Veniamo da anni in cui la casa sembrava identificarsi con l’opulenza e l’ostentazione. Oggi invece la necessità di riduzione dei costi fa da apripista ad una nuova semplicità che si manifesta attraverso ricerche sulla contrazione degli ingombri e l’integrazione di funzioni che rimandano ai principi dell’ existenzminimum, ed alle origini culturali del pensiero razionalista. La storia è nota: alla fine del primo conflitto mondiale, la necessità di soddisfare la crescente domanda di alloggi, pose le basi per una ricerca sulla ottimizzazione degli spazi domestici, col fine di ridurre le dimensioni minime degli alloggi e, conseguentemente, i costi, in modo da garantire una residenza adeguata alle crescenti masse urbane vittime della devastante crisi post bellica. Capofila di tali ricerche fu Francoforte. La città, infatti, in conseguenza del collasso economico seguito alla Grande Guerra dovette far fronte ad una depressione economica senza precedenti che causò enormi problemi sociali soprattutto nelle periferie operaie. Nel 1925 il nuovo assessore all’urbanistica, l’architetto Ernest May, come reazione alla drammatica situazione di quegli anni, promosse un piano per l’ “unità d’abitazione minima”. L’esito produttivo più noto delle ricerche progettuali sul tema fu la cosiddetta “Cucina di Francoforte” che, basandosi sugli studi espressi da Christine Frederick nel suo The New Housekeeping, diede luogo a soluzioni industrializzate poi riprodotte in serie da grandi aziende. Gli stessi concetti ergonomici, per cui l’unità di riferimento del dimensionamento razionale dell’alloggio si identifica con le misure proprie del corpo umano che si muove nello spazio, furono in quegli anni applicati alle diverse funzioni dello spazio domestico, generando il concetto di standard. Nei sanitari disegnati nel 1927 da Ferninand Kramer per Buderus di Hirzenhain , ad esempio, la forma della vasca è progettata per la posizione assisa, che richiede meno spazio di ingombro della posizione allungata, ottenendo un importante fattore di economia spaziale nelle “case minime”. Ma, proprio nel nome della nuova concretezza dei bisogni che sembra investire i nostri anni, è possibile ritrovare nell’attuale produzione traccia delle ricerche che hanno alimentato i principi dell’architettura razionalista intorno al tema dell’Existenzminimum? Si, certamente, se evitiamo anacronistiche analogie con l’austerità estetica con cui l’ Existenzminimum si è manifestato nei primi decenni del secolo scorso. Le affinità vanno piuttosto individuate intorno ai comuni obiettivi che hanno guidato, allora come attualmente, il percorso verso una produzione razionale che riesca a conciliare benessere ed igiene nell’ambiente domestico.

Igiene e benessere: la ricerca di una nuova semplicità/ hygiene and wellness: the search for a new simplicity / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - n.°130 anno XXIV 2013 settembre/ottobre(2013), pp. II-V.

Igiene e benessere: la ricerca di una nuova semplicità/ hygiene and wellness: the search for a new simplicity

MORONE, ALFONSO
2013

Abstract

Veniamo da anni in cui la casa sembrava identificarsi con l’opulenza e l’ostentazione. Oggi invece la necessità di riduzione dei costi fa da apripista ad una nuova semplicità che si manifesta attraverso ricerche sulla contrazione degli ingombri e l’integrazione di funzioni che rimandano ai principi dell’ existenzminimum, ed alle origini culturali del pensiero razionalista. La storia è nota: alla fine del primo conflitto mondiale, la necessità di soddisfare la crescente domanda di alloggi, pose le basi per una ricerca sulla ottimizzazione degli spazi domestici, col fine di ridurre le dimensioni minime degli alloggi e, conseguentemente, i costi, in modo da garantire una residenza adeguata alle crescenti masse urbane vittime della devastante crisi post bellica. Capofila di tali ricerche fu Francoforte. La città, infatti, in conseguenza del collasso economico seguito alla Grande Guerra dovette far fronte ad una depressione economica senza precedenti che causò enormi problemi sociali soprattutto nelle periferie operaie. Nel 1925 il nuovo assessore all’urbanistica, l’architetto Ernest May, come reazione alla drammatica situazione di quegli anni, promosse un piano per l’ “unità d’abitazione minima”. L’esito produttivo più noto delle ricerche progettuali sul tema fu la cosiddetta “Cucina di Francoforte” che, basandosi sugli studi espressi da Christine Frederick nel suo The New Housekeeping, diede luogo a soluzioni industrializzate poi riprodotte in serie da grandi aziende. Gli stessi concetti ergonomici, per cui l’unità di riferimento del dimensionamento razionale dell’alloggio si identifica con le misure proprie del corpo umano che si muove nello spazio, furono in quegli anni applicati alle diverse funzioni dello spazio domestico, generando il concetto di standard. Nei sanitari disegnati nel 1927 da Ferninand Kramer per Buderus di Hirzenhain , ad esempio, la forma della vasca è progettata per la posizione assisa, che richiede meno spazio di ingombro della posizione allungata, ottenendo un importante fattore di economia spaziale nelle “case minime”. Ma, proprio nel nome della nuova concretezza dei bisogni che sembra investire i nostri anni, è possibile ritrovare nell’attuale produzione traccia delle ricerche che hanno alimentato i principi dell’architettura razionalista intorno al tema dell’Existenzminimum? Si, certamente, se evitiamo anacronistiche analogie con l’austerità estetica con cui l’ Existenzminimum si è manifestato nei primi decenni del secolo scorso. Le affinità vanno piuttosto individuate intorno ai comuni obiettivi che hanno guidato, allora come attualmente, il percorso verso una produzione razionale che riesca a conciliare benessere ed igiene nell’ambiente domestico.
2013
Igiene e benessere: la ricerca di una nuova semplicità/ hygiene and wellness: the search for a new simplicity / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - n.°130 anno XXIV 2013 settembre/ottobre(2013), pp. II-V.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/561822
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