Questo studio si occupa di definire le regole compositive, in rapporto alle scelte costruttive, delle architetture di Mies van der Rohe caratterizzate dalla presenza dominante della grande Aula, vale a dire di un unico spazio continuo a carattere rappresentativo che governa l’intera composizione. In termini più generali il libro tende a definire il ruolo e il senso più complessivo degli edifici pubblici caratterizzati dalla presenza dell’Aula, rispetto al chiarimento del tema, delle sue ragioni costitutive, dei tipi costruttivi assunti e delle procedure compositive adottate. Il tentativo è stato quello di fissare e sistematizzare alcuni elementi stabili dell’edificio ad Aula, classificare le sue tipologie, comprenderne il rinnovato carattere architettonico e costruttivo, individuarne le parti architettoniche compiute ricorrenti ed eccezionali. L’ipotesi di una possibile coincidenza tra gli edifici a carattere pubblico con il tipo architettonico dell’Aula è chiaramente rinvenibile nelle architetture di Mies van der Rohe, ove la presenza di un unico spazio indiviso, cui sono subordinate tutte le altre articolazioni, domina la composizione. «Queste architetture vogliono costruire un grande interno: un ambiente unico e a luce unica, in cui è possibile contenere un grande numero di persone e diverse attività essenzialmente di tipo rappresentativo». Come afferma lo stesso Mies «la creazione di uno spazio comune presuppone la condivisione di valori comuni». Vi è una relativa indifferenza distributiva rispetto ai vari usi previsti, spesso con pochi adattamenti facilmente intercambiabili. L’elemento distintivo è l’Aula, la sua costruzione, pur essendo differenti i modi e le forme che la realizzano. L’obiettivo è anche quello di cogliere l’attualità di questo tema, che non sembra aver ricevuto da parte della ricerca architettonica moderna e contemporanea, con l’eccezione di pochi maestri, un adeguato approfondimento. Non è un caso, infatti, che i progetti o gli edifici pubblici ad Aula costruiti nel secolo scorso siano pochi, e di questi solo alcuni realmente innovativi, mentre i numerosi costruiti agli inizi di questo millennio sono prevalentemente esercizi formali o esibizioni ipertecnologiche. Il riferimento al tema primigenio - inteso come ciò che domina una qualsivoglia composizione architettonica - quello del ricovero, della delimitazione con la formazione di un luogo ai fini di un suo uso collettivo, implica una continua riflessione sul senso ultimo da attribuire a tali manufatti in diretta relazione con la natura e da essa distinti in quanto artifax. Si è cercato di chiarire i nessi tra il momento ideativo, come disvelamento e avanzamento del tema specifico, della ragione di ogni edificio, le tecniche costruttive e le procedure compositive adoperate. Sebbene il tema architettonico dell’Aula sia fissato, molteplici sono i modi per esplicitarlo in rapporto ai differenti tipi di edifici pubblici. Non tutti gli elementi e le forme sono idonei a rappresentare l’identità e l’individualità dei manufatti: proprio nella selezione delle forme necessarie (grammatica) e nella disposizione (sintassi) degli elementi sta il primo atto ideativo da cui muovere. Gli aspetti ideativi e innovativi dovranno contemperarsi con quelli tecnico-costruttivi e con i modi della composizione al fine di ritrovare una nuova unità ed equilibrio, un moderno nihil addi capace di «nuove sintesi estetiche adeguate alle nuove esigenze e pulsioni contemporanee, non per registrarle semplicemente, ma per ricondurle a un ordine possibile oltre che auspicabile». Parafrasando le categorie vitruviane, spesso ridotte e banalizzate da un’ottica ingenuamente funzionalista, si è inteso prima esplicitare il significato attribuito alle tre questioni dell’ideazione, della costruzione e delle procedure compositive attraverso le quali si è poi analizzato e specificato, dal punto di vista architettonico, il tema dell’edificio pubblico e dell’ipotesi della sua costituzione in quanto Aula.

LE ARCHITETTURE AD AULA Il paradigma Mies van der Rohe / Capozzi, Renato. - (2011).

LE ARCHITETTURE AD AULA Il paradigma Mies van der Rohe

CAPOZZI, RENATO
2011

Abstract

Questo studio si occupa di definire le regole compositive, in rapporto alle scelte costruttive, delle architetture di Mies van der Rohe caratterizzate dalla presenza dominante della grande Aula, vale a dire di un unico spazio continuo a carattere rappresentativo che governa l’intera composizione. In termini più generali il libro tende a definire il ruolo e il senso più complessivo degli edifici pubblici caratterizzati dalla presenza dell’Aula, rispetto al chiarimento del tema, delle sue ragioni costitutive, dei tipi costruttivi assunti e delle procedure compositive adottate. Il tentativo è stato quello di fissare e sistematizzare alcuni elementi stabili dell’edificio ad Aula, classificare le sue tipologie, comprenderne il rinnovato carattere architettonico e costruttivo, individuarne le parti architettoniche compiute ricorrenti ed eccezionali. L’ipotesi di una possibile coincidenza tra gli edifici a carattere pubblico con il tipo architettonico dell’Aula è chiaramente rinvenibile nelle architetture di Mies van der Rohe, ove la presenza di un unico spazio indiviso, cui sono subordinate tutte le altre articolazioni, domina la composizione. «Queste architetture vogliono costruire un grande interno: un ambiente unico e a luce unica, in cui è possibile contenere un grande numero di persone e diverse attività essenzialmente di tipo rappresentativo». Come afferma lo stesso Mies «la creazione di uno spazio comune presuppone la condivisione di valori comuni». Vi è una relativa indifferenza distributiva rispetto ai vari usi previsti, spesso con pochi adattamenti facilmente intercambiabili. L’elemento distintivo è l’Aula, la sua costruzione, pur essendo differenti i modi e le forme che la realizzano. L’obiettivo è anche quello di cogliere l’attualità di questo tema, che non sembra aver ricevuto da parte della ricerca architettonica moderna e contemporanea, con l’eccezione di pochi maestri, un adeguato approfondimento. Non è un caso, infatti, che i progetti o gli edifici pubblici ad Aula costruiti nel secolo scorso siano pochi, e di questi solo alcuni realmente innovativi, mentre i numerosi costruiti agli inizi di questo millennio sono prevalentemente esercizi formali o esibizioni ipertecnologiche. Il riferimento al tema primigenio - inteso come ciò che domina una qualsivoglia composizione architettonica - quello del ricovero, della delimitazione con la formazione di un luogo ai fini di un suo uso collettivo, implica una continua riflessione sul senso ultimo da attribuire a tali manufatti in diretta relazione con la natura e da essa distinti in quanto artifax. Si è cercato di chiarire i nessi tra il momento ideativo, come disvelamento e avanzamento del tema specifico, della ragione di ogni edificio, le tecniche costruttive e le procedure compositive adoperate. Sebbene il tema architettonico dell’Aula sia fissato, molteplici sono i modi per esplicitarlo in rapporto ai differenti tipi di edifici pubblici. Non tutti gli elementi e le forme sono idonei a rappresentare l’identità e l’individualità dei manufatti: proprio nella selezione delle forme necessarie (grammatica) e nella disposizione (sintassi) degli elementi sta il primo atto ideativo da cui muovere. Gli aspetti ideativi e innovativi dovranno contemperarsi con quelli tecnico-costruttivi e con i modi della composizione al fine di ritrovare una nuova unità ed equilibrio, un moderno nihil addi capace di «nuove sintesi estetiche adeguate alle nuove esigenze e pulsioni contemporanee, non per registrarle semplicemente, ma per ricondurle a un ordine possibile oltre che auspicabile». Parafrasando le categorie vitruviane, spesso ridotte e banalizzate da un’ottica ingenuamente funzionalista, si è inteso prima esplicitare il significato attribuito alle tre questioni dell’ideazione, della costruzione e delle procedure compositive attraverso le quali si è poi analizzato e specificato, dal punto di vista architettonico, il tema dell’edificio pubblico e dell’ipotesi della sua costituzione in quanto Aula.
2011
9788884971722
LE ARCHITETTURE AD AULA Il paradigma Mies van der Rohe / Capozzi, Renato. - (2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/523655
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