La realizzazione della linea 6 della rete metropolitana di Napoli ha rappresentato per il quartiere Fuorigrotta e per la città in generale, l’occasione per attuare un profondo cambiamento in termini qualitativi e funzionali andando ad incidere spesso anche sulla struttura dei luoghi interessati dagli interventi. Non era scontato che fosse così. La rete di trasporto metropolitano è un’infrastruttura interamente sotterranea che emerge in superficie esclusivamente nei punti di accesso ad essa: le stazioni. A Napoli, l’attenzione non si è concentrata esclusivamente sulla progettazione e realizzazione di stazioni di elevata qualità ma ha determinato notevoli impatti, in termini di riqualificazione urbana, sugli spazi di superficie a partire dalle stazioni, ma come abbiamo visto estendendosi ad aree anche molto ampie. Alle stazioni, i punti dove si verifica l’interscambio tra la rete sotterranea dei trasporti e la città che vive in superficie, è stata prestata la massima attenzione in termini funzionali ma anche architettonici ed artistici (a Napoli in molte stazioni sono state installate opere d’arte) trasformando un’opera ingegneristica in un’opera d’arte. Ciò che però ha creato il “modello Napoli”, apprezzato anche a livello internazionale, è l’utilizzo della realizzazione dell’infrastruttura per il ripensamento di importanti aree in superfici con la consapevolezza che per la presenza della nuova infrastruttura e l’incremento dei livelli di accessibilità si modificano le modalità e l’intensità con le quali gli spazi urbani vengono utilizzati spesso con effetti non sempre positivi. A Napoli, invece, si è posta molta attenzione al ripensamento degli spazi pubblici prossimi alle stazioni non solo per incrementare l’accessibilità e la visibilità degli ingressi alle infrastrutture di trasporto su ferro, ma per innescare diffusi fenomeni di riqualificazione e massimizzare gli effetti dell’intervento non esclusivamente in termini trasportistici ma anche urbani e quindi in termini economici e sociali. La realizzazione degli interventi in superficie ha consentito la realizzazione e la promozione di una rete della qualità, costituita da “poli” e “corridoi” in grado di innescare il superamento delle condizioni di degrado fisico, funzionale, sociale, economico, che contraddistingueva molte aree prima dell’intervento e restituendo qualità urbana alla città nel suo complesso.

Infrastrutture per la mobilità e qualità urbana. Napoli una best practice / Cerrone, Daniela. - In: TEMA. - ISSN 1970-9870. - ELETTRONICO. - Volume 3:Numero 4(2010), pp. 33-42.

Infrastrutture per la mobilità e qualità urbana. Napoli una best practice

CERRONE, DANIELA
2010

Abstract

La realizzazione della linea 6 della rete metropolitana di Napoli ha rappresentato per il quartiere Fuorigrotta e per la città in generale, l’occasione per attuare un profondo cambiamento in termini qualitativi e funzionali andando ad incidere spesso anche sulla struttura dei luoghi interessati dagli interventi. Non era scontato che fosse così. La rete di trasporto metropolitano è un’infrastruttura interamente sotterranea che emerge in superficie esclusivamente nei punti di accesso ad essa: le stazioni. A Napoli, l’attenzione non si è concentrata esclusivamente sulla progettazione e realizzazione di stazioni di elevata qualità ma ha determinato notevoli impatti, in termini di riqualificazione urbana, sugli spazi di superficie a partire dalle stazioni, ma come abbiamo visto estendendosi ad aree anche molto ampie. Alle stazioni, i punti dove si verifica l’interscambio tra la rete sotterranea dei trasporti e la città che vive in superficie, è stata prestata la massima attenzione in termini funzionali ma anche architettonici ed artistici (a Napoli in molte stazioni sono state installate opere d’arte) trasformando un’opera ingegneristica in un’opera d’arte. Ciò che però ha creato il “modello Napoli”, apprezzato anche a livello internazionale, è l’utilizzo della realizzazione dell’infrastruttura per il ripensamento di importanti aree in superfici con la consapevolezza che per la presenza della nuova infrastruttura e l’incremento dei livelli di accessibilità si modificano le modalità e l’intensità con le quali gli spazi urbani vengono utilizzati spesso con effetti non sempre positivi. A Napoli, invece, si è posta molta attenzione al ripensamento degli spazi pubblici prossimi alle stazioni non solo per incrementare l’accessibilità e la visibilità degli ingressi alle infrastrutture di trasporto su ferro, ma per innescare diffusi fenomeni di riqualificazione e massimizzare gli effetti dell’intervento non esclusivamente in termini trasportistici ma anche urbani e quindi in termini economici e sociali. La realizzazione degli interventi in superficie ha consentito la realizzazione e la promozione di una rete della qualità, costituita da “poli” e “corridoi” in grado di innescare il superamento delle condizioni di degrado fisico, funzionale, sociale, economico, che contraddistingueva molte aree prima dell’intervento e restituendo qualità urbana alla città nel suo complesso.
2010
Infrastrutture per la mobilità e qualità urbana. Napoli una best practice / Cerrone, Daniela. - In: TEMA. - ISSN 1970-9870. - ELETTRONICO. - Volume 3:Numero 4(2010), pp. 33-42.
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