La relazione è stata presentata al simposio indicato in intestazione e pubblicata in lingua giapponese nella rivista “Lanscape Research Japan”, vol. 69, n. 2, Oct. 2005. Il concetto di paesaggio è soggetto a continue revisioni e aggiornamenti; le conoscenze sulle dinamiche evolutive del paesaggio e i modi di definirlo e interpretarlo danno origine ai diversi metodi di tutela. Quello del paesaggio è un argomento che ha definitivamente superato l’ormai antica divaricazione tra “le due culture” (Snow, 1975), quella umanistica e quella scientifica. Nel giugno 1997 fu pubblicato lo “Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo”, risultato della riunione a Noordwijk dei ministri dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente degli stati membri dell’Unione. Il documento enfatizza l’importanza della conservazione “creativa” dei paesaggi culturali e regionali, evidenziandone l’integrazione tra componenti naturali e componenti antropiche, che si fondono con l’effetto di moltiplicare il valore ambientale e testimoniale di aree anche vaste. L’approccio è simile a quello seguito dall’UNESCO per l’iscrizione dei siti di particolare interesse nel patrimonio dell’umanità (World Heritage). Principi analoghi sono contenuti nella “Convenzione Europea per il Paesaggio”. Per citare, ad esempio, due casi italiani, il valore paesistico della “Costiera amalfitana” non sarebbe lo stesso se importanti centri storici non fossero incastonati nei fiordi originati dall’azione erosiva delle acque; per i rioni Sassi di Matera (un habitat contadino scavato) non è possibile separare l’effetto dei processi naturali di conformazione del paesaggio dall’azione antropica di escavazione. Il Italia i Piani Territoriali Paesistici sono obbligatori per i siti compresi in un elenco per il loro interesse pubblico. Ai piani devono provvedere le Regioni, alle quali lo Stato si sostituisce in caso di inadempienza. Gli esempi trattati assumono particolare rilevanza nel panorama della pianificazione paesistica italiana: il Piano Territoriale Paesistico dell’area Vesuviana e quello dei Campi Flegrei, il primo localizzato ad est e il secondo ad ovest della conurbazione napoletana. I due piani sono basati sullo stesso tipo di zonizzazione, ma possono considerarsi emblematici per l’approccio integrato che nasce dall’attenta conoscenza della costituzione dei terreni, della fauna e della flora, del sistema antropico rappresentato dai siti archeologici e storici e dalle coltivazioni agricole, che incidono particolarmente sulla conformazione del paesaggio. La tutela di queste aree è resa più rigida per il fatto che esse costituiscono i territori di un Parco nazionale (Vesuvio) e di un Parco regionale (Campi Flegrei) per effetto della legge sulle aree naturali protette del 1991, che istituisce gli Enti Parco con il compito di provvedere al Piano del Parco. Fino all’approvazione del Piano del parco si applicano le “Misure di salvaguardia”, con lo scopo di garantire la tutela delle aree comprese nel Parco. Il Piano del parco ha finalità simili a quelle del piano paesistico, ma è in un certo senso più complesso perché ai contenuti di tutela dell’area unisce quelli di sostegno allo sviluppo economico e di governo integrato del complessivo sistema naturale e antropico. La relazione comprende una sintetica descrizione dei luoghi per motivare il rapporto tra i caratteri delle singole aree (Unità di paesaggio) e la loro inclusione in Zone Territoriali Omogenee, a ciascuna delle quali corrispondono destinazioni e prescrizioni normative specifiche. Il Vesuvio, a differenza del Fujiyama, è circondato alla base del cono da una città continua ad anello abitata da 500.000 persone. La storia insegna che dopo ogni eruzione la gente ritorna ad abitare nelle aree invase dalla lava e dai vapori. Sia nell’area vesuviana che nell’area flegrea sono presenti complessi archeologici di straordinario valore che rendono ulteriormente difficile la tutela di estesi territori densamente popolati e soggetti a rischio vulcanico.

L’evoluzione del concetto di paesaggio e dei metodi di pianificazione delle aree protette in Europa e in Italia / Colombo, Loreto. - In: RANDOSUKĒPU KENKYŪ. - ISSN 1340-8984. - STAMPA. - 69:2(2005), pp. 1-7.

L’evoluzione del concetto di paesaggio e dei metodi di pianificazione delle aree protette in Europa e in Italia

COLOMBO, LORETO
2005

Abstract

La relazione è stata presentata al simposio indicato in intestazione e pubblicata in lingua giapponese nella rivista “Lanscape Research Japan”, vol. 69, n. 2, Oct. 2005. Il concetto di paesaggio è soggetto a continue revisioni e aggiornamenti; le conoscenze sulle dinamiche evolutive del paesaggio e i modi di definirlo e interpretarlo danno origine ai diversi metodi di tutela. Quello del paesaggio è un argomento che ha definitivamente superato l’ormai antica divaricazione tra “le due culture” (Snow, 1975), quella umanistica e quella scientifica. Nel giugno 1997 fu pubblicato lo “Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo”, risultato della riunione a Noordwijk dei ministri dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente degli stati membri dell’Unione. Il documento enfatizza l’importanza della conservazione “creativa” dei paesaggi culturali e regionali, evidenziandone l’integrazione tra componenti naturali e componenti antropiche, che si fondono con l’effetto di moltiplicare il valore ambientale e testimoniale di aree anche vaste. L’approccio è simile a quello seguito dall’UNESCO per l’iscrizione dei siti di particolare interesse nel patrimonio dell’umanità (World Heritage). Principi analoghi sono contenuti nella “Convenzione Europea per il Paesaggio”. Per citare, ad esempio, due casi italiani, il valore paesistico della “Costiera amalfitana” non sarebbe lo stesso se importanti centri storici non fossero incastonati nei fiordi originati dall’azione erosiva delle acque; per i rioni Sassi di Matera (un habitat contadino scavato) non è possibile separare l’effetto dei processi naturali di conformazione del paesaggio dall’azione antropica di escavazione. Il Italia i Piani Territoriali Paesistici sono obbligatori per i siti compresi in un elenco per il loro interesse pubblico. Ai piani devono provvedere le Regioni, alle quali lo Stato si sostituisce in caso di inadempienza. Gli esempi trattati assumono particolare rilevanza nel panorama della pianificazione paesistica italiana: il Piano Territoriale Paesistico dell’area Vesuviana e quello dei Campi Flegrei, il primo localizzato ad est e il secondo ad ovest della conurbazione napoletana. I due piani sono basati sullo stesso tipo di zonizzazione, ma possono considerarsi emblematici per l’approccio integrato che nasce dall’attenta conoscenza della costituzione dei terreni, della fauna e della flora, del sistema antropico rappresentato dai siti archeologici e storici e dalle coltivazioni agricole, che incidono particolarmente sulla conformazione del paesaggio. La tutela di queste aree è resa più rigida per il fatto che esse costituiscono i territori di un Parco nazionale (Vesuvio) e di un Parco regionale (Campi Flegrei) per effetto della legge sulle aree naturali protette del 1991, che istituisce gli Enti Parco con il compito di provvedere al Piano del Parco. Fino all’approvazione del Piano del parco si applicano le “Misure di salvaguardia”, con lo scopo di garantire la tutela delle aree comprese nel Parco. Il Piano del parco ha finalità simili a quelle del piano paesistico, ma è in un certo senso più complesso perché ai contenuti di tutela dell’area unisce quelli di sostegno allo sviluppo economico e di governo integrato del complessivo sistema naturale e antropico. La relazione comprende una sintetica descrizione dei luoghi per motivare il rapporto tra i caratteri delle singole aree (Unità di paesaggio) e la loro inclusione in Zone Territoriali Omogenee, a ciascuna delle quali corrispondono destinazioni e prescrizioni normative specifiche. Il Vesuvio, a differenza del Fujiyama, è circondato alla base del cono da una città continua ad anello abitata da 500.000 persone. La storia insegna che dopo ogni eruzione la gente ritorna ad abitare nelle aree invase dalla lava e dai vapori. Sia nell’area vesuviana che nell’area flegrea sono presenti complessi archeologici di straordinario valore che rendono ulteriormente difficile la tutela di estesi territori densamente popolati e soggetti a rischio vulcanico.
2005
L’evoluzione del concetto di paesaggio e dei metodi di pianificazione delle aree protette in Europa e in Italia / Colombo, Loreto. - In: RANDOSUKĒPU KENKYŪ. - ISSN 1340-8984. - STAMPA. - 69:2(2005), pp. 1-7.
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