Se la teoria e la pratica progettuale in illuminotecnica si basano essenzialmente su valori di illuminamento sui compiti visivi e sulle aree immediatamente circostanti, l’interesse sia da parte dei progettisti che dei ricercatori del settore si sta rivolgendo all’analisi delle mappe di luminanza che oggi possono essere facilmente rilevate mediante videofotometri oppure calcolate mediante strumenti di simulazione numerica. La disponibilità delle mappe di luminanza sposta infatti l’attenzione verso una più accurata indagine sulla luce che arriva all’occhio, provenendo dalle varie direzioni all’interno del campo di vista (luminanza), piuttosto che sulla luce che incide sulle varie superfici (illuminamento). Tuttavia i valori di luminanza, basati sulla sensibilità fotopica, non sempre sono adeguati a descrivere la qualità di un ambiente luminoso e come questo viene percepito. È dunque necessario considerare parametri come la brillanza o la luminanza equivalente: la prima non gode della proprietà additiva e dipende anche da meccanismi soggettivi, quali ad esempio l’adattamento o il contrasto simultaneo, la seconda dipende anche dal contributo dei bastoncelli e dalle coordinate cromatiche dell’oggetto osservato. E’ interessante notare che sia l’abbagliamento che la brillanza nascono da giudizi soggettivi e che i parametri impiegati nella valutazione dell’abbagliamento sono simili a quelli considerati per la brillanza relativa. Si potrebbe quindi interpretare l’abbagliamento come un livello di soglia della brillanza oltre il quale si producono effetti fastidiosi sull’individuo ed impiegare scale di brillanza anche per la valutazione dell’abbagliamento. Nella prima parte di questo lavoro sono descritti i principali fattori, sia ambientali che fisiologici, che incidono sulla percezione degli ambienti luminosi, nonché le principali relazioni disponibili in letteratura che consentono di collegare la luminanza alla brillanza, insieme ai loro limiti di applicazione. Viene dunque presentato un software che consente di effettuare in modo interattivo elaborazioni di mappe di luminanza al fine di individuare e testare i parametri più significativi per la valutazione della qualità degli ambienti luminosi.

LA QUALITÀ DEGLI AMBINENTI LUMINOSI: UN SOFTWARE PER L’ANALISI DELLE MAPPE DI LUMINANZA OTTENUTE MEDIANTE LA TECNICA HDR IMAGING / Bellia, Laura; DI MARTINO, C.; Spada, G.. - STAMPA. - 1:(2011), pp. 1-11. (Intervento presentato al convegno 66° Congresso Nazionale ATI tenutosi a Rende (CS) nel 5-9 settembre 2011).

LA QUALITÀ DEGLI AMBINENTI LUMINOSI: UN SOFTWARE PER L’ANALISI DELLE MAPPE DI LUMINANZA OTTENUTE MEDIANTE LA TECNICA HDR IMAGING

BELLIA, LAURA;SPADA G.
2011

Abstract

Se la teoria e la pratica progettuale in illuminotecnica si basano essenzialmente su valori di illuminamento sui compiti visivi e sulle aree immediatamente circostanti, l’interesse sia da parte dei progettisti che dei ricercatori del settore si sta rivolgendo all’analisi delle mappe di luminanza che oggi possono essere facilmente rilevate mediante videofotometri oppure calcolate mediante strumenti di simulazione numerica. La disponibilità delle mappe di luminanza sposta infatti l’attenzione verso una più accurata indagine sulla luce che arriva all’occhio, provenendo dalle varie direzioni all’interno del campo di vista (luminanza), piuttosto che sulla luce che incide sulle varie superfici (illuminamento). Tuttavia i valori di luminanza, basati sulla sensibilità fotopica, non sempre sono adeguati a descrivere la qualità di un ambiente luminoso e come questo viene percepito. È dunque necessario considerare parametri come la brillanza o la luminanza equivalente: la prima non gode della proprietà additiva e dipende anche da meccanismi soggettivi, quali ad esempio l’adattamento o il contrasto simultaneo, la seconda dipende anche dal contributo dei bastoncelli e dalle coordinate cromatiche dell’oggetto osservato. E’ interessante notare che sia l’abbagliamento che la brillanza nascono da giudizi soggettivi e che i parametri impiegati nella valutazione dell’abbagliamento sono simili a quelli considerati per la brillanza relativa. Si potrebbe quindi interpretare l’abbagliamento come un livello di soglia della brillanza oltre il quale si producono effetti fastidiosi sull’individuo ed impiegare scale di brillanza anche per la valutazione dell’abbagliamento. Nella prima parte di questo lavoro sono descritti i principali fattori, sia ambientali che fisiologici, che incidono sulla percezione degli ambienti luminosi, nonché le principali relazioni disponibili in letteratura che consentono di collegare la luminanza alla brillanza, insieme ai loro limiti di applicazione. Viene dunque presentato un software che consente di effettuare in modo interattivo elaborazioni di mappe di luminanza al fine di individuare e testare i parametri più significativi per la valutazione della qualità degli ambienti luminosi.
2011
9788895267111
LA QUALITÀ DEGLI AMBINENTI LUMINOSI: UN SOFTWARE PER L’ANALISI DELLE MAPPE DI LUMINANZA OTTENUTE MEDIANTE LA TECNICA HDR IMAGING / Bellia, Laura; DI MARTINO, C.; Spada, G.. - STAMPA. - 1:(2011), pp. 1-11. (Intervento presentato al convegno 66° Congresso Nazionale ATI tenutosi a Rende (CS) nel 5-9 settembre 2011).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/512057
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