Il libro prende il via dalla scoperta e lo studio delle costruzioni in pietra da parte della cultura europea nel secondo Ottocento. Sono in particolare archeologi e geografi francesi che individuano l'importanza della tecnica costruttiva della pietra a secco nella regione pugliese e che denunciano che questa tipologia di edifici va tutelata dall'espansione di nuove costruzioni. Alberobello viene subito individuata come un caso eccezionale di insediamento urbano interamente costruito a trulli. Da questo interesse culturale deriva l'atto di tutela del 1910, ai sensi della legge Rosadi del 1909: il Rione Monti di Alberobello è monumento nazionale. I trulli entrano subito nell'immaginario della nazione. Contemporaneamente prende il via l'azione di tutela, che si rivela ben presto estremamente difficile. I trulli infatti non sono solo un'architettura spontanea di grande pregio, ma sono soprattutto lo spazio vitale di una comunità. Non a caso la popolazione, subito dopo il primo conflitto mondiale opera continue pressioni per adeguare le proprie abitazioni ai nuovi modelli di igiene e di consumo. Il governo fascista interverrà più volte per ribadire con fermezza il vincolo monumentale e paesaggistico. Dopo il secondo conflitto mondiale gli operatori americani suggeriscono di intervenire ad Alberobello per dotare il centro di strutture ricettive moderne a forma di trullo da destinare al turismo. Su questo progetto lavoreranno i tecnici dell'intervento straordinario della Cassa del Mezzogiorno, che cercheranno di finanziare interventi di bonifica, di restauro e di adeguamento delle abitazioni. Tuttavia i fondi saranno tutti destinati al turismo e praticamente nessun intervento sarà a vantaggio della popolazione locale. Successivamente si cercherà, ancora inutilmente, di varare una legge speciale per Alberobello. Nel 1996 l'Unesco iscrive i trulli di Alberobello nella lista del patrimonio mondiale dell'Umanità. Inizia così per il centro pugliese una nuova fase della sua storia. Il libro ricostruisce, su fonti d'archivio, le difficoltà dell'azione di tutela nel corso dell'intero Novecento. Si tratta di una storia nella quale si intrecciano la vicenda politica, l'evoluzione delle istituzioni, la storia culturale e la storia del turismo.

I trulli di Alberobello. Un secolo di tutela e di turismo / Berrino, Annunziata. - (2012).

I trulli di Alberobello. Un secolo di tutela e di turismo

BERRINO, ANNUNZIATA
2012

Abstract

Il libro prende il via dalla scoperta e lo studio delle costruzioni in pietra da parte della cultura europea nel secondo Ottocento. Sono in particolare archeologi e geografi francesi che individuano l'importanza della tecnica costruttiva della pietra a secco nella regione pugliese e che denunciano che questa tipologia di edifici va tutelata dall'espansione di nuove costruzioni. Alberobello viene subito individuata come un caso eccezionale di insediamento urbano interamente costruito a trulli. Da questo interesse culturale deriva l'atto di tutela del 1910, ai sensi della legge Rosadi del 1909: il Rione Monti di Alberobello è monumento nazionale. I trulli entrano subito nell'immaginario della nazione. Contemporaneamente prende il via l'azione di tutela, che si rivela ben presto estremamente difficile. I trulli infatti non sono solo un'architettura spontanea di grande pregio, ma sono soprattutto lo spazio vitale di una comunità. Non a caso la popolazione, subito dopo il primo conflitto mondiale opera continue pressioni per adeguare le proprie abitazioni ai nuovi modelli di igiene e di consumo. Il governo fascista interverrà più volte per ribadire con fermezza il vincolo monumentale e paesaggistico. Dopo il secondo conflitto mondiale gli operatori americani suggeriscono di intervenire ad Alberobello per dotare il centro di strutture ricettive moderne a forma di trullo da destinare al turismo. Su questo progetto lavoreranno i tecnici dell'intervento straordinario della Cassa del Mezzogiorno, che cercheranno di finanziare interventi di bonifica, di restauro e di adeguamento delle abitazioni. Tuttavia i fondi saranno tutti destinati al turismo e praticamente nessun intervento sarà a vantaggio della popolazione locale. Successivamente si cercherà, ancora inutilmente, di varare una legge speciale per Alberobello. Nel 1996 l'Unesco iscrive i trulli di Alberobello nella lista del patrimonio mondiale dell'Umanità. Inizia così per il centro pugliese una nuova fase della sua storia. Il libro ricostruisce, su fonti d'archivio, le difficoltà dell'azione di tutela nel corso dell'intero Novecento. Si tratta di una storia nella quale si intrecciano la vicenda politica, l'evoluzione delle istituzioni, la storia culturale e la storia del turismo.
2012
9788815238573
I trulli di Alberobello. Un secolo di tutela e di turismo / Berrino, Annunziata. - (2012).
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