Nella seconda metà del Quattrocento, lʼUmanesimo romano ha prodotto opere di lessicografia e commenti ai testi della letteratura latina che si presentano con caratteristiche radicalmente diverse rispetto ai loro precedenti medievali e pon-gono le basi per lo sviluppo successivo della filologia. Nel campo della lessicografia, il Cornu copiae di Perotti è il primo vocabo-lario latino moderno, che si propone di riferire il maggior numero possibile di significati e occorrenze di un termine, traendo esempi dallʼintero corpus della Latinità pre-medievale. Nellʼambito della critica virgiliana, i commenti di Pomponio Leto rappresentano uno dei primi tentativi consapevoli di sostituire il tradizionale commento di Servio, che aveva dominato lʼesegesi del poeta nel corso del Medioevo, con interpretazioni attinte ad antichi manoscritti virgiliani, come il Mediceus, a commentari poco noti, come quello alle Ecloghe e alle Georgiche attribuito a Probo, ovvero a testi scientifici dellʼAntichità che erano stati da poco rivalutati, come la Naturalis historia di Plinio il Vecchio e lʼHistoria plantarum di Teofrasto. Dietro lʼaspirazione che spinge Perotti e Leto ad aprirsi ad una conoscenza più profonda e originale della lingua latina, ma anche ad utilizzare nuove fonti per la comprensione dei testi latini, si nasconde lʼinsegnamento di Lorenzo Valla, il quale con le sue critiche alle consolidate auctoritates medievali aveva educato le giovani generazioni di umanisti romani ad applicare allo studio del latino un metodo scientifico innovativo, basato sulla raccolta e sullʼesame di un amplissimo campione di dati.
Diligentissimi uocabulorum perscrutatores. Lessicografia ed esegesi dei testi classici nellʼUmanesimo romano di XV secolo / Abbamonte, Giancarlo. - Unico:(2012), pp. 1-251.
Diligentissimi uocabulorum perscrutatores. Lessicografia ed esegesi dei testi classici nellʼUmanesimo romano di XV secolo
ABBAMONTE, GIANCARLO
2012
Abstract
Nella seconda metà del Quattrocento, lʼUmanesimo romano ha prodotto opere di lessicografia e commenti ai testi della letteratura latina che si presentano con caratteristiche radicalmente diverse rispetto ai loro precedenti medievali e pon-gono le basi per lo sviluppo successivo della filologia. Nel campo della lessicografia, il Cornu copiae di Perotti è il primo vocabo-lario latino moderno, che si propone di riferire il maggior numero possibile di significati e occorrenze di un termine, traendo esempi dallʼintero corpus della Latinità pre-medievale. Nellʼambito della critica virgiliana, i commenti di Pomponio Leto rappresentano uno dei primi tentativi consapevoli di sostituire il tradizionale commento di Servio, che aveva dominato lʼesegesi del poeta nel corso del Medioevo, con interpretazioni attinte ad antichi manoscritti virgiliani, come il Mediceus, a commentari poco noti, come quello alle Ecloghe e alle Georgiche attribuito a Probo, ovvero a testi scientifici dellʼAntichità che erano stati da poco rivalutati, come la Naturalis historia di Plinio il Vecchio e lʼHistoria plantarum di Teofrasto. Dietro lʼaspirazione che spinge Perotti e Leto ad aprirsi ad una conoscenza più profonda e originale della lingua latina, ma anche ad utilizzare nuove fonti per la comprensione dei testi latini, si nasconde lʼinsegnamento di Lorenzo Valla, il quale con le sue critiche alle consolidate auctoritates medievali aveva educato le giovani generazioni di umanisti romani ad applicare allo studio del latino un metodo scientifico innovativo, basato sulla raccolta e sullʼesame di un amplissimo campione di dati.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2012 G Abbamonte, Diligent. uocab. perscrut. vol. ETS.PDF.pdf
solo utenti autorizzati
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
Accesso privato/ristretto
Dimensione
2.4 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.4 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.