Auschwitz, - l’assoluto “dolore del mondo” -, rappresenta il punto di non ritorno di una umanità smarrita e incattivita, che, dimentica del suo essere plurale, rincorre una identità, - il suo essere -, negando l’alterità, - l’essere dell’altro -, ricorrendo anche alla violenza contro l’altro e alla sua soppressione fisica pur di affermare se stessa. Ma negando l’alterità, l’umanità nega anche la sua identità e si condanna all’autodistruzione. Il buio dell’oscurità, non il chiarore della luce, accompagna il cammino dell’uomo nel mondo. L’umanità conosce qui il suo fallimento e la sua catastrofe. C’è un’alternativa a questa deriva, cui l’umanità va incontro inevitabilmente? È una deriva, che sembra condurre il mondo dell’uomo in un vicolo cieco. La perdita di sé si accompagna alla rinuncia a misurarsi con quell’ideale di umanità, espressione dell’eredità giudaico-cristiana, che ci definisce come esseri aperti al tu, dal quale l’io riceve la sua stessa esistenza. Lui è come me è una risposta a questo interrogativo, che si offre come stimolo e occasione di confronto e di discussione. È una risposta, che vuole riannodare i fili di una lunga tradizione, che ha difeso, non senza incertezze e ambiguità, le ragioni del “tu” contro lo strapotere dell’ “io”. Le sconfitte dell’uomo sono state assai più numerose delle vittorie. Ma gli esseri umani, volendolo e lottando per essa, possono ancora vincere la sfida decisiva. L’ «aspirazione alla pienezza e al compimento interiore», presente in ogni essere umano, rimane vana e illusoria, se l’io nel suo viaggio alla scoperta di sé, non incontra il tu dell’esistenza e insieme si riconoscono soggetti e protagonisti di una relazione fraterna. Lo stato di compimento e di pienezza dell’essere, che ogni individuo umano rincorre, più che un “territorio” dell’io, costituisce un “orizzonte” plurale, nel quale confluisce il noi dell’esistenza concreta, nella consapevolezza «che senza di esso, […]. La vita non ha lo stesso valore». È una vita che si apre sull’orizzonte dell’altro ed è nella sua apertura più totale che si afferma e si realizza l’essere dell’uomo. L’uomo è un essere con l’altro, mai senza l’altro, mai contro l’altro. Nello sguardo sull’altro, egli si scopre come sé, costruisce la sua identità ed è realmente se stesso. Il rischio dell’uomo, che si nega a questo destino comune, è la caduta nell’inumano, la sconfitta della ragione. Gli uomini fanno parte di un’unità plurale più grande, - l’umanità -, nella quale tutti gli umani si ritrovano come a “casa propria”, rimanendo ciascuno nella propria individualità, ma riscoprendo e coltivando le radici comuni delle loro reciproche identità e appartenenze. Le identità di ciascuno, così come le loro appartenenze, non sono separabili dalle identità degli altri, perché, coniugate al plurale, si realizzano nell’accoglienza reciproca, nella ricerca della solidarietà e nell’esercizio della comune responsabilità per il mondo e per l’uomo.

Lui è come me. Intersoggettività, accoglienza e responsabilità / Pititto, Rocco. - (2012).

Lui è come me. Intersoggettività, accoglienza e responsabilità

PITITTO, ROCCO
2012

Abstract

Auschwitz, - l’assoluto “dolore del mondo” -, rappresenta il punto di non ritorno di una umanità smarrita e incattivita, che, dimentica del suo essere plurale, rincorre una identità, - il suo essere -, negando l’alterità, - l’essere dell’altro -, ricorrendo anche alla violenza contro l’altro e alla sua soppressione fisica pur di affermare se stessa. Ma negando l’alterità, l’umanità nega anche la sua identità e si condanna all’autodistruzione. Il buio dell’oscurità, non il chiarore della luce, accompagna il cammino dell’uomo nel mondo. L’umanità conosce qui il suo fallimento e la sua catastrofe. C’è un’alternativa a questa deriva, cui l’umanità va incontro inevitabilmente? È una deriva, che sembra condurre il mondo dell’uomo in un vicolo cieco. La perdita di sé si accompagna alla rinuncia a misurarsi con quell’ideale di umanità, espressione dell’eredità giudaico-cristiana, che ci definisce come esseri aperti al tu, dal quale l’io riceve la sua stessa esistenza. Lui è come me è una risposta a questo interrogativo, che si offre come stimolo e occasione di confronto e di discussione. È una risposta, che vuole riannodare i fili di una lunga tradizione, che ha difeso, non senza incertezze e ambiguità, le ragioni del “tu” contro lo strapotere dell’ “io”. Le sconfitte dell’uomo sono state assai più numerose delle vittorie. Ma gli esseri umani, volendolo e lottando per essa, possono ancora vincere la sfida decisiva. L’ «aspirazione alla pienezza e al compimento interiore», presente in ogni essere umano, rimane vana e illusoria, se l’io nel suo viaggio alla scoperta di sé, non incontra il tu dell’esistenza e insieme si riconoscono soggetti e protagonisti di una relazione fraterna. Lo stato di compimento e di pienezza dell’essere, che ogni individuo umano rincorre, più che un “territorio” dell’io, costituisce un “orizzonte” plurale, nel quale confluisce il noi dell’esistenza concreta, nella consapevolezza «che senza di esso, […]. La vita non ha lo stesso valore». È una vita che si apre sull’orizzonte dell’altro ed è nella sua apertura più totale che si afferma e si realizza l’essere dell’uomo. L’uomo è un essere con l’altro, mai senza l’altro, mai contro l’altro. Nello sguardo sull’altro, egli si scopre come sé, costruisce la sua identità ed è realmente se stesso. Il rischio dell’uomo, che si nega a questo destino comune, è la caduta nell’inumano, la sconfitta della ragione. Gli uomini fanno parte di un’unità plurale più grande, - l’umanità -, nella quale tutti gli umani si ritrovano come a “casa propria”, rimanendo ciascuno nella propria individualità, ma riscoprendo e coltivando le radici comuni delle loro reciproche identità e appartenenze. Le identità di ciascuno, così come le loro appartenenze, non sono separabili dalle identità degli altri, perché, coniugate al plurale, si realizzano nell’accoglienza reciproca, nella ricerca della solidarietà e nell’esercizio della comune responsabilità per il mondo e per l’uomo.
2012
9788838241543
Lui è come me. Intersoggettività, accoglienza e responsabilità / Pititto, Rocco. - (2012).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/428579
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