Il tema delle Giornate Internazionali di Studio “Abitare il Futuro...dopo Copenhagen” ha raccolto numerosi contributi sugli scenari innovativi delle trasformazioni che tenderanno a modificare i caratteri della città e delle architetture, con particolare riferimento alla tradizione europea e italiana. Altri contributi si sono invece collocati su un piano che vede la “pretesa” del nuovo come un pericoloso mito del mondo contemporaneo che favorisce il disordine nelle identità dei contesti, richiedendo l’introduzione di principi ordinatori e di riconoscibilità riferiti al valore dell’esperienza storica dell’architettura e della città. La città e gli edifici intesi come strutture dissipative/conservative testimoniano la sensibilità ai temi dell’orientamento dell’impianto urbano, della densificazione urbana come risposta al consumo di suolo e alla impermeabilizzazione del territorio, delle città e degli edifici come sistemi che utilizzano risorse. Da un lato, un innovativo rapporto con il contesto e con l’ambiente richiede edifici con assetti lontani dall’equilibrio e, quindi, dissipativi, ovvero dinamici e interattivi, basati su cambiamenti del “metabolismo”, scambio di flussi, autoregolazioni; dall’altro, l’uso razionale delle risorse richiede edifici che sappiano “conservare” l’energia e i materiali accanto alla loro identità culturale e che abbiano, quindi, una maggiore durata nel tempo. Il modello di città europea della città compatta consente di contrastare la dispersione urbana e la dissipazione energetica, introducendo approcci innovativi che vanno dalla landskape ecology all’uso delle green tech.

Costruire sostenibile. Abitare il futuro...dopo Copenhagen / D'Ambrosio, Valeria. - In: MODULO. - ISSN 0390-1025. - STAMPA. - 368(2011), pp. 241-245.

Costruire sostenibile. Abitare il futuro...dopo Copenhagen

D'AMBROSIO, VALERIA
2011

Abstract

Il tema delle Giornate Internazionali di Studio “Abitare il Futuro...dopo Copenhagen” ha raccolto numerosi contributi sugli scenari innovativi delle trasformazioni che tenderanno a modificare i caratteri della città e delle architetture, con particolare riferimento alla tradizione europea e italiana. Altri contributi si sono invece collocati su un piano che vede la “pretesa” del nuovo come un pericoloso mito del mondo contemporaneo che favorisce il disordine nelle identità dei contesti, richiedendo l’introduzione di principi ordinatori e di riconoscibilità riferiti al valore dell’esperienza storica dell’architettura e della città. La città e gli edifici intesi come strutture dissipative/conservative testimoniano la sensibilità ai temi dell’orientamento dell’impianto urbano, della densificazione urbana come risposta al consumo di suolo e alla impermeabilizzazione del territorio, delle città e degli edifici come sistemi che utilizzano risorse. Da un lato, un innovativo rapporto con il contesto e con l’ambiente richiede edifici con assetti lontani dall’equilibrio e, quindi, dissipativi, ovvero dinamici e interattivi, basati su cambiamenti del “metabolismo”, scambio di flussi, autoregolazioni; dall’altro, l’uso razionale delle risorse richiede edifici che sappiano “conservare” l’energia e i materiali accanto alla loro identità culturale e che abbiano, quindi, una maggiore durata nel tempo. Il modello di città europea della città compatta consente di contrastare la dispersione urbana e la dissipazione energetica, introducendo approcci innovativi che vanno dalla landskape ecology all’uso delle green tech.
2011
Costruire sostenibile. Abitare il futuro...dopo Copenhagen / D'Ambrosio, Valeria. - In: MODULO. - ISSN 0390-1025. - STAMPA. - 368(2011), pp. 241-245.
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