Il libro, di 168 pagine, è stato pubblicato dalla casa editrice Officina (Roma) nel 2012, nell’ambito della Collana “Architetture e Arti” (Direttore: Prof. Riccardo Florio; Comitato Scientifico: Angelo Ambrosi, Adriana Baculo, Jean Fracois Cabestan, Benedetto Gravagnuolo, Fulvio Irace, Franco Purini, Roberto Serino, Andrea Sciascia, Paolo Zermani). Il volume, in lingua italiana con traduzione integrale in lingua inglese, è stato è stato realizzato con fondi di ricerca assegnati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca all’Università di Napoli Federico II, nell’ambito del progetto ammesso a finanziamento dal Programma PRIN 2009, dal titolo Architettura/mercato/democrazia: come si valuta la “venustas” dell’architettura? Linee-guida per la redazione dei programmi/bandi di concorso per le trasformazioni urbane (Responsabile Scientifico: Prof. Roberta Amirante). Prefazione: Prof. Roberta Amirante. Parte degli scritti raccolti nel volume, nati come contributi in occasione di iniziative culturali, sono stati via via rivisti, aggiornati e portati a un grado di formalizzazione differente, per trovare luce nel libro, anche grazie al continuo confronto con studiosi e teorici da sempre impegnati nello studio della Città. Il libro ha avuto diverse recensioni. Dalla quarta di copertina: “Ibridazioni vegetali, deserti che avanzano, nuove nature. Se l’uomo è in movimento, per effetto del suo stesso viaggio, lo è anche la natura, secondo una relazione che include il cambiamento. Se da questo incontro si sono generati nuovi paesaggi, e con essi un’euforia di progetti tesi a interpretarne il campo semantico, dentro questo stesso viaggio abbiamo visto anche l’emergere di dinamiche diasporiche, di flussi globali, di nature profondamente mutate. Città, non-città, anticittà, geocittà: estensioni, trasformazioni, letture e immaginazioni differenti. Al centro del dibattito è ancora la città, nelle sue proiezioni di significato, nelle sue trasformazioni. Dove il senso di questo cambiamento, più che a uno stato di evoluzione o di trasformazione, sembra alludere al realizzarsi di una condizione nuova. Se è sempre difficile provare a proporre un punto di vista sulla città, i saggi raccolti nel volume si offrono come spunti di un ragionamento, nel loro fare riferimento a uno sforzo più grande di costruzione, che vede la città al centro di profondi cambiamenti. Giacché, parlare di città, significa, ancora una volta, affrontare la sfida di un dialogo impossibile che dice del nostro stesso viaggio e delle sue forme. Come di tutto ciò che ci unisce al nostro immaginario più profondo, ai suoi desideri, alle sue paure, alle sue proiezioni di fronte all’avanzare del tempo. Se la nostra lingua, per potersi esprimere, ha dovuto erodere significati noti, le nostre città appaiono oggi come frammenti di una lingua comune, dentro cui l’architettura, come il nostro stesso corpo, si dispone come una macchina dall’infinita resistenza. Come uno stadio che implica la modificazione e il cambiamento, l’insieme delle nostre esigenze e la nostra stessa corporeità elevano allora la città a un grado differente, sempre più simile alla costruzione di paesaggi sensibili, in un impulso che non smette mai di mutare. Costruzioni di comunità, attraverso città. Così, questi scritti, che nascono da spunti di riflessione che nel tempo sono stati generosamente offerti, si dispongono come la traccia di un ragionamento che guarda alla città come al corpo di una complessità che si offre alla crisi e al cambiamento, come all’insieme delle possibilità e alla varietà delle strade che oggi essa inaugura”.

La città, macchina desiderante/The City, Desiring Machine / Piscopo, Carmine. - 5:(2012), pp. 1-168.

La città, macchina desiderante/The City, Desiring Machine

PISCOPO, CARMINE
2012

Abstract

Il libro, di 168 pagine, è stato pubblicato dalla casa editrice Officina (Roma) nel 2012, nell’ambito della Collana “Architetture e Arti” (Direttore: Prof. Riccardo Florio; Comitato Scientifico: Angelo Ambrosi, Adriana Baculo, Jean Fracois Cabestan, Benedetto Gravagnuolo, Fulvio Irace, Franco Purini, Roberto Serino, Andrea Sciascia, Paolo Zermani). Il volume, in lingua italiana con traduzione integrale in lingua inglese, è stato è stato realizzato con fondi di ricerca assegnati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca all’Università di Napoli Federico II, nell’ambito del progetto ammesso a finanziamento dal Programma PRIN 2009, dal titolo Architettura/mercato/democrazia: come si valuta la “venustas” dell’architettura? Linee-guida per la redazione dei programmi/bandi di concorso per le trasformazioni urbane (Responsabile Scientifico: Prof. Roberta Amirante). Prefazione: Prof. Roberta Amirante. Parte degli scritti raccolti nel volume, nati come contributi in occasione di iniziative culturali, sono stati via via rivisti, aggiornati e portati a un grado di formalizzazione differente, per trovare luce nel libro, anche grazie al continuo confronto con studiosi e teorici da sempre impegnati nello studio della Città. Il libro ha avuto diverse recensioni. Dalla quarta di copertina: “Ibridazioni vegetali, deserti che avanzano, nuove nature. Se l’uomo è in movimento, per effetto del suo stesso viaggio, lo è anche la natura, secondo una relazione che include il cambiamento. Se da questo incontro si sono generati nuovi paesaggi, e con essi un’euforia di progetti tesi a interpretarne il campo semantico, dentro questo stesso viaggio abbiamo visto anche l’emergere di dinamiche diasporiche, di flussi globali, di nature profondamente mutate. Città, non-città, anticittà, geocittà: estensioni, trasformazioni, letture e immaginazioni differenti. Al centro del dibattito è ancora la città, nelle sue proiezioni di significato, nelle sue trasformazioni. Dove il senso di questo cambiamento, più che a uno stato di evoluzione o di trasformazione, sembra alludere al realizzarsi di una condizione nuova. Se è sempre difficile provare a proporre un punto di vista sulla città, i saggi raccolti nel volume si offrono come spunti di un ragionamento, nel loro fare riferimento a uno sforzo più grande di costruzione, che vede la città al centro di profondi cambiamenti. Giacché, parlare di città, significa, ancora una volta, affrontare la sfida di un dialogo impossibile che dice del nostro stesso viaggio e delle sue forme. Come di tutto ciò che ci unisce al nostro immaginario più profondo, ai suoi desideri, alle sue paure, alle sue proiezioni di fronte all’avanzare del tempo. Se la nostra lingua, per potersi esprimere, ha dovuto erodere significati noti, le nostre città appaiono oggi come frammenti di una lingua comune, dentro cui l’architettura, come il nostro stesso corpo, si dispone come una macchina dall’infinita resistenza. Come uno stadio che implica la modificazione e il cambiamento, l’insieme delle nostre esigenze e la nostra stessa corporeità elevano allora la città a un grado differente, sempre più simile alla costruzione di paesaggi sensibili, in un impulso che non smette mai di mutare. Costruzioni di comunità, attraverso città. Così, questi scritti, che nascono da spunti di riflessione che nel tempo sono stati generosamente offerti, si dispongono come la traccia di un ragionamento che guarda alla città come al corpo di una complessità che si offre alla crisi e al cambiamento, come all’insieme delle possibilità e alla varietà delle strade che oggi essa inaugura”.
2012
9788860491060
La città, macchina desiderante/The City, Desiring Machine / Piscopo, Carmine. - 5:(2012), pp. 1-168.
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