Il saggio si interroga sul ruolo del colore in architettura , ossia su uno degli elementi fondativi più connaturati con la disciplina, sia in termini ideativi che percettivi e, di riflesso, sulla cultura di chi, in una certa fase storica, quella architettura ha prodotto. A partire dal complesso funzionamento dell???occhio umano e dai molteplici fenomeni fisico-chimici e neurologici, che sovrintendono al fenomeno della visione, si sottolinea come, avendo a che fare con i materiali, le loro proprietà e le diverse modalità di lavorazione e finitura, l???architettura non possa che essere percepita in tutta la sua infinita gamma di colori e sfumature: le splendide tele di Monet sulla facciata della Cattedrale di Rouen, sempre la stessa, colta in diverse ore del giorno e sotto diverse condizione di luce, sono la migliore esemplificazione di questo concetto. Nella scelta dei materiali e nell???uso del colore, una distinzione fondamentale va operata tra interno ed esterno architettonico. Nonostante la stretta connessione logica, funzionale e percettiva tra interno ed esterno, fortemente ricercata dall???architettura razionalista e in generale da tutto il Movimento Moderno, interno ed esterno architettonico conservano un carattere nettamente distinto, con diversa valenza socio-culturale. L???esterno è (o meglio sarebbe auspicabile che fosse) strettamente legato al contesto urbano, in cui si inserisce e che contribuisce a plasmare ed arricchire con la sua stessa nuova presenza: per millenni i materiali utilizzabili ed utilizzati per la realizzazione delle strutture portanti e le finiture delle facciate esterne sono stati quelli immediatamente reperibili in loco, nati ed invecchiati con il luogo e dunque perfettamente adattati ad esso. L???interno, al contrario, è sempre stato considerato e vissuto come uno scrigno prezioso, arricchito con materiali speciali, rari e di varia provenienza. Al colore, da cui peraltro dipende in larga parte il ???carattere??? di un edificio, è indubbiamente legato il concetto di decoro e dal decoro alla decorazione il passo è breve. Una lunga e a tratti aspra querelle si sviluppa alla fine del ???700 e nei primi decenni dell???800 tra i maggiori architetti e studiosi europei e in particolare tedeschi sul vero colore dei templi greci, originariamente ricoperti con vivaci stucchi colorati, che ci apparirebbero oggi per molti versi sconcertanti e quasi kitsch: una querelle che ricorda oggi, per certi aspetti, l???accanita ricerca di improbabili tracce di colore sull???intonaco di modesti edifici storici, spesso unica base giustificativa di pretenziosi ???piani del colore???. Un???agile esame diacronico della storia dell???architettura spazia da Brunelleschi a Joseph Hoffmann e a Rietveld, passando per il più intransigente degli architetti viennesi del primo novecento, Adolf Loos, che, da Villa Karma a Casa Scheu, a suo modo conferma l???insanabile contrasto e ???dissidio di personalità??? tra interno ed esterno. Dopo aver ricordato Carlo Scarpa e Ignazio Gardella, per l???uso raffinato degli intonaci ricchi di ???velature??? e colorati in pasta, la trattazione si conclude con Mies van der Rohe, il più ???filosofico??? degli architetti del Movimento Moderno, e con la vicenda progettuale di Casa Farnsworth, che proprio sul colore o sulla sua assenza, dal bianco della struttura, che riassume in sé tutti i colori dell???arcobaleno, alla trasparenza assoluta delle vetrate perimetrali, fonda molte delle sue poetiche qualità.

Tutti i colori del mondo - Il colore nella costruzione e percezione dell???architettura / Ciarcia, SAVERIO MAURO VALERIO. - (2013).

Tutti i colori del mondo - Il colore nella costruzione e percezione dell???architettura

CIARCIA, SAVERIO MAURO VALERIO
2013

Abstract

Il saggio si interroga sul ruolo del colore in architettura , ossia su uno degli elementi fondativi più connaturati con la disciplina, sia in termini ideativi che percettivi e, di riflesso, sulla cultura di chi, in una certa fase storica, quella architettura ha prodotto. A partire dal complesso funzionamento dell???occhio umano e dai molteplici fenomeni fisico-chimici e neurologici, che sovrintendono al fenomeno della visione, si sottolinea come, avendo a che fare con i materiali, le loro proprietà e le diverse modalità di lavorazione e finitura, l???architettura non possa che essere percepita in tutta la sua infinita gamma di colori e sfumature: le splendide tele di Monet sulla facciata della Cattedrale di Rouen, sempre la stessa, colta in diverse ore del giorno e sotto diverse condizione di luce, sono la migliore esemplificazione di questo concetto. Nella scelta dei materiali e nell???uso del colore, una distinzione fondamentale va operata tra interno ed esterno architettonico. Nonostante la stretta connessione logica, funzionale e percettiva tra interno ed esterno, fortemente ricercata dall???architettura razionalista e in generale da tutto il Movimento Moderno, interno ed esterno architettonico conservano un carattere nettamente distinto, con diversa valenza socio-culturale. L???esterno è (o meglio sarebbe auspicabile che fosse) strettamente legato al contesto urbano, in cui si inserisce e che contribuisce a plasmare ed arricchire con la sua stessa nuova presenza: per millenni i materiali utilizzabili ed utilizzati per la realizzazione delle strutture portanti e le finiture delle facciate esterne sono stati quelli immediatamente reperibili in loco, nati ed invecchiati con il luogo e dunque perfettamente adattati ad esso. L???interno, al contrario, è sempre stato considerato e vissuto come uno scrigno prezioso, arricchito con materiali speciali, rari e di varia provenienza. Al colore, da cui peraltro dipende in larga parte il ???carattere??? di un edificio, è indubbiamente legato il concetto di decoro e dal decoro alla decorazione il passo è breve. Una lunga e a tratti aspra querelle si sviluppa alla fine del ???700 e nei primi decenni dell???800 tra i maggiori architetti e studiosi europei e in particolare tedeschi sul vero colore dei templi greci, originariamente ricoperti con vivaci stucchi colorati, che ci apparirebbero oggi per molti versi sconcertanti e quasi kitsch: una querelle che ricorda oggi, per certi aspetti, l???accanita ricerca di improbabili tracce di colore sull???intonaco di modesti edifici storici, spesso unica base giustificativa di pretenziosi ???piani del colore???. Un???agile esame diacronico della storia dell???architettura spazia da Brunelleschi a Joseph Hoffmann e a Rietveld, passando per il più intransigente degli architetti viennesi del primo novecento, Adolf Loos, che, da Villa Karma a Casa Scheu, a suo modo conferma l???insanabile contrasto e ???dissidio di personalità??? tra interno ed esterno. Dopo aver ricordato Carlo Scarpa e Ignazio Gardella, per l???uso raffinato degli intonaci ricchi di ???velature??? e colorati in pasta, la trattazione si conclude con Mies van der Rohe, il più ???filosofico??? degli architetti del Movimento Moderno, e con la vicenda progettuale di Casa Farnsworth, che proprio sul colore o sulla sua assenza, dal bianco della struttura, che riassume in sé tutti i colori dell???arcobaleno, alla trasparenza assoluta delle vetrate perimetrali, fonda molte delle sue poetiche qualità.
2013
9788869380020
Tutti i colori del mondo - Il colore nella costruzione e percezione dell???architettura / Ciarcia, SAVERIO MAURO VALERIO. - (2013).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/540899
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