Cosa resta di una soggettività divisa tra il rumore dello scontro e il silenzio della distanza dalle istituzioni? Quale lessico la riflessione può offrire alla partecipazione? Qual è il senso da attribuire alla parola “crisi”? La progressiva sostituzione del lessico economico a quello politico, l’assottigliamento del vocabolario che articola le relazioni umane ed istituzionali trasformando i cittadini in utenti, sono i dati più evidenti di una condizione storica e sociale che da tempo emerge dalle riflessioni della filosofia del linguaggio e della filosofia politica. A fronte di tale con-dizione, si delinea un’allarmante conclusione: la popolazione che non rientra nelle élites economiche, politiche o amministrative, non dispone più di un lessico attraverso cui auto-rappresentarsi. Eppure, una parola sembra essere condivisa da tutti. Così, a partire dalla comune convinzione che la relazione, il riconoscimento e la partecipazione politica costi-tuiscono gli elementi per la costruzione di un senso politico condiviso e di una comune appartenenza sociale, i partecipanti al volume dialogano intorno al termine “crisi”, do-mandandosi se la sua rapida elevazione a categoria storica e concettuale (in discorsi e luo-ghi differenti: dall’economico al politico, dalla finanza globale alle amministrazioni locali) nasconda la volontà di evitare il momento risolutivo che ogni vera crisi comporta. In que-sta prospettiva, attribuire alla crisi un carattere epocale – ovvero di un’inevitabile irreversi-bilità – equivarrebbe a nascondere l’estremo, e irresponsabile, tentativo di mantenimento dello status quo: con la grave conseguenza di un incontrollato dilagare di rassegnazione, sfiducia e disperazione, che trovano il proprio sfogo in allarmanti derive qualunquistiche e populistiche.

Le parole della crisi. Etica della comunicazione, percorsi di riconoscimento, partecipazione politica / Arienzo, Alessandro; M., Castagna. - STAMPA. - (2013).

Le parole della crisi. Etica della comunicazione, percorsi di riconoscimento, partecipazione politica.

ARIENZO, ALESSANDRO;
2013

Abstract

Cosa resta di una soggettività divisa tra il rumore dello scontro e il silenzio della distanza dalle istituzioni? Quale lessico la riflessione può offrire alla partecipazione? Qual è il senso da attribuire alla parola “crisi”? La progressiva sostituzione del lessico economico a quello politico, l’assottigliamento del vocabolario che articola le relazioni umane ed istituzionali trasformando i cittadini in utenti, sono i dati più evidenti di una condizione storica e sociale che da tempo emerge dalle riflessioni della filosofia del linguaggio e della filosofia politica. A fronte di tale con-dizione, si delinea un’allarmante conclusione: la popolazione che non rientra nelle élites economiche, politiche o amministrative, non dispone più di un lessico attraverso cui auto-rappresentarsi. Eppure, una parola sembra essere condivisa da tutti. Così, a partire dalla comune convinzione che la relazione, il riconoscimento e la partecipazione politica costi-tuiscono gli elementi per la costruzione di un senso politico condiviso e di una comune appartenenza sociale, i partecipanti al volume dialogano intorno al termine “crisi”, do-mandandosi se la sua rapida elevazione a categoria storica e concettuale (in discorsi e luo-ghi differenti: dall’economico al politico, dalla finanza globale alle amministrazioni locali) nasconda la volontà di evitare il momento risolutivo che ogni vera crisi comporta. In que-sta prospettiva, attribuire alla crisi un carattere epocale – ovvero di un’inevitabile irreversi-bilità – equivarrebbe a nascondere l’estremo, e irresponsabile, tentativo di mantenimento dello status quo: con la grave conseguenza di un incontrollato dilagare di rassegnazione, sfiducia e disperazione, che trovano il proprio sfogo in allarmanti derive qualunquistiche e populistiche.
2013
9788866470236
Le parole della crisi. Etica della comunicazione, percorsi di riconoscimento, partecipazione politica / Arienzo, Alessandro; M., Castagna. - STAMPA. - (2013).
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