Il prof. Nicola Misasi, e mai questo titolo è stato più giustificato, meritato e potremo dire impersonificato, ha rappresentato per più di quaranta anni un riferimento per la medicina napoletana e non solo. Sin dalle prime fasi della sua carriera ha identificato nella nascente specialità della Ortopedia l’area di interesse su cui orientare le proprie passioni e le proprie attitudini: di fatto, con la sua attività professionale svolta quasi tutta nella nostra città per circa 5 decenni, ha traghettato l’ortopedia napoletana nella sua epoca moderna proprio in quel momento storico che ha visto la specialità autonomizzarsi rispetto alla branca madre, la chirurgia generale, affermandosi come quella specialità ricchissima di contenuti tecnologici che conosciamo noi, oggi. E infatti il prof. Nicola Misasi amava ripetere, scherzando, a tutti i suoi allievi, giovani e non più giovani, “Io non sono Ortopedico, non mi sono mai specializzato in Ortopedia. Sono solo un chirurgo generale”.Ma, in realtà, il prof. Misasi Ortopedico lo è stato sin dall’inizio, da quando ha cominciato, nei primi anni ’50 subito dopo la laurea a Firenze, a frequentare il prestigioso Centro Traumatologico Ortopedico diretto da uno dei padri fondatori della Chirurgia Ortopedica italiana, il prof. Oscar Scaglietti, che veniva ricordato sempre nei suoi discorsi con il piglio di chi era fiero di essere riconosciuto come suo allievo. Dopo gli inizi formativi, la vita professionale del prof. Misasi si è svolta nella città di Napoli in un continuum ininterrotto svolgendovi l’attività di clinico e di docente nell’ambito di quella Università che Egli ha amato come istituzione riconoscendosi l’obbligo di dover contribuire al suo continuo rinnovamento. In questa opera è stato un giovane grintoso innovatore: tutti i napoletani, pazienti, colleghi, collaboratori, studenti, lo ricordano, infatti, come il brillante professore di clinica ortopedica, divenuto giovanissimo Ordinario, apice della carriera, che ha inaugurato la stagione del 2° Policlinico, quello che noi oggi conosciamo come Policlinico Federico II. Proprio il 2° Policlinico, quella struttura che all’epoca della sua inaugurazione – si era nel 1972 – veniva considerata come l’ospedale strutturalmente più moderno d’Europa, vedeva nella Clinica Ortopedica fondata e diretta fin dall’inizio dal prof. Nicola Misasi uno dei suoi punti d’eccellenza. La direzione di questa Istituzione universitaria è continuata senza interruzioni fino al giorno della pensione nel 2001. Egli amava sempre rievocare, con i suoi collaboratori più vicini e anziani, proprio le peripezie che li avevano accomunati agli inizi quando, in una struttura che era ancora un cantiere aperto, avevano scaricato, spostato, montato mobili e suppellettili con la motivazione di chi sapeva di dare inizio ad una storia nuova fatta di coesione e di eccellenza. Una struttura di eccellenza, allora, che, grazie al giovane grintoso meticoloso appassionato innovatore, sarebbe diventata sempre più un punto di riferimento per la Ortopedia regionale e nazionale. Di qui una storia che dal 1972 si è protratta per decenni sino al nuovo millennio, e oltre, perché il prof. Nicola Misasi non si è comunque mai completamente distaccato dalla ortopedia nemmeno nei suoi ultimi giorni della sua esistenza. Una storia ricca di fatti, di aneddoti e di successi (tra i suoi allievi ricordiamo 4 professori ordinari, 4 associati e numerosi primari ospedalieri).Una storia che è stata vissuta sulle capacità di innovazione e di preveggenza regolate sui trend che la vita moderna, la nuova società, la nuova percezione dei servizi essenziali, le innovazioni nelle esigenze formative andavano imponendo. Ecco la formazione: il suo principale cruccio era riuscire a formare medici “moderni” e specialisti al passo dei tempi e l’insegnamento è sempre stato il suo impegno principe: L’insegnamento al corso di laurea di Medicina, migliaia i medici di Napoli e provincia e non solo, che ricorderanno le affollatissime lezioni di ortopedia del prof. Misasi, La direzione e l’insegnamento in tre scuole di specializzazione con indirizzo differente da lui fondate; Ortopedia e Traumatologia, Medicina Fisica e Riabilitazione e una delle pochissime scuole di specializzazione per chirurghi della mano e microchirurghi accreditate sul territorio nazionale; nel corso di questo lungo periodo, dal 1973 al 2001 sono stati formati, sotto la sua direzione, più di 300 ortopedici e oltre 200 fisiatri. L’aggiornamento era costante e avveniva anche con una progressiva continua integrazione tra mondo Universitario e Mondo Ospedaliero con incontri settimanali, i famosi martedì scientifici, che da sempre costituivano un appuntamento aperto a tutti, a significare che l’Università era una casa di accoglienza per chi voleva recepire e fare cultura in un ambiente che premiava tutti quelli che avessero qualcosa da dire o da ascoltare, al di là dei rigidi schematismi accademici. È stato via via nel corso della sua storia professionale il precursore di temi nuovi e poco praticati in Ortopedia o di nuove intuizioni: • amico personale del prof. Muller, uno dei “padri” mondiali della protesi d’anca ha iniziato tra i primi in Italia l’uso di queste protesi già proprio negli anni ’70; • negli anni ‘80 famose sono state le riunioni scientifiche che ogni anno si tenevano a Napoli, con la sua organizzazione, sul tema “Gli insuccessi in chirurgia ortopedica”. Per lui far parlare agli esperti dei loro insuccessi e di come fossero stati gestiti era più formativo di tanti altri corsi e congressi; • poi l’impulso dato verso lo studio e la cura della oncologia ortopedica, con la creazione insieme al prof. Campanacci del Rizzoli di Bologna della Società scientifica italiana di riferimento per i tumori ossei, il CIOSM, impulso anche finalizzato alla costituzione di un centro di riferimento al Sud per queste dolorose problematiche che sino ad allora non trovavano accoglienza negli ospedali del meridione, è stato infatti il fautore principe della creazione di un Settore di Ortopedia Oncologica all’Istituto dei Tumori Pascale di Napoli; • l’impulso dato allo studio della chirurgia vertebrale (lascia una scuola di eccellenza al Nuovo Policlinico per la cura della scoliosi), espresso anche in un mai dimenticato Congresso Nazionale del Gruppo Italiano Scoliosi - G.I.S. organizzato a Capri nel 1991 e da lui voluto dedicare alla memoria del prof. Romolo Savini che da pochi mesi era scomparso; • l’impulso dato alla Fondazione del Gruppo Italiano di Studio sulla Riprotesizzazione dell’Anca, lui paragonava la chirurgia di revisione alla chirurgia dei tumori come importanza della programmazione operatoria e come necessità di colmare sempre più vasti difetti ossei, furono da lui chiamati a questo primo embrione di G.I.R. esperti del ramo come i proff. Silvello, Spotorno, Massè, Marchetti, Pipino, Santori. Essi si riunirono per la prima volta nel 1988 a Salerno e poi nel 1990 a Capri.Su questa scia di studi il prof. Misasi ebbe l’intuizione tra i primi, negli anni successivi, dell’importanza della Revisione Precoce dell’Anca e organizzò sul Come, Quando e Perché della stessa un grande evento scientifico a Ischia nel 1996. • l’impulso infine, ma solo per motivi di spazio, dato alla Ricerca di base e alla ricerca applicata nel campo dell’ortopedia dove vantava collaborazioni illustri con i più grandi esperti italiani e mondiali.Alcune di esse a mo’ di esempio: col prof. Henneking della Florida, Padre dello studio sui tumori ossei; col prof. Louis di Marsiglia, tra i fondatori della moderna chirurgia vertebrale nel mondo; abbiamo detto del prof. Muller di Berna, per le problematiche della protesi d’anca; con i proff. Sculco e Salvati di New York, precursori del trattamento delle infezioni ortopediche, e in Italia con il prof. Tajana, valente istologo e primo studioso della cartilagine e il prof. Nicolais, attuale presidente del CNR, con il quale aveva fondato già agli inizi degli anni ‘90 il C.R.I.B., Centro Ricerche Interdipartimentale sui Biomateriali, dimostrando quanto fosse per lui fondamentale la sinergia di studio e ricerche con gruppi di studio differenti.E poi, naturalmente, una imponente attività scientifica e congressuale, più di 200 i lavori su riviste nazionali e internazionali, più di 500 i congressi che lo hanno avuto tra i principali oratori, che qualificavano la scuola del 2° Policlinico come una delle scuole ortopediche accreditate a livello nazionale ed europeo: di qui i riconoscimenti al prof. Misasi via via insignito di cariche in numerose società e comunità scientifi che sino alla presidenza, nel biennio 1992-1994, del massimo consesso italiano, ovvero la Presidenza della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, S.I.O.T. Biennio memorabile, in cui chi vi scrive è stato orgoglioso di essere Segretario alla Presidenza; basti dire che i 2 vicepresidenti di allora erano Paolo Cherubino e Marco D’Imporzano, numerosissime le attività svolte a favore dell’affermazione dell’ortopedico italiano sullo scenario scientifi co e sociale del nostro paese. In quegli anni aveva voluto che sul frontespizio del Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia comparisse la dicitura “Fondato da Giorgio Monticelli” perché riteneva importante valorizzare le cose del passato nella loro giusta luce. Amava ripetere infatti: “ ... bisogna conoscere la storia dell’ortopedia per non dimenticare gli ortopedici che hanno fatto la storia”. La sua Presidenza partì nel 1992 proprio con l’organizzazione del Congresso Nazionale di Ortopedia e Traumatologia, che il prof. Misasi volle tenere a Sorrento e che vide la partecipazione di oltre 4.000 ortopedici. L’opportunità che ci viene oggi fornita di ricordare una attività ed una carriera così intense e vissute ci porta a sottolineare e ad ancor più apprezzare la coerenza e la univocità di un percorso che sono le sole garanzie per poter giudicare della sincerità e della onestà di un insegnamento dato a centinaia di allievi e colleghi dal prof. Misasi; a queste virtù, chiunque l’abbia conosciuto lo ha toccato con mano, egli associava doti non comuni di sincera umana disponibilità e simpatia che hanno sempre accompagnato la persona ed il personaggio. Dopo la sua scomparsa gli allievi hanno chiesto di intitolargli l’Aula della Clinica Ortopedica dell’Università Federico II di Napoli, la stessa aula che lo aveva visto Docente per 30 anni. Si può dire, veramente, guardando anche alla storia della sua famiglia, la moglie, i figli, i nipoti, che è stato un uomo completo, un uomo di successo, un medico ed un ortopedico che si ricorderà per generazioni, anche per la sua signorilità e dignità, e per la sua discrezione e coerenza, doti di coerenza di vita che anche in morte in ossequio alla sua strenua laicità lo hanno portato a chiedere di essere cremato senza dare adito ad alcuna funzione religiosa. Del resto tali doti di discrezione e coerenza erano venute prepotentemente alla ribalta proprio quando le luci dei rifl ettori si erano spente sulla sua vita pubblica, così aveva voluto. Dal giorno in cui decise di andare in pensione infatti non era mai più tornato nella sua sede universitaria, nemmeno per un saluto, “non voglio essere di peso”, ripeteva; da quello stesso giorno non ha mai più partecipato a nessun evento scientifico, nazionale o locale, e si che gli inviti che riceveva erano innumerevoli, “i nonni devono stare con i nipotini, questo trascinarsi da un aula all’altra è patetico e non mi appartiene” era il suo commento alle richieste di partecipazione. Oggi con la sua scomparsa quelle doti sono dei fanali enormi che illuminano forte la sua figura e sotto la cui luce anche i nostri animi, tristi e più soli, tornano a riscaldarsi, anche solo per un attimo, nel suo ricordo. Noi che conosciamo la storia dell’ortopedia non potremo dimenticare Nicola Misasi. Ciao Direttore, Ciao “Prof ”.

Ricordo del Prof. Nicola Misasi / Ruosi, Carlo. - In: GIORNALE ITALIANO DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA. - ISSN 0390-0134. - STAMPA. - 38:3(2012), pp. 128-130.

Ricordo del Prof. Nicola Misasi

RUOSI, CARLO
2012

Abstract

Il prof. Nicola Misasi, e mai questo titolo è stato più giustificato, meritato e potremo dire impersonificato, ha rappresentato per più di quaranta anni un riferimento per la medicina napoletana e non solo. Sin dalle prime fasi della sua carriera ha identificato nella nascente specialità della Ortopedia l’area di interesse su cui orientare le proprie passioni e le proprie attitudini: di fatto, con la sua attività professionale svolta quasi tutta nella nostra città per circa 5 decenni, ha traghettato l’ortopedia napoletana nella sua epoca moderna proprio in quel momento storico che ha visto la specialità autonomizzarsi rispetto alla branca madre, la chirurgia generale, affermandosi come quella specialità ricchissima di contenuti tecnologici che conosciamo noi, oggi. E infatti il prof. Nicola Misasi amava ripetere, scherzando, a tutti i suoi allievi, giovani e non più giovani, “Io non sono Ortopedico, non mi sono mai specializzato in Ortopedia. Sono solo un chirurgo generale”.Ma, in realtà, il prof. Misasi Ortopedico lo è stato sin dall’inizio, da quando ha cominciato, nei primi anni ’50 subito dopo la laurea a Firenze, a frequentare il prestigioso Centro Traumatologico Ortopedico diretto da uno dei padri fondatori della Chirurgia Ortopedica italiana, il prof. Oscar Scaglietti, che veniva ricordato sempre nei suoi discorsi con il piglio di chi era fiero di essere riconosciuto come suo allievo. Dopo gli inizi formativi, la vita professionale del prof. Misasi si è svolta nella città di Napoli in un continuum ininterrotto svolgendovi l’attività di clinico e di docente nell’ambito di quella Università che Egli ha amato come istituzione riconoscendosi l’obbligo di dover contribuire al suo continuo rinnovamento. In questa opera è stato un giovane grintoso innovatore: tutti i napoletani, pazienti, colleghi, collaboratori, studenti, lo ricordano, infatti, come il brillante professore di clinica ortopedica, divenuto giovanissimo Ordinario, apice della carriera, che ha inaugurato la stagione del 2° Policlinico, quello che noi oggi conosciamo come Policlinico Federico II. Proprio il 2° Policlinico, quella struttura che all’epoca della sua inaugurazione – si era nel 1972 – veniva considerata come l’ospedale strutturalmente più moderno d’Europa, vedeva nella Clinica Ortopedica fondata e diretta fin dall’inizio dal prof. Nicola Misasi uno dei suoi punti d’eccellenza. La direzione di questa Istituzione universitaria è continuata senza interruzioni fino al giorno della pensione nel 2001. Egli amava sempre rievocare, con i suoi collaboratori più vicini e anziani, proprio le peripezie che li avevano accomunati agli inizi quando, in una struttura che era ancora un cantiere aperto, avevano scaricato, spostato, montato mobili e suppellettili con la motivazione di chi sapeva di dare inizio ad una storia nuova fatta di coesione e di eccellenza. Una struttura di eccellenza, allora, che, grazie al giovane grintoso meticoloso appassionato innovatore, sarebbe diventata sempre più un punto di riferimento per la Ortopedia regionale e nazionale. Di qui una storia che dal 1972 si è protratta per decenni sino al nuovo millennio, e oltre, perché il prof. Nicola Misasi non si è comunque mai completamente distaccato dalla ortopedia nemmeno nei suoi ultimi giorni della sua esistenza. Una storia ricca di fatti, di aneddoti e di successi (tra i suoi allievi ricordiamo 4 professori ordinari, 4 associati e numerosi primari ospedalieri).Una storia che è stata vissuta sulle capacità di innovazione e di preveggenza regolate sui trend che la vita moderna, la nuova società, la nuova percezione dei servizi essenziali, le innovazioni nelle esigenze formative andavano imponendo. Ecco la formazione: il suo principale cruccio era riuscire a formare medici “moderni” e specialisti al passo dei tempi e l’insegnamento è sempre stato il suo impegno principe: L’insegnamento al corso di laurea di Medicina, migliaia i medici di Napoli e provincia e non solo, che ricorderanno le affollatissime lezioni di ortopedia del prof. Misasi, La direzione e l’insegnamento in tre scuole di specializzazione con indirizzo differente da lui fondate; Ortopedia e Traumatologia, Medicina Fisica e Riabilitazione e una delle pochissime scuole di specializzazione per chirurghi della mano e microchirurghi accreditate sul territorio nazionale; nel corso di questo lungo periodo, dal 1973 al 2001 sono stati formati, sotto la sua direzione, più di 300 ortopedici e oltre 200 fisiatri. L’aggiornamento era costante e avveniva anche con una progressiva continua integrazione tra mondo Universitario e Mondo Ospedaliero con incontri settimanali, i famosi martedì scientifici, che da sempre costituivano un appuntamento aperto a tutti, a significare che l’Università era una casa di accoglienza per chi voleva recepire e fare cultura in un ambiente che premiava tutti quelli che avessero qualcosa da dire o da ascoltare, al di là dei rigidi schematismi accademici. È stato via via nel corso della sua storia professionale il precursore di temi nuovi e poco praticati in Ortopedia o di nuove intuizioni: • amico personale del prof. Muller, uno dei “padri” mondiali della protesi d’anca ha iniziato tra i primi in Italia l’uso di queste protesi già proprio negli anni ’70; • negli anni ‘80 famose sono state le riunioni scientifiche che ogni anno si tenevano a Napoli, con la sua organizzazione, sul tema “Gli insuccessi in chirurgia ortopedica”. Per lui far parlare agli esperti dei loro insuccessi e di come fossero stati gestiti era più formativo di tanti altri corsi e congressi; • poi l’impulso dato verso lo studio e la cura della oncologia ortopedica, con la creazione insieme al prof. Campanacci del Rizzoli di Bologna della Società scientifica italiana di riferimento per i tumori ossei, il CIOSM, impulso anche finalizzato alla costituzione di un centro di riferimento al Sud per queste dolorose problematiche che sino ad allora non trovavano accoglienza negli ospedali del meridione, è stato infatti il fautore principe della creazione di un Settore di Ortopedia Oncologica all’Istituto dei Tumori Pascale di Napoli; • l’impulso dato allo studio della chirurgia vertebrale (lascia una scuola di eccellenza al Nuovo Policlinico per la cura della scoliosi), espresso anche in un mai dimenticato Congresso Nazionale del Gruppo Italiano Scoliosi - G.I.S. organizzato a Capri nel 1991 e da lui voluto dedicare alla memoria del prof. Romolo Savini che da pochi mesi era scomparso; • l’impulso dato alla Fondazione del Gruppo Italiano di Studio sulla Riprotesizzazione dell’Anca, lui paragonava la chirurgia di revisione alla chirurgia dei tumori come importanza della programmazione operatoria e come necessità di colmare sempre più vasti difetti ossei, furono da lui chiamati a questo primo embrione di G.I.R. esperti del ramo come i proff. Silvello, Spotorno, Massè, Marchetti, Pipino, Santori. Essi si riunirono per la prima volta nel 1988 a Salerno e poi nel 1990 a Capri.Su questa scia di studi il prof. Misasi ebbe l’intuizione tra i primi, negli anni successivi, dell’importanza della Revisione Precoce dell’Anca e organizzò sul Come, Quando e Perché della stessa un grande evento scientifico a Ischia nel 1996. • l’impulso infine, ma solo per motivi di spazio, dato alla Ricerca di base e alla ricerca applicata nel campo dell’ortopedia dove vantava collaborazioni illustri con i più grandi esperti italiani e mondiali.Alcune di esse a mo’ di esempio: col prof. Henneking della Florida, Padre dello studio sui tumori ossei; col prof. Louis di Marsiglia, tra i fondatori della moderna chirurgia vertebrale nel mondo; abbiamo detto del prof. Muller di Berna, per le problematiche della protesi d’anca; con i proff. Sculco e Salvati di New York, precursori del trattamento delle infezioni ortopediche, e in Italia con il prof. Tajana, valente istologo e primo studioso della cartilagine e il prof. Nicolais, attuale presidente del CNR, con il quale aveva fondato già agli inizi degli anni ‘90 il C.R.I.B., Centro Ricerche Interdipartimentale sui Biomateriali, dimostrando quanto fosse per lui fondamentale la sinergia di studio e ricerche con gruppi di studio differenti.E poi, naturalmente, una imponente attività scientifica e congressuale, più di 200 i lavori su riviste nazionali e internazionali, più di 500 i congressi che lo hanno avuto tra i principali oratori, che qualificavano la scuola del 2° Policlinico come una delle scuole ortopediche accreditate a livello nazionale ed europeo: di qui i riconoscimenti al prof. Misasi via via insignito di cariche in numerose società e comunità scientifi che sino alla presidenza, nel biennio 1992-1994, del massimo consesso italiano, ovvero la Presidenza della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, S.I.O.T. Biennio memorabile, in cui chi vi scrive è stato orgoglioso di essere Segretario alla Presidenza; basti dire che i 2 vicepresidenti di allora erano Paolo Cherubino e Marco D’Imporzano, numerosissime le attività svolte a favore dell’affermazione dell’ortopedico italiano sullo scenario scientifi co e sociale del nostro paese. In quegli anni aveva voluto che sul frontespizio del Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia comparisse la dicitura “Fondato da Giorgio Monticelli” perché riteneva importante valorizzare le cose del passato nella loro giusta luce. Amava ripetere infatti: “ ... bisogna conoscere la storia dell’ortopedia per non dimenticare gli ortopedici che hanno fatto la storia”. La sua Presidenza partì nel 1992 proprio con l’organizzazione del Congresso Nazionale di Ortopedia e Traumatologia, che il prof. Misasi volle tenere a Sorrento e che vide la partecipazione di oltre 4.000 ortopedici. L’opportunità che ci viene oggi fornita di ricordare una attività ed una carriera così intense e vissute ci porta a sottolineare e ad ancor più apprezzare la coerenza e la univocità di un percorso che sono le sole garanzie per poter giudicare della sincerità e della onestà di un insegnamento dato a centinaia di allievi e colleghi dal prof. Misasi; a queste virtù, chiunque l’abbia conosciuto lo ha toccato con mano, egli associava doti non comuni di sincera umana disponibilità e simpatia che hanno sempre accompagnato la persona ed il personaggio. Dopo la sua scomparsa gli allievi hanno chiesto di intitolargli l’Aula della Clinica Ortopedica dell’Università Federico II di Napoli, la stessa aula che lo aveva visto Docente per 30 anni. Si può dire, veramente, guardando anche alla storia della sua famiglia, la moglie, i figli, i nipoti, che è stato un uomo completo, un uomo di successo, un medico ed un ortopedico che si ricorderà per generazioni, anche per la sua signorilità e dignità, e per la sua discrezione e coerenza, doti di coerenza di vita che anche in morte in ossequio alla sua strenua laicità lo hanno portato a chiedere di essere cremato senza dare adito ad alcuna funzione religiosa. Del resto tali doti di discrezione e coerenza erano venute prepotentemente alla ribalta proprio quando le luci dei rifl ettori si erano spente sulla sua vita pubblica, così aveva voluto. Dal giorno in cui decise di andare in pensione infatti non era mai più tornato nella sua sede universitaria, nemmeno per un saluto, “non voglio essere di peso”, ripeteva; da quello stesso giorno non ha mai più partecipato a nessun evento scientifico, nazionale o locale, e si che gli inviti che riceveva erano innumerevoli, “i nonni devono stare con i nipotini, questo trascinarsi da un aula all’altra è patetico e non mi appartiene” era il suo commento alle richieste di partecipazione. Oggi con la sua scomparsa quelle doti sono dei fanali enormi che illuminano forte la sua figura e sotto la cui luce anche i nostri animi, tristi e più soli, tornano a riscaldarsi, anche solo per un attimo, nel suo ricordo. Noi che conosciamo la storia dell’ortopedia non potremo dimenticare Nicola Misasi. Ciao Direttore, Ciao “Prof ”.
2012
Ricordo del Prof. Nicola Misasi / Ruosi, Carlo. - In: GIORNALE ITALIANO DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA. - ISSN 0390-0134. - STAMPA. - 38:3(2012), pp. 128-130.
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