Il nome dei d’Avalos rievoca le immagini di cruente battaglie e di tragiche storie d’amore, si salda con le figure di grandi condottieri e di dame colte e raffinate, alimenta la leggenda di favolose ricchezze e di lussuose residenze. Restano in ombra le biografie di una folta schiera di personaggi di diverso temperamento e contrastanti personalità, i loro affetti, le strategie economiche e politiche che contribuirono a rafforzarne il prestigio e l’autorità: i loro ritratti sono ancora sfumati. Lo spinoso lavoro degli studiosi, addentratisi nella fitta selva dei discendenti di Innico e Alfonso d’Avalos, non ha permesso di delineare compiutamente la storia di questa famiglia, rimasta parzialmente incompleta. Incompleta, anche perché inaccessibile è l’archivio privato della famiglia, custode inviolabile delle loro memorie, dove giacciono documenti legati alla sfera privata e atti ufficiali come le carte pontificie e i rapporti con i sovrani. Di grande aiuto per gli studiosi possono rivelarsi gli atti del notaio Scotto di Santolo, che hanno consentito la ricostruzione del vasto patrimonio cartaceo riemerso dal passato, registrato insieme agli altri beni del casato dopo la morte del principe Alfonso d’Avalos, avvenuta nel 1862. Ultimo erede del ramo primario, Alfonso viveva da solo, privo di discendenza diretta, nella residenza urbana degli antenati: profondamente religioso si dedicava ad opere di beneficenza che soddisfacevano il suo intimo bisogno di portare aiuto a persone sofferenti e bisognose. Gloriandosi dell’appellativo popolare di “Padre dei poveri”, si assicurava il duraturo ricordo dei posteri attraverso donazioni artistiche e cospicue sovvenzioni in denaro per la costruzione di chiese e orfanatrofi. Gli eredi, i cugini Carlo e Francesco d’Avalos del ramo di Celenza, si uniformarono alla politica di riservatezza familiare e difesero da qualsiasi ingerenza l’archivio storico. Un atteggiamento dovuto non solo alla segretezza di documenti privati, ma soprattutto per assicurarsi il pieno controllo dell’amministrazione patrimoniale. La trascrizione dell’archivio preunitario dei d’Avalos che presentiamo può evitarne il definitivo seppellimento.

l'archivio privato d'avalos / Luise, Flavia. - STAMPA. - (2011).

l'archivio privato d'avalos

LUISE, FLAVIA
2011

Abstract

Il nome dei d’Avalos rievoca le immagini di cruente battaglie e di tragiche storie d’amore, si salda con le figure di grandi condottieri e di dame colte e raffinate, alimenta la leggenda di favolose ricchezze e di lussuose residenze. Restano in ombra le biografie di una folta schiera di personaggi di diverso temperamento e contrastanti personalità, i loro affetti, le strategie economiche e politiche che contribuirono a rafforzarne il prestigio e l’autorità: i loro ritratti sono ancora sfumati. Lo spinoso lavoro degli studiosi, addentratisi nella fitta selva dei discendenti di Innico e Alfonso d’Avalos, non ha permesso di delineare compiutamente la storia di questa famiglia, rimasta parzialmente incompleta. Incompleta, anche perché inaccessibile è l’archivio privato della famiglia, custode inviolabile delle loro memorie, dove giacciono documenti legati alla sfera privata e atti ufficiali come le carte pontificie e i rapporti con i sovrani. Di grande aiuto per gli studiosi possono rivelarsi gli atti del notaio Scotto di Santolo, che hanno consentito la ricostruzione del vasto patrimonio cartaceo riemerso dal passato, registrato insieme agli altri beni del casato dopo la morte del principe Alfonso d’Avalos, avvenuta nel 1862. Ultimo erede del ramo primario, Alfonso viveva da solo, privo di discendenza diretta, nella residenza urbana degli antenati: profondamente religioso si dedicava ad opere di beneficenza che soddisfacevano il suo intimo bisogno di portare aiuto a persone sofferenti e bisognose. Gloriandosi dell’appellativo popolare di “Padre dei poveri”, si assicurava il duraturo ricordo dei posteri attraverso donazioni artistiche e cospicue sovvenzioni in denaro per la costruzione di chiese e orfanatrofi. Gli eredi, i cugini Carlo e Francesco d’Avalos del ramo di Celenza, si uniformarono alla politica di riservatezza familiare e difesero da qualsiasi ingerenza l’archivio storico. Un atteggiamento dovuto non solo alla segretezza di documenti privati, ma soprattutto per assicurarsi il pieno controllo dell’amministrazione patrimoniale. La trascrizione dell’archivio preunitario dei d’Avalos che presentiamo può evitarne il definitivo seppellimento.
2011
9788888904146
l'archivio privato d'avalos / Luise, Flavia. - STAMPA. - (2011).
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