Il linguaggio è più che uno strumento ed è più che una creazione. Soltanto l’uomo, dotato del pensiero e del linguaggio, fa parte del mondo e lo possiede. È attraverso questo dono, la risorsa che lo caratterizza in via esclusiva come essere umano, che l’uomo possiede il mondo, come la sua dimora più originaria, creandolo e ricreandolo e rinnovandolo di continuo. Legato alla coscienza nascente dell’essere dell’uomo, il linguaggio è la radice stessa dell’umanità. Come tale costituisce la dimensione più generale dell’uomo e rappresenta in un certo qual modo la sua casa, la sua dimora più originaria, la “nicchia cognitiva”, partendo dalla quale egli ha iniziato la sua avventura nel mondo. Le parole sono come la trama di cui è intessuta tutta l’esistenza umana. È per questo che lo studio dell’uomo e della società presuppone lo studio del linguaggio, inteso come insieme organizzato di simboli e di significati, articolazione verbale del pensiero, mezzo di conoscenza e strumento di comunicazione, memoria dell’uomo e della società. Nel momento in cui l’individuo umano non aderisce più immediatamente al suo ambiente naturale, ma trascende la natura e il mondo degli oggetti si dà il linguaggio, che diventa il “luogo” della coscienza nascente dell’uomo. È per suo tramite che nascono e si sviluppano la persona umana e la società. Il linguaggio, come atto specifi¬co dell’essere dell’uomo, è il motivo dominante di questa indagine. Al fenomeno del linguaggio si riconduce la dimensione più generale dell’essere dell’uomo, la sua individualità e la sua socialità, il suo svi¬luppo mentale e l’affermarsi di una più matura personalità. Lo sfondo nel quale si colloca la trama del discorso è una antropologia linguistica. Ma il discorso sarebbe incompleto se non si indicasse anche una prospettiva. Rapportare il linguaggio alla formazione dell’uomo è la prospettiva indicata. La formazione, se deve riguardare l’uomo nella sua generalità, non può non porsi il problema dell’educazione al linguaggio. La richiesta sottesa è di liberare il linguaggio dell’uomo da un uso inconsapevole, impreciso e acritico aprendolo sul versante dell’individualità di ciascuno dove si situa il piano della parola. Solo il possesso della parola “vera” rende l’uomo essere libero e responsabile, costruttore del suo destino e in dialogo con gli altri.

Pensare, parlare, fare.Una introduzione alla filosofia del linguaggio / Pititto, Rocco. - (2012).

Pensare, parlare, fare.Una introduzione alla filosofia del linguaggio

PITITTO, ROCCO
2012

Abstract

Il linguaggio è più che uno strumento ed è più che una creazione. Soltanto l’uomo, dotato del pensiero e del linguaggio, fa parte del mondo e lo possiede. È attraverso questo dono, la risorsa che lo caratterizza in via esclusiva come essere umano, che l’uomo possiede il mondo, come la sua dimora più originaria, creandolo e ricreandolo e rinnovandolo di continuo. Legato alla coscienza nascente dell’essere dell’uomo, il linguaggio è la radice stessa dell’umanità. Come tale costituisce la dimensione più generale dell’uomo e rappresenta in un certo qual modo la sua casa, la sua dimora più originaria, la “nicchia cognitiva”, partendo dalla quale egli ha iniziato la sua avventura nel mondo. Le parole sono come la trama di cui è intessuta tutta l’esistenza umana. È per questo che lo studio dell’uomo e della società presuppone lo studio del linguaggio, inteso come insieme organizzato di simboli e di significati, articolazione verbale del pensiero, mezzo di conoscenza e strumento di comunicazione, memoria dell’uomo e della società. Nel momento in cui l’individuo umano non aderisce più immediatamente al suo ambiente naturale, ma trascende la natura e il mondo degli oggetti si dà il linguaggio, che diventa il “luogo” della coscienza nascente dell’uomo. È per suo tramite che nascono e si sviluppano la persona umana e la società. Il linguaggio, come atto specifi¬co dell’essere dell’uomo, è il motivo dominante di questa indagine. Al fenomeno del linguaggio si riconduce la dimensione più generale dell’essere dell’uomo, la sua individualità e la sua socialità, il suo svi¬luppo mentale e l’affermarsi di una più matura personalità. Lo sfondo nel quale si colloca la trama del discorso è una antropologia linguistica. Ma il discorso sarebbe incompleto se non si indicasse anche una prospettiva. Rapportare il linguaggio alla formazione dell’uomo è la prospettiva indicata. La formazione, se deve riguardare l’uomo nella sua generalità, non può non porsi il problema dell’educazione al linguaggio. La richiesta sottesa è di liberare il linguaggio dell’uomo da un uso inconsapevole, impreciso e acritico aprendolo sul versante dell’individualità di ciascuno dove si situa il piano della parola. Solo il possesso della parola “vera” rende l’uomo essere libero e responsabile, costruttore del suo destino e in dialogo con gli altri.
2012
9788866470229
Pensare, parlare, fare.Una introduzione alla filosofia del linguaggio / Pititto, Rocco. - (2012).
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