Il testo è articolato in tre sezioni: Luoghi, Limiti, Legami. Con una parte conclusiva dal titolo Ho sognato che liberavano Giuseppe, non senza il rimando alla suggestione biblica del nome. Si parte dal “luogo comune” per cui la filosofia è sempre considerata “fuori luogo”, per dare valenza a quel fuori come di una pratica del filosofo. L’indicazione di un esercizio: si tratta ogni volta di vedere quel manca in quello che c’è perché ciò che c’è sia veramente quel che è. In pratica: vedere quel che manca alla mia città perché sia vera nel suo essere. Il rimando è al visibile e invisibile, al registro eidetico del sapere a quello della voce e perciò dei luoghi in cui si esprime e si modifica. Il libro è una guida alla pratica di una filosofia portata nei luoghi d’eccezione: scuole a rischio, carceri, ospedali, periferie, ma anche aziende. I passaggi si concentrano su più massime, tra cui quella riferita a regole e relazioni. Le prime sono vuote e le altre cieche e violente quando non si rapportano in una dimensione etica che seguendo il principio kantiano che la ispira giunge al dovere della realizzazione di sé e della felicità altrui. L’uno non è senza l’altro dovere. Sullo sfondo opera, e incide, la prospettiva di dell’etica dei legami come restituzione, direttamente orientata all’espressione della filosofia come sapere saggiante il legame più importante. Ed è il legame tra la vita che si è come viventi e la vita che si ha come esistenti.
Filosofia fuori le mura / Ferraro, Giuseppe. - STAMPA. - (2010).
Filosofia fuori le mura
FERRARO, GIUSEPPE
2010
Abstract
Il testo è articolato in tre sezioni: Luoghi, Limiti, Legami. Con una parte conclusiva dal titolo Ho sognato che liberavano Giuseppe, non senza il rimando alla suggestione biblica del nome. Si parte dal “luogo comune” per cui la filosofia è sempre considerata “fuori luogo”, per dare valenza a quel fuori come di una pratica del filosofo. L’indicazione di un esercizio: si tratta ogni volta di vedere quel manca in quello che c’è perché ciò che c’è sia veramente quel che è. In pratica: vedere quel che manca alla mia città perché sia vera nel suo essere. Il rimando è al visibile e invisibile, al registro eidetico del sapere a quello della voce e perciò dei luoghi in cui si esprime e si modifica. Il libro è una guida alla pratica di una filosofia portata nei luoghi d’eccezione: scuole a rischio, carceri, ospedali, periferie, ma anche aziende. I passaggi si concentrano su più massime, tra cui quella riferita a regole e relazioni. Le prime sono vuote e le altre cieche e violente quando non si rapportano in una dimensione etica che seguendo il principio kantiano che la ispira giunge al dovere della realizzazione di sé e della felicità altrui. L’uno non è senza l’altro dovere. Sullo sfondo opera, e incide, la prospettiva di dell’etica dei legami come restituzione, direttamente orientata all’espressione della filosofia come sapere saggiante il legame più importante. Ed è il legame tra la vita che si è come viventi e la vita che si ha come esistenti.File | Dimensione | Formato | |
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