Il libro segue alcuni dei tracciati epistemologici alla base delle scienze sociali contemporanee, l’evoluzionismo, la cibernetica, il nuovo funzionalismo, il pensiero complesso. Un suo caratteristico tratto distintivo è l’idea che le scienze sociali, siano, sostanzialmente, non disgiungibili dalle scienze della comunicazione, e che la sociologia, quindi, sia sempre, inevitabilmente, una sociologia dei processi culturali. Se è vero, come è vero, che la storia dei media è la storia di “oltrepassamenti”, in virtù dei quali un media “superato” raramente scompare, quasi mai si estingue, ma viene, perlopiù, inglobato, dal media successivo, “emergente”, insomma, dal dispositivo di comunicazione più avanzato. Insomma, se è vero che il racconto orale, la poesia, il canto, la musica si sono trasfigurate nelle forme più remote di teatralizzazione, venendo poi fissate dalla pittura, dalla scultura, dalla letteratura, dalla fotografia, se è vero che queste, insieme al teatro sono state inglobate dai giornali, dal cinema, dalla radio, se è vero che la televisione ha divorato tutto quello che c’era in giro, prima di essere a sua volta cannibalizzata dal computer, dalla rete, dai social networks; se è vero che ogni volta, tutti i media superati hanno dovuto ripensarsi e ristrutturarsi per sopravvivere, ricreando una funzione differente, “inventando” nuove ragioni di esistenza e originali nicchie fruitive, se questa vecchia ipotesi di lavoro, che i miei allievi nobilitano quale “teoria dell’oltrepassamento”, dovesse rivelare ancora una sua fondatezza, allora l’analisi sociologica dovrebbe concentrarsi, in modo prioritario, ancor più di quanto non si sia tentato in queste pagine, sulle condizioni tecnologiche, sociali, economiche, istituzionali, che stimolano, assecondano o rendono ineludibili le trasformazioni sulla scena comunicativa, ovvero sociale. Ma, allo stesso modo, l’indagine sociologica, rifiutando qualunque schematico imperativo relativista, dovrebbe rivolgere la sua attenzione a certi fenomeni, che ci appaiono come forme di vita, modelli di esistenza sociale, per capire in che modo, primigenie funzioni, necessità, di carattere naturale, biologico, ontologico, possano trasfigurarsi storicamente, evolvere, assumendo vesti sempre nuove ed originali caratteri, sul terreno dei comportamenti individuali, come dei costumi collettivi, possano, insomma, divenire culture, fornite, evidentemente, di gradi, più o meno pronunciati, di complessità,Insomma, si tratta di mettersi al lavoro per comprendere qual è la natura del dispositivo di strutturazione evolutiva delle norme e delle istituzioni, così come bisognerebbe ancor meglio comprendere quello che governa le” ragioni”, talvolta innovative, della loro violazione. In altre parole, ci si dovrebbe volgere alla fondazione di una vera e propria economia dell’immaginario, indagandone i più intimi caratteri in dimensione individuale e sociale, micro e macro. Questa esigenza dovrebbe essere ancora più avvertita quanto più si mostra incalzante e gravido di conseguenze il meccanismo di mutamento, che è tutt’uno con la “crisi” della nostra epoca. Il pensiero racchiuso in queste pagine è parte di uno sforzo intellettuale che è rivolto, si spera con qualche frutto, proprio in questa direzione.

FRONTIERE CULTURALI. Nuovi percorsi di sociologia e comunicazione / Caramiello, Luigi. - STAMPA. - (2012).

FRONTIERE CULTURALI. Nuovi percorsi di sociologia e comunicazione

CARAMIELLO, LUIGI
2012

Abstract

Il libro segue alcuni dei tracciati epistemologici alla base delle scienze sociali contemporanee, l’evoluzionismo, la cibernetica, il nuovo funzionalismo, il pensiero complesso. Un suo caratteristico tratto distintivo è l’idea che le scienze sociali, siano, sostanzialmente, non disgiungibili dalle scienze della comunicazione, e che la sociologia, quindi, sia sempre, inevitabilmente, una sociologia dei processi culturali. Se è vero, come è vero, che la storia dei media è la storia di “oltrepassamenti”, in virtù dei quali un media “superato” raramente scompare, quasi mai si estingue, ma viene, perlopiù, inglobato, dal media successivo, “emergente”, insomma, dal dispositivo di comunicazione più avanzato. Insomma, se è vero che il racconto orale, la poesia, il canto, la musica si sono trasfigurate nelle forme più remote di teatralizzazione, venendo poi fissate dalla pittura, dalla scultura, dalla letteratura, dalla fotografia, se è vero che queste, insieme al teatro sono state inglobate dai giornali, dal cinema, dalla radio, se è vero che la televisione ha divorato tutto quello che c’era in giro, prima di essere a sua volta cannibalizzata dal computer, dalla rete, dai social networks; se è vero che ogni volta, tutti i media superati hanno dovuto ripensarsi e ristrutturarsi per sopravvivere, ricreando una funzione differente, “inventando” nuove ragioni di esistenza e originali nicchie fruitive, se questa vecchia ipotesi di lavoro, che i miei allievi nobilitano quale “teoria dell’oltrepassamento”, dovesse rivelare ancora una sua fondatezza, allora l’analisi sociologica dovrebbe concentrarsi, in modo prioritario, ancor più di quanto non si sia tentato in queste pagine, sulle condizioni tecnologiche, sociali, economiche, istituzionali, che stimolano, assecondano o rendono ineludibili le trasformazioni sulla scena comunicativa, ovvero sociale. Ma, allo stesso modo, l’indagine sociologica, rifiutando qualunque schematico imperativo relativista, dovrebbe rivolgere la sua attenzione a certi fenomeni, che ci appaiono come forme di vita, modelli di esistenza sociale, per capire in che modo, primigenie funzioni, necessità, di carattere naturale, biologico, ontologico, possano trasfigurarsi storicamente, evolvere, assumendo vesti sempre nuove ed originali caratteri, sul terreno dei comportamenti individuali, come dei costumi collettivi, possano, insomma, divenire culture, fornite, evidentemente, di gradi, più o meno pronunciati, di complessità,Insomma, si tratta di mettersi al lavoro per comprendere qual è la natura del dispositivo di strutturazione evolutiva delle norme e delle istituzioni, così come bisognerebbe ancor meglio comprendere quello che governa le” ragioni”, talvolta innovative, della loro violazione. In altre parole, ci si dovrebbe volgere alla fondazione di una vera e propria economia dell’immaginario, indagandone i più intimi caratteri in dimensione individuale e sociale, micro e macro. Questa esigenza dovrebbe essere ancora più avvertita quanto più si mostra incalzante e gravido di conseguenze il meccanismo di mutamento, che è tutt’uno con la “crisi” della nostra epoca. Il pensiero racchiuso in queste pagine è parte di uno sforzo intellettuale che è rivolto, si spera con qualche frutto, proprio in questa direzione.
2012
9788866661795
FRONTIERE CULTURALI. Nuovi percorsi di sociologia e comunicazione / Caramiello, Luigi. - STAMPA. - (2012).
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Frontiere culturali. Nuovi percorsi di sociologia e comunicazione.pdf

accesso aperto

Licenza: Dominio pubblico
Dimensione 1.47 MB
Formato Adobe PDF
1.47 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/510700
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact