Lo studio ricostruisce la struttura delle emissioni frazionarie della zecca di Taranto nel corso del V secolo a. C., rimasta sinora inedita. Peculiare risulta l’articolazione interna di tale segmento monetario, che lo colloca in un situazione di allineamento, ma al tempo stesso di autonomia dal panorama acheo.E’, infatti, singolare l’immediata compresenza di nominali riferibili non solo all’obolo, ma anche alla litra siceliota, fattore del tutto eccezionale in Magna Grecia, che conferisce un carattere “misto” al sistema. Prende corpo la fisionomia di una moneta estremamente duttile e versatile, in cui si incrociano orientamenti diversi sia nella strutturazione di base per la contrapposizione tra l’allineamento al piede ponderale acheo e un criterio di frazionamento impostato fondamentalmente sulla divisione binaria, sia nella scelta dei divisionali. Nell’orizzonte siceliota s’incardina la litra con le sue frazioni, che costituisce il fil rouge che percorre l’intera monetazione. Il contatto di Taranto con la Sicilia è fenomeno di un certo spessore che ha avvio dall’inizio del V sec. a.C. coinvolgendo a livello monetale piani diversi, come testimoniano sintonie sul piano formale, che riguardano la sfera culturale o contatti diretti attestati dalle riconiazioni di stateri tarantini su monete siceliote o dall’altrettanto precoce proiezione della valuta tarantina più antica sul versante tirrenico lungo una direttrice, che passando per la piana lametina, in questo momento in orbita crotoniate, arriva sino all’area reggina, riflettendo un percorso di rapporti che emergono sul piano storico nell’alleanza con Reggio culminando nel 473/2 nella richiesta di aiuto contro le popolazioni iapigie e che risulta in perfetta consonanza con l’interesse di Crotone verso la coalizione calcidese- punica. Nel contempo l’orientamento verso la Magna Grecia emerge nelle scelte dei divisionali lega ti all’obolo, che si muovono in sintonia con le opzioni delle zecche achee - Terina, Crotone, Caulonia, Thurii e Metaponto, ma anche con quelle delle città del versante tirrenico da Velia sino a Cuma e Neapolis. Ma è Metaponto a far trasparire un interesse specifico se non un rapporto privilegiato con Taranto, a cui segue Heraklea con la quale la natura del contatto si tramuta in un’influenza diretta Nella prospettiva interna, dietro questo articolato e diversificato sistema di divisionali si prefigura l’intersecarsi di processi di crescita e di consolidamento del mercato cittadino con l’incremento dei servizi, che richiedono una ricca articolazione dello strumento monetario.

Le frazioni d'argento della monetazione di Taranto nel V secolo a.C / MAGLIANO TALIERCIO, Marina. - (2013), pp. 53-76. (Intervento presentato al convegno La monetazione di Taranto. Le monete degli Ostrogoti e dei Longobardi in Italia tenutosi a Bari nel 16-17 novembre 2012).

Le frazioni d'argento della monetazione di Taranto nel V secolo a.C.

MAGLIANO TALIERCIO, MARINA
2013

Abstract

Lo studio ricostruisce la struttura delle emissioni frazionarie della zecca di Taranto nel corso del V secolo a. C., rimasta sinora inedita. Peculiare risulta l’articolazione interna di tale segmento monetario, che lo colloca in un situazione di allineamento, ma al tempo stesso di autonomia dal panorama acheo.E’, infatti, singolare l’immediata compresenza di nominali riferibili non solo all’obolo, ma anche alla litra siceliota, fattore del tutto eccezionale in Magna Grecia, che conferisce un carattere “misto” al sistema. Prende corpo la fisionomia di una moneta estremamente duttile e versatile, in cui si incrociano orientamenti diversi sia nella strutturazione di base per la contrapposizione tra l’allineamento al piede ponderale acheo e un criterio di frazionamento impostato fondamentalmente sulla divisione binaria, sia nella scelta dei divisionali. Nell’orizzonte siceliota s’incardina la litra con le sue frazioni, che costituisce il fil rouge che percorre l’intera monetazione. Il contatto di Taranto con la Sicilia è fenomeno di un certo spessore che ha avvio dall’inizio del V sec. a.C. coinvolgendo a livello monetale piani diversi, come testimoniano sintonie sul piano formale, che riguardano la sfera culturale o contatti diretti attestati dalle riconiazioni di stateri tarantini su monete siceliote o dall’altrettanto precoce proiezione della valuta tarantina più antica sul versante tirrenico lungo una direttrice, che passando per la piana lametina, in questo momento in orbita crotoniate, arriva sino all’area reggina, riflettendo un percorso di rapporti che emergono sul piano storico nell’alleanza con Reggio culminando nel 473/2 nella richiesta di aiuto contro le popolazioni iapigie e che risulta in perfetta consonanza con l’interesse di Crotone verso la coalizione calcidese- punica. Nel contempo l’orientamento verso la Magna Grecia emerge nelle scelte dei divisionali lega ti all’obolo, che si muovono in sintonia con le opzioni delle zecche achee - Terina, Crotone, Caulonia, Thurii e Metaponto, ma anche con quelle delle città del versante tirrenico da Velia sino a Cuma e Neapolis. Ma è Metaponto a far trasparire un interesse specifico se non un rapporto privilegiato con Taranto, a cui segue Heraklea con la quale la natura del contatto si tramuta in un’influenza diretta Nella prospettiva interna, dietro questo articolato e diversificato sistema di divisionali si prefigura l’intersecarsi di processi di crescita e di consolidamento del mercato cittadino con l’incremento dei servizi, che richiedono una ricca articolazione dello strumento monetario.
2013
9788880992059
Le frazioni d'argento della monetazione di Taranto nel V secolo a.C / MAGLIANO TALIERCIO, Marina. - (2013), pp. 53-76. (Intervento presentato al convegno La monetazione di Taranto. Le monete degli Ostrogoti e dei Longobardi in Italia tenutosi a Bari nel 16-17 novembre 2012).
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