Gli eventi sismici che si sono abbattuti sui centri minori dell’entroterra della Campania nel corso del Novecento, in particolare quello del 1980, hanno fatto perdere l’identità di interi brani di paesaggi costruiti, decretandone l’abbandono e condannandoli all’oblio. Di contro, la delocalizzazione di interi centri abitati ha contribuito a ridisegnare il paesaggio con interventi alla scala urbana in cui il disegno si configura come strumento di progetto dello spazio a misura d’uomo. Questi luoghi urbani sono, oggi, alla ricerca di un’identità che, più che nascere da un processo di sedimentazione naturale, deve emergere da una crescita rapida, spesso accelerata o addirittura forzata, che necessita di tempi più lunghi per poter misurare la rispondenza degli intenti progettuali come fatto materiale. La ricostruzione ha umanizzato e urbanizzato il paesaggio con l’obiettivo di riscattarne tutta la materialità di spazio costruito e lasciar maturare nuovi e inattesi significati che non eludano il rispetto del preesistente, ma lo reinterpretino in chiave dinamica. La trasformazione del paesaggio a seguito di eventi cosi impattanti sul territorio, ridisegna lo spazio costruito in base alle interrelazioni umane alla scala dell’intero borgo, configurando spazi urbani che necessitano di essere “interiorizzati” per includere al preesistente il nuovo. La qualità architettonica non è solo un requisito intrinseco del progetto e del processo edilizio, ma anche un valore aggiunto giorno per giorno finché non si costruisce una memoria storica, e l’uomo non riesce ad appropriarsi dei luoghi e a vivere la trasformazione come momento di riconoscimento culturale. In effetti, il cambiamento che è insito nella modificazione del contesto è energia che nasce dalla conoscenza del contesto stesso e si traduce in spazi costruiti nell’architettura. E questa energia è una risorsa che deve essere trasmessa al contesto umano. Il tema-luogo del progetto, sperimentato nelle nuove realtà urbane di Bisaccia ed Apice, consente di formulare riflessioni su ciò che è stato fatto, sui come e sui perché della trasformazione e sui tempi necessari per sedimentare.

Terremoto e paesaggi costruiti nel progetto dello spazio urbano / Ausiello, Gigliola; Ferrucci, A.; Pagliarulo, V.. - (2011), pp. 1-10. (Intervento presentato al convegno IL DISEGNO DELLE TRASFORMAZIONI tenutosi a Napoli, facoltà di Ingegneria nel 1-2 dicembre 2011).

Terremoto e paesaggi costruiti nel progetto dello spazio urbano

AUSIELLO, GIGLIOLA;
2011

Abstract

Gli eventi sismici che si sono abbattuti sui centri minori dell’entroterra della Campania nel corso del Novecento, in particolare quello del 1980, hanno fatto perdere l’identità di interi brani di paesaggi costruiti, decretandone l’abbandono e condannandoli all’oblio. Di contro, la delocalizzazione di interi centri abitati ha contribuito a ridisegnare il paesaggio con interventi alla scala urbana in cui il disegno si configura come strumento di progetto dello spazio a misura d’uomo. Questi luoghi urbani sono, oggi, alla ricerca di un’identità che, più che nascere da un processo di sedimentazione naturale, deve emergere da una crescita rapida, spesso accelerata o addirittura forzata, che necessita di tempi più lunghi per poter misurare la rispondenza degli intenti progettuali come fatto materiale. La ricostruzione ha umanizzato e urbanizzato il paesaggio con l’obiettivo di riscattarne tutta la materialità di spazio costruito e lasciar maturare nuovi e inattesi significati che non eludano il rispetto del preesistente, ma lo reinterpretino in chiave dinamica. La trasformazione del paesaggio a seguito di eventi cosi impattanti sul territorio, ridisegna lo spazio costruito in base alle interrelazioni umane alla scala dell’intero borgo, configurando spazi urbani che necessitano di essere “interiorizzati” per includere al preesistente il nuovo. La qualità architettonica non è solo un requisito intrinseco del progetto e del processo edilizio, ma anche un valore aggiunto giorno per giorno finché non si costruisce una memoria storica, e l’uomo non riesce ad appropriarsi dei luoghi e a vivere la trasformazione come momento di riconoscimento culturale. In effetti, il cambiamento che è insito nella modificazione del contesto è energia che nasce dalla conoscenza del contesto stesso e si traduce in spazi costruiti nell’architettura. E questa energia è una risorsa che deve essere trasmessa al contesto umano. Il tema-luogo del progetto, sperimentato nelle nuove realtà urbane di Bisaccia ed Apice, consente di formulare riflessioni su ciò che è stato fatto, sui come e sui perché della trasformazione e sui tempi necessari per sedimentare.
2011
Terremoto e paesaggi costruiti nel progetto dello spazio urbano / Ausiello, Gigliola; Ferrucci, A.; Pagliarulo, V.. - (2011), pp. 1-10. (Intervento presentato al convegno IL DISEGNO DELLE TRASFORMAZIONI tenutosi a Napoli, facoltà di Ingegneria nel 1-2 dicembre 2011).
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