Nell’ambito della estrema varietà di inquinanti in ambienti interni, le polveri attive costituiscono, sui luoghi di lavoro nel settore farmaceutico, un agente specifico di rischio connesso alla possibilità che una sostanza o un preparato, che si presenta in forma di polveri, in particolari condizioni ambientali, provochi fenomeni di tossicità da contatto e/o inalazione, e/o produca l’innescarsi di incendi o esplosioni. Come è noto le polveri attive si differenziano da quelle inerti, oltre che per il rischio connesso con la loro inalazione, per la capacità di provocare esplosioni e deflagrazioni anche quando il materiale coinvolto nel ciclo produttivo non è normalmente ritenuto pericoloso. Le indagini successive agli incidenti in ambito chimico-farmaceutico spesso hanno evidenziato che la causa di tali eventi sia da ascriversi prevalentemente alla scorretta valutazione del rischio e, in alcuni casi, alla non completa conoscenza, da parte degli addetti agli impianti, delle condizioni che possono favorirne la pericolosità. Appare cruciale, quindi, nei contesti della produzione farmaceutica, disporre di metodologie di valutazione che siano in grado di analizzare i problemi connessi col rischio specifico legato all’emissione di polveri attive, in relazione con altre componenti dell’ambiente di lavoro, sia di natura tecnica che di natura organizzativa, quali per esempio, la conformazione architettonica degli spazi, le caratteristiche degli impianti, la localizzazione della attività antropiche, nonché la natura di tali attività e le loro caratteristiche di svolgimento. Il livello di pericolosità dipende in gran parte dalle eventuali dinamiche di incidenza, che possono generare condizioni di accelerazione o aggravamento, o addirittura produrre l’innescarsi di ulteriori situazioni di pericolo, che non emergono dall’analisi dei singoli fattori considerati separatamente. Pertanto, partendo dal presupposto che le diverse componenti influiscono sul rischio in maniera interrelata, sia in termini di fattori di incidenza, sia in rapporto agli effetti di reciprocità che si stabiliscono tra le diverse situazioni di rischio, il progetto di ricerca IntegrARE, condotto dal LEAS, Laboratorio di Ergonomia Applicata e Sperimentale dell’Università Federico II di Napoli, in partnership con la Direzione Regionale per la Campania dell’INAIL e lo stabilimento di Torre Annunziata (NA) della Novartis Farma Spa, ha previsto la messa a punto di strumenti ad hoc per la individuazione degli elementi e delle condizioni che generano le situazioni di rischio in ambienti di produzione farmaceutica, oltre a proporre la ricerca di metodologie in grado di effettuare lo studio dell’interazione tra i singoli fattori di rischio.

Il ruolo delle condizioni architettoniche ed ergonomiche nella valutazione integrata del rischio da polveri farmaceutiche. Un caso studio: il progetto IntegrARE / Attaianese, Erminia; L., Attaianese; Coppola, Nunzia; R., D’Angelo; DE MARGHERITI, Gabriella; Duca, Gabriella; E., Russo. - STAMPA. - (2011), pp. 179-187. (Intervento presentato al convegno Microinquinanti degli ambienti idi lavoro e di vita: montoraggio ambientale, monitoraggio biologico e valutazione del rischio tenutosi a Napoli nel 6-7 ottobre).

Il ruolo delle condizioni architettoniche ed ergonomiche nella valutazione integrata del rischio da polveri farmaceutiche. Un caso studio: il progetto IntegrARE

ATTAIANESE, ERMINIA;COPPOLA, NUNZIA;DE MARGHERITI, GABRIELLA;DUCA, GABRIELLA;
2011

Abstract

Nell’ambito della estrema varietà di inquinanti in ambienti interni, le polveri attive costituiscono, sui luoghi di lavoro nel settore farmaceutico, un agente specifico di rischio connesso alla possibilità che una sostanza o un preparato, che si presenta in forma di polveri, in particolari condizioni ambientali, provochi fenomeni di tossicità da contatto e/o inalazione, e/o produca l’innescarsi di incendi o esplosioni. Come è noto le polveri attive si differenziano da quelle inerti, oltre che per il rischio connesso con la loro inalazione, per la capacità di provocare esplosioni e deflagrazioni anche quando il materiale coinvolto nel ciclo produttivo non è normalmente ritenuto pericoloso. Le indagini successive agli incidenti in ambito chimico-farmaceutico spesso hanno evidenziato che la causa di tali eventi sia da ascriversi prevalentemente alla scorretta valutazione del rischio e, in alcuni casi, alla non completa conoscenza, da parte degli addetti agli impianti, delle condizioni che possono favorirne la pericolosità. Appare cruciale, quindi, nei contesti della produzione farmaceutica, disporre di metodologie di valutazione che siano in grado di analizzare i problemi connessi col rischio specifico legato all’emissione di polveri attive, in relazione con altre componenti dell’ambiente di lavoro, sia di natura tecnica che di natura organizzativa, quali per esempio, la conformazione architettonica degli spazi, le caratteristiche degli impianti, la localizzazione della attività antropiche, nonché la natura di tali attività e le loro caratteristiche di svolgimento. Il livello di pericolosità dipende in gran parte dalle eventuali dinamiche di incidenza, che possono generare condizioni di accelerazione o aggravamento, o addirittura produrre l’innescarsi di ulteriori situazioni di pericolo, che non emergono dall’analisi dei singoli fattori considerati separatamente. Pertanto, partendo dal presupposto che le diverse componenti influiscono sul rischio in maniera interrelata, sia in termini di fattori di incidenza, sia in rapporto agli effetti di reciprocità che si stabiliscono tra le diverse situazioni di rischio, il progetto di ricerca IntegrARE, condotto dal LEAS, Laboratorio di Ergonomia Applicata e Sperimentale dell’Università Federico II di Napoli, in partnership con la Direzione Regionale per la Campania dell’INAIL e lo stabilimento di Torre Annunziata (NA) della Novartis Farma Spa, ha previsto la messa a punto di strumenti ad hoc per la individuazione degli elementi e delle condizioni che generano le situazioni di rischio in ambienti di produzione farmaceutica, oltre a proporre la ricerca di metodologie in grado di effettuare lo studio dell’interazione tra i singoli fattori di rischio.
2011
9788886293181
Il ruolo delle condizioni architettoniche ed ergonomiche nella valutazione integrata del rischio da polveri farmaceutiche. Un caso studio: il progetto IntegrARE / Attaianese, Erminia; L., Attaianese; Coppola, Nunzia; R., D’Angelo; DE MARGHERITI, Gabriella; Duca, Gabriella; E., Russo. - STAMPA. - (2011), pp. 179-187. (Intervento presentato al convegno Microinquinanti degli ambienti idi lavoro e di vita: montoraggio ambientale, monitoraggio biologico e valutazione del rischio tenutosi a Napoli nel 6-7 ottobre).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/420132
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