Un recente istituto di derivazione comunitaria – l’«avvalimento» – consente ad un operatore economico di partecipare alle procedure di affidamento di appalti pubblici, pur senza essere direttamente dotato di taluni requisiti di idoneità richiesti dalla stazione appaltante. Lo stesso operatore economico, infatti, può dimostrare di disporre della capacità tecnica ed economica di altro soggetto, con la conseguenza che egli è in grado di realizzare un’opera o svolgere un servizio, che normalmente non potrebbe eseguire. Si tratta, com’è evidente, di forme di cooperazione tra imprese per certi versi nuove, che mirano ad aumentare la concorrenza e a consentire l’accesso di imprese di minore dimensione agli appalti di lavori, forniture e servizi, che hanno un valore più elevato rispetto a quelli da esse normalmente assunti. Il tema è, indubbiamente, interdisciplinare. Nel volume, pertanto, premessi alcuni riferimenti al recente riconoscimento, prima giurisprudenziale e poi normativo, dell’«avvalimento», si affronta il tema della natura giuridica del rapporto che intercorre tra l’impresa ausiliata e quella ausiliaria; si esamina, più in particolare, il delicato problema del rapporto tra autonomia privata, da una parte, e dimostrazione dei requisiti nell’ambito della partecipazione ad una gara per l’affidamento di appalti pubblici ed esecuzione della prestazione, dall’altra. L’operazione giuridica ed economica, peraltro, suscita ulteriori problemi anche da una prospettiva diversa: si allude, ovviamente, alle responsabilità di carattere civile nei confronti della stazione appaltante, che derivano a carico degli operatori economici, una volta che questi ultimi siano ricorsi all’avvalimento.Viene dunque evidenziata, con soluzione per molti versi originale, la “matrice strettamente privatistica” del fenomeno. Con l’avvalimento, infatti, si afferma, per così dire, un modello atipico di integrazione tra le attività di più imprese, che può divenire uno dei presupposti essenziali della partecipazione alle gare pubbliche e dell’esecuzione delle relative prestazioni. Nella maggior parte dei casi, tale integrazione deriva da un contratto di diritto privato: lo stesso contratto, in cui le posizioni e gli interessi delle parti sono contrapposti, assume, invero, una funzione di importanza pari a quella dei tradizionali modelli di cooperazione, ovverosia il modello associativo e quello dei contratti con comunione di scopo, inteso sia in senso lato che in senso stretto. Vengono in rilievo, dunque, nuove forme di collaborazione nel settore degli appalti pubblici, senza la creazione di una struttura di impresa comune e senza molti dei vincoli che derivano dalla adesione ad un consorzio o ad una rete di imprese. L’avvalimento, infine, è messo a confronto con il «raggruppamento temporaneo di imprese», altro importante strumento di collaborazione tra operatori economici, che pure è impiegato, assai frequentemente, per l’affidamento e l’esecuzione di un singolo contratto di appalto, pubblico o privato. Anche in tal caso, essenziale è l’esame del rapporto che viene a crearsi tra i vari operatori economici coinvolti, con le responsabilità che esso crea, per ciascuno dei soggetti raggruppati, sia nei confronti dei partner, sia nei confronti della stazione appaltante. L’esame congiunto dei due istituti, dunque, mostra anche le linee di tendenza del sistema, che riconosce un ruolo sempre più importante all’autonomia privata, con la conseguente necessità di coordinare quest’ultima con i principi e le norme in tema di appalti pubblici.

La collaborazione tra imprese per gli appalti pubblici. L’avvalimento e il raggruppamento temporaneo / DI MARTINO, Gaetano. - (2012).

La collaborazione tra imprese per gli appalti pubblici. L’avvalimento e il raggruppamento temporaneo

DI MARTINO, GAETANO
2012

Abstract

Un recente istituto di derivazione comunitaria – l’«avvalimento» – consente ad un operatore economico di partecipare alle procedure di affidamento di appalti pubblici, pur senza essere direttamente dotato di taluni requisiti di idoneità richiesti dalla stazione appaltante. Lo stesso operatore economico, infatti, può dimostrare di disporre della capacità tecnica ed economica di altro soggetto, con la conseguenza che egli è in grado di realizzare un’opera o svolgere un servizio, che normalmente non potrebbe eseguire. Si tratta, com’è evidente, di forme di cooperazione tra imprese per certi versi nuove, che mirano ad aumentare la concorrenza e a consentire l’accesso di imprese di minore dimensione agli appalti di lavori, forniture e servizi, che hanno un valore più elevato rispetto a quelli da esse normalmente assunti. Il tema è, indubbiamente, interdisciplinare. Nel volume, pertanto, premessi alcuni riferimenti al recente riconoscimento, prima giurisprudenziale e poi normativo, dell’«avvalimento», si affronta il tema della natura giuridica del rapporto che intercorre tra l’impresa ausiliata e quella ausiliaria; si esamina, più in particolare, il delicato problema del rapporto tra autonomia privata, da una parte, e dimostrazione dei requisiti nell’ambito della partecipazione ad una gara per l’affidamento di appalti pubblici ed esecuzione della prestazione, dall’altra. L’operazione giuridica ed economica, peraltro, suscita ulteriori problemi anche da una prospettiva diversa: si allude, ovviamente, alle responsabilità di carattere civile nei confronti della stazione appaltante, che derivano a carico degli operatori economici, una volta che questi ultimi siano ricorsi all’avvalimento.Viene dunque evidenziata, con soluzione per molti versi originale, la “matrice strettamente privatistica” del fenomeno. Con l’avvalimento, infatti, si afferma, per così dire, un modello atipico di integrazione tra le attività di più imprese, che può divenire uno dei presupposti essenziali della partecipazione alle gare pubbliche e dell’esecuzione delle relative prestazioni. Nella maggior parte dei casi, tale integrazione deriva da un contratto di diritto privato: lo stesso contratto, in cui le posizioni e gli interessi delle parti sono contrapposti, assume, invero, una funzione di importanza pari a quella dei tradizionali modelli di cooperazione, ovverosia il modello associativo e quello dei contratti con comunione di scopo, inteso sia in senso lato che in senso stretto. Vengono in rilievo, dunque, nuove forme di collaborazione nel settore degli appalti pubblici, senza la creazione di una struttura di impresa comune e senza molti dei vincoli che derivano dalla adesione ad un consorzio o ad una rete di imprese. L’avvalimento, infine, è messo a confronto con il «raggruppamento temporaneo di imprese», altro importante strumento di collaborazione tra operatori economici, che pure è impiegato, assai frequentemente, per l’affidamento e l’esecuzione di un singolo contratto di appalto, pubblico o privato. Anche in tal caso, essenziale è l’esame del rapporto che viene a crearsi tra i vari operatori economici coinvolti, con le responsabilità che esso crea, per ciascuno dei soggetti raggruppati, sia nei confronti dei partner, sia nei confronti della stazione appaltante. L’esame congiunto dei due istituti, dunque, mostra anche le linee di tendenza del sistema, che riconosce un ruolo sempre più importante all’autonomia privata, con la conseguente necessità di coordinare quest’ultima con i principi e le norme in tema di appalti pubblici.
2012
9788834838556
La collaborazione tra imprese per gli appalti pubblici. L’avvalimento e il raggruppamento temporaneo / DI MARTINO, Gaetano. - (2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/510684
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