Politica e governo del territorio in Italia e Campania arretrano rispetto ai principi democratici di solidarietà umana e pari opportunità. L’attuale organizzazione economica, fondata esclusivamente su sovrapproduzione di merci e globalizzazione del loro trasporto e commercializzazione, condiziona la trasformazione dei territori e la qualità della vita delle comunità locali. A distanza di quarant’anni, dalla prima grande crisi energetica, i temi del progetto di città sostenibili e a basso impatto ambientale sono centrali nel dibattito scientifico e produttivo. Progettare una città al femminile significa avere cura dei luoghi e rispettare le esigenze e i fabbisogni di bambini, anziani e delle donne stesse che costituiscono il corpo della società e non una minoranza. Il recupero prudente delle preesistenze per non sprecare risorse naturali ed economiche è alla base dell’approccio di genere per la conservazione di città e paesaggi contro scenari di metropoli capitaliste in concorrenza a megalopoli schiaviste della Cindia e dei paesi dell’America Latina e dell’Africa. Il Coordinamento Napoletano “Donne e Scienza” si è occupato del tema della sostenibilità ambientale all’impatto antropico nella progettazione della città e del territorio con il Convegno del marzo 2009, dal titolo Natura, Storia e Città: interazioni ed evoluzione. Le ricercatrici hanno fatto emergere il pensiero della diff erenza nella costruzione di una società più democratica, attenta alle istanze dell’integrazione, tutela sociale, conservazione della biodiversità ed equa distribuzione di risorse naturali ed energetiche nel progetto di città. In particolare, per far fronte alla crescita incontrollata della conurbazione che ha interessato i suoli più fertili della Campania, è stato proposto il riequilibrio dell’armatura urbana con l’accorpamento degli attuali 551 Comuni della Regione in 100 Città Medie, oltre Napoli, anticipando uno dei punti più dibattuti della fi nanziaria d’agosto. L’idea alternativa della composizione delle Città Medie e di una costellazione policentrica diviene il presupposto del pensiero politico e di governo del territorio fondato sulla redistribuzione di beni per le pari opportunità reali e di tutti. Progettare una città al femminile significa alternare il costruito a parchi e giardini, dotare i luoghi urbani di spazi per la sosta e il tempo libero, rendere accessibili gli spazi dedicati al lavoro come all’abitare e controllare la salubrità delle residenze e la sicurezza.

Come e perché progettare una città al femminile / Buondonno, Emma. - ELETTRONICO. - (2011).

Come e perché progettare una città al femminile

BUONDONNO, EMMA
2011

Abstract

Politica e governo del territorio in Italia e Campania arretrano rispetto ai principi democratici di solidarietà umana e pari opportunità. L’attuale organizzazione economica, fondata esclusivamente su sovrapproduzione di merci e globalizzazione del loro trasporto e commercializzazione, condiziona la trasformazione dei territori e la qualità della vita delle comunità locali. A distanza di quarant’anni, dalla prima grande crisi energetica, i temi del progetto di città sostenibili e a basso impatto ambientale sono centrali nel dibattito scientifico e produttivo. Progettare una città al femminile significa avere cura dei luoghi e rispettare le esigenze e i fabbisogni di bambini, anziani e delle donne stesse che costituiscono il corpo della società e non una minoranza. Il recupero prudente delle preesistenze per non sprecare risorse naturali ed economiche è alla base dell’approccio di genere per la conservazione di città e paesaggi contro scenari di metropoli capitaliste in concorrenza a megalopoli schiaviste della Cindia e dei paesi dell’America Latina e dell’Africa. Il Coordinamento Napoletano “Donne e Scienza” si è occupato del tema della sostenibilità ambientale all’impatto antropico nella progettazione della città e del territorio con il Convegno del marzo 2009, dal titolo Natura, Storia e Città: interazioni ed evoluzione. Le ricercatrici hanno fatto emergere il pensiero della diff erenza nella costruzione di una società più democratica, attenta alle istanze dell’integrazione, tutela sociale, conservazione della biodiversità ed equa distribuzione di risorse naturali ed energetiche nel progetto di città. In particolare, per far fronte alla crescita incontrollata della conurbazione che ha interessato i suoli più fertili della Campania, è stato proposto il riequilibrio dell’armatura urbana con l’accorpamento degli attuali 551 Comuni della Regione in 100 Città Medie, oltre Napoli, anticipando uno dei punti più dibattuti della fi nanziaria d’agosto. L’idea alternativa della composizione delle Città Medie e di una costellazione policentrica diviene il presupposto del pensiero politico e di governo del territorio fondato sulla redistribuzione di beni per le pari opportunità reali e di tutti. Progettare una città al femminile significa alternare il costruito a parchi e giardini, dotare i luoghi urbani di spazi per la sosta e il tempo libero, rendere accessibili gli spazi dedicati al lavoro come all’abitare e controllare la salubrità delle residenze e la sicurezza.
2011
Come e perché progettare una città al femminile / Buondonno, Emma. - ELETTRONICO. - (2011).
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