La civiltà dell’abitare si è manifestata al suo più alto livello proprio nella città, definita non a torto da Claude Levi-Strauss «la cosa umana per eccellenza». Nella forma urbis delle città contemporanee si è sedimentata una struttura fisica dello spazio costruito, unitamente ad una costellazione immateriale di valori culturali e di simboli collettivi che orienta la convivenza civile. Per rispondere alle esigenze della contemporaneità le grandi città hanno attuato articolati processi di modificazione strutturali che si caratterizzano per l’innescarsi di un sistema di azioni attuate all’interno di un variamente definito quadro di riferimenti integrati. Il vuoto urbano è dunque la porzione di spazio che più si presta ad essere trasformato nella sua configurazione. In conseguenza, per descrivere tali trasformazioni i codici grafici– anche nel dominio digitale – hanno contribuito a definire specifiche modalità di presentazione, pur non avendo esaurito, certo, l’impulso a possibili sviluppi in materia. Di contro, tuttavia, un parimenti coerente ed esteso approfondimento circa la definizione di un impianto descrittivo per la valutazione delle modifiche urbane ipogee non ha seguito un medesimo iter di definizione formale e comunicativo. E ciò è tanto più significativo se relazionato alle evolute modalità di modellazione solida e costruzione di sistemi informativi della città ed il territorio. Parallelamente, si constata che non di rado gli organismi ipogei realizzati in corrispondenza di vuoti urbani superficiali sono a servizio di strutture ed infrastrutture per il trasporto pubblico ed in questo quadro sono spesso descritti unicamente alla stregua di nodi simbolici in un sistema connettivo che dà scarso o nullo peso alla materialità ed alla qualità di tali volumi, che divengono quindi avulsi dalla concretezza della rete che li connette, dalla complessiva immagine urbana e dalle relazioni col tessuto di superficie. Con lo scopo di tendere ad una convergenza nella costruzione di un apparato descrittivo e percettivamente immersivo per l’analisi delle architetture ipogee delle opere di trasporto, in questa sede si vuole delineare il Progetto di ricerca in corso su tale tema, esemplificato dallo studio condotto su specifici ambiti urbani della città di Napoli che sono oggetto di significative modificazioni multilivello, per delineare una procedura di rappresentazione dello spessore urbano e per definire la più attuale e pregnante immagine urbana

La città contemporanea e le architetture ipogee. Percezione e rappresentazione / Papa, LIA MARIA; D'Agostino, Pierpaolo. - (2012), pp. 1189-1199. (Intervento presentato al convegno Giornata Internazionale di Studio “Abitare il nuovo/abitare ai tempi della crisi” tenutosi a Napoli nel 12-13 dicembre 2012).

La città contemporanea e le architetture ipogee. Percezione e rappresentazione

PAPA, LIA MARIA;D'AGOSTINO, PIERPAOLO
2012

Abstract

La civiltà dell’abitare si è manifestata al suo più alto livello proprio nella città, definita non a torto da Claude Levi-Strauss «la cosa umana per eccellenza». Nella forma urbis delle città contemporanee si è sedimentata una struttura fisica dello spazio costruito, unitamente ad una costellazione immateriale di valori culturali e di simboli collettivi che orienta la convivenza civile. Per rispondere alle esigenze della contemporaneità le grandi città hanno attuato articolati processi di modificazione strutturali che si caratterizzano per l’innescarsi di un sistema di azioni attuate all’interno di un variamente definito quadro di riferimenti integrati. Il vuoto urbano è dunque la porzione di spazio che più si presta ad essere trasformato nella sua configurazione. In conseguenza, per descrivere tali trasformazioni i codici grafici– anche nel dominio digitale – hanno contribuito a definire specifiche modalità di presentazione, pur non avendo esaurito, certo, l’impulso a possibili sviluppi in materia. Di contro, tuttavia, un parimenti coerente ed esteso approfondimento circa la definizione di un impianto descrittivo per la valutazione delle modifiche urbane ipogee non ha seguito un medesimo iter di definizione formale e comunicativo. E ciò è tanto più significativo se relazionato alle evolute modalità di modellazione solida e costruzione di sistemi informativi della città ed il territorio. Parallelamente, si constata che non di rado gli organismi ipogei realizzati in corrispondenza di vuoti urbani superficiali sono a servizio di strutture ed infrastrutture per il trasporto pubblico ed in questo quadro sono spesso descritti unicamente alla stregua di nodi simbolici in un sistema connettivo che dà scarso o nullo peso alla materialità ed alla qualità di tali volumi, che divengono quindi avulsi dalla concretezza della rete che li connette, dalla complessiva immagine urbana e dalle relazioni col tessuto di superficie. Con lo scopo di tendere ad una convergenza nella costruzione di un apparato descrittivo e percettivamente immersivo per l’analisi delle architetture ipogee delle opere di trasporto, in questa sede si vuole delineare il Progetto di ricerca in corso su tale tema, esemplificato dallo studio condotto su specifici ambiti urbani della città di Napoli che sono oggetto di significative modificazioni multilivello, per delineare una procedura di rappresentazione dello spessore urbano e per definire la più attuale e pregnante immagine urbana
2012
9788884972361
La città contemporanea e le architetture ipogee. Percezione e rappresentazione / Papa, LIA MARIA; D'Agostino, Pierpaolo. - (2012), pp. 1189-1199. (Intervento presentato al convegno Giornata Internazionale di Studio “Abitare il nuovo/abitare ai tempi della crisi” tenutosi a Napoli nel 12-13 dicembre 2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/563724
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