L'autrice E. Spagnoli pubblica 3 ripostigli inediti rinvenuti da zone liminari della piana lametina: da Acquafredda, contrada Polveracchio (noto come Sambiase); da Santo Stefano di Rogliano, nel distretto settentrionale ggravitante intorno al fiume Savuto, e da Curinga, in quello meridionale compreso tra l'Angitola e l'Amato. La natura 'eccezionale' di questi ripostigli monetali investe aspetti diversi. Risaltano in primo luogo, il dato cronologico sotto il profilo della precocità (età arcaica) e la entità cospicua della composizione, che, ammontando nei due contesti più antichi, ad alcune centinaia di esemplari, restituisce un'ampia documentazione delle fasi incuse delle principali monetazioni magnogreche, rappresentando una base imprenscindibile per lo studio di queste valute. Lo studio di questi materiali si viene a porre in una importante fase della ricerca archeologica sul territorio, che, all'indomani della puntualizzazione topografica dei centri di Temesa e Terina, vede l'avvio e lo sviluppo di indagini sistematiche in campo storico, archeologico, numismatico, epigrafico, contribuendo ad offrire alla conoscenza e alla speculazione contesti per loro natura omogenei e 'chiusi'. Lo studio configura l'area lametina come uno dei poli terminali di afflusso delle valute delle valute dell'Italia meridionale con funzioni diversificate nei vari periodi e nei singoli contesti. In particolare i due ripostigli di 'Sambiase' e Curinga, aiutano a circoscrivere l'inquadramento strutturale delle prime emissioni monetali in Magna Grecia. L'autrice M.Taliercio pubblica 3 ripostigli inediti rinvenuti nella piana lametina. I due più antichi, chiusi all’inizio del IV sec.a.C., provengono da contrade diverse- Bosco Amatello e Gizzeria -di uno stesso insediamento che contribuiscono ad identificare con Terina per l’alta attestazione della moneta della colonia. Nel primo caso si affrontano le problematiche legate alla fisionomia del gruzzolo di tesaurizzazione per la lunga stratificazione cronologica della documentazione, cospicua e variegata, che nel trovare puntuale riscontro in altri contesti monetari locali e nell’inserirsi nelle direttrici di diffusione delle singole valute, assume il ruolo non trascurabile di fonte di informazione sui movimenti monetari dell’area e sui contatti con altre città greche. Con il gruzzolo di Gizzeria si affrontano le problematiche sollevate dalla eccezionale composizione – esclusivamente divisionali di argento e di bronzo italioti e sicelioti- che riguardano la diffusione della valuta enea in Magna Grecia nella seconda metà del V sec.a.C., i fenomeni di integrazione valutaria che coinvolgono l’ambito italiota con significative estensioni alla Sicilia orientale, l’uso e la funzione della moneta frazionaria con le implicazioni sotto il profilo della strutturazione socio-economica della comunità locale. Con il ripostiglio di Grimaldi nel distretto settentrionale gravitante intorno al Savuto e chiuso all’inizio del III sec. a.C., le problematiche si spostano all’ambito indigeno, in particolare brettio definendo, alla luce di articolati circuiti di diffusione di valute italiote sia di alto che di basso taglio, la funzione di area di “ accumulo” di beni in relazione alle potenzialità del territorio, i rapporti tra Greci e Indigeni e tra città e campagna.

Ripostigli dalla piana lametina / Spagnoli, Emanuela; MAGLIANO TALIERCIO, Marina. - STAMPA. - (2004), pp. 11-133.

Ripostigli dalla piana lametina

SPAGNOLI, Emanuela;MAGLIANO TALIERCIO, MARINA
2004

Abstract

L'autrice E. Spagnoli pubblica 3 ripostigli inediti rinvenuti da zone liminari della piana lametina: da Acquafredda, contrada Polveracchio (noto come Sambiase); da Santo Stefano di Rogliano, nel distretto settentrionale ggravitante intorno al fiume Savuto, e da Curinga, in quello meridionale compreso tra l'Angitola e l'Amato. La natura 'eccezionale' di questi ripostigli monetali investe aspetti diversi. Risaltano in primo luogo, il dato cronologico sotto il profilo della precocità (età arcaica) e la entità cospicua della composizione, che, ammontando nei due contesti più antichi, ad alcune centinaia di esemplari, restituisce un'ampia documentazione delle fasi incuse delle principali monetazioni magnogreche, rappresentando una base imprenscindibile per lo studio di queste valute. Lo studio di questi materiali si viene a porre in una importante fase della ricerca archeologica sul territorio, che, all'indomani della puntualizzazione topografica dei centri di Temesa e Terina, vede l'avvio e lo sviluppo di indagini sistematiche in campo storico, archeologico, numismatico, epigrafico, contribuendo ad offrire alla conoscenza e alla speculazione contesti per loro natura omogenei e 'chiusi'. Lo studio configura l'area lametina come uno dei poli terminali di afflusso delle valute delle valute dell'Italia meridionale con funzioni diversificate nei vari periodi e nei singoli contesti. In particolare i due ripostigli di 'Sambiase' e Curinga, aiutano a circoscrivere l'inquadramento strutturale delle prime emissioni monetali in Magna Grecia. L'autrice M.Taliercio pubblica 3 ripostigli inediti rinvenuti nella piana lametina. I due più antichi, chiusi all’inizio del IV sec.a.C., provengono da contrade diverse- Bosco Amatello e Gizzeria -di uno stesso insediamento che contribuiscono ad identificare con Terina per l’alta attestazione della moneta della colonia. Nel primo caso si affrontano le problematiche legate alla fisionomia del gruzzolo di tesaurizzazione per la lunga stratificazione cronologica della documentazione, cospicua e variegata, che nel trovare puntuale riscontro in altri contesti monetari locali e nell’inserirsi nelle direttrici di diffusione delle singole valute, assume il ruolo non trascurabile di fonte di informazione sui movimenti monetari dell’area e sui contatti con altre città greche. Con il gruzzolo di Gizzeria si affrontano le problematiche sollevate dalla eccezionale composizione – esclusivamente divisionali di argento e di bronzo italioti e sicelioti- che riguardano la diffusione della valuta enea in Magna Grecia nella seconda metà del V sec.a.C., i fenomeni di integrazione valutaria che coinvolgono l’ambito italiota con significative estensioni alla Sicilia orientale, l’uso e la funzione della moneta frazionaria con le implicazioni sotto il profilo della strutturazione socio-economica della comunità locale. Con il ripostiglio di Grimaldi nel distretto settentrionale gravitante intorno al Savuto e chiuso all’inizio del III sec. a.C., le problematiche si spostano all’ambito indigeno, in particolare brettio definendo, alla luce di articolati circuiti di diffusione di valute italiote sia di alto che di basso taglio, la funzione di area di “ accumulo” di beni in relazione alle potenzialità del territorio, i rapporti tra Greci e Indigeni e tra città e campagna.
2004
8849805640
Ripostigli dalla piana lametina / Spagnoli, Emanuela; MAGLIANO TALIERCIO, Marina. - STAMPA. - (2004), pp. 11-133.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
6_Spagnoli_Estr_Ripostigli.pdf

non disponibili

Licenza: Accesso privato/ristretto
Dimensione 4.55 MB
Formato Adobe PDF
4.55 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/561120
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact