategie di Sonzogno (il maggiore editore di melodrammi veristi) fu una vera e propria “etichetta” editoriale. In un’appendice alla prima parte, infine, sono trascritti molteplici articoli e saggi critici del tempo, documenti d’archivio mai portati alla luce e fondamentali per l’esatta comprensione del verismo in musica. Nella seconda parte, più specificamente analitico-musicale, il lavoro storiografico trova un’immediata e concreta rispondenza nell'analisi delle partiture. Una breve introduzione delucida i criteri analitici e spiega le ragioni che hanno spinto a selezionare determinate opere dal corposo repertorio verista. A tre melodrammi sono dedicate analisi specifiche (Cavalleria rusticana, Pagliacci, Mala vita), ma in un ultimo paragrafo l’orizzonte analitico è allargato a opere spesso sconosciute e mai oggetto di studio (La Tilda, Maruzza, Il Birichino), eppure degne di considerazione per una serie di ragioni critiche e storiche che il lettore avrà avuto modo di cogliere nella prima parte.
2011
9788870966589
Il verismo musicale / Ruberti, Giorgio. - (2011).
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Il verismo musicale

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/570167
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