Parte essenziale dei compiti della funzione di asset-liability management in banca consiste nella stima dell’esposizione della banca al rischio di tasso di interesse e nella definizione di adeguate politiche di gestione di questo rischio. Il mismatching delle scadenze di attivo e passivo che caratterizza i bilanci bancari espone gli intermediari a potenziali perdite derivanti da variazioni inattese e sfavorevoli dei tassi di interesse. Queste variazioni producono sulle grandezze economiche della banca un duplice effetto: esso può essere definito diretto se si ha riguardo all’impatto sulle grandezze reddituali del bilancio bancario, o se si considera la variazione che esse generano sui valori di mercato di parte dell’attivo e del passivo e, quindi, sul valore di mercato del patrimonio della banca . L’impatto è indiretto se, invece, se ne misura l’effetto in termini di variazioni intervenute nei volumi dei fondi intermediati dalla banca, che cambiano perché le variazioni dei tassi modificano le preferenze della clientela. La gestione del rischio di tasso di interesse è divenuta sempre più importante in banca a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, da quando la volatilità di questa variabile di mercato ha subito un notevole incremento rispetto al passato. Gli approcci elaborati per ridurre l’esposizione al rischio di tasso hanno conosciuto un crescente interesse da allora e possono essere ricondotti a due principali filoni. Da una parte, l’azione dei manager si è orientata alla ricerca di un migliore equilibrio tra le scadenze di attivo e passivo, attraverso la riduzione della maturity media degli impieghi, ad esempio con il ricorso alla securitization di quella parte di attivo a più lunga scadenza, o attraverso l’aumento della maturity media della raccolta, aumentando l’appetibilità dei contratti di deposito aventi durata maggiore rispetto ai più diffusi depositi a vista. Dall’altra parte, tra gli intermediari si è progressivamente diffuso l’utilizzo di strumenti finanziari derivati come futures, opzioni e swaps con finalità di copertura, tipicamente volti a stabilizzare i risultati di conto economico della banca. Questa nota si propone di illustrare i principali aspetti riguardanti la misurazione e la gestione del rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario alla luce delle “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale” emanate dalla Banca d’Italia mediante la circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 e oggetto di recente modifica. Nella prima parte si fornisce una panoramica dei principali metodi di misurazione e gestione dello stesso. Successivamente, dopo una breve descrizione del quadro normativo di riferimento, l’attenzione si sofferma sulla metodologia semplificata proposta dal Comitato di Basilea e recepita dalle “Nuove disposizioni vigilanza prudenziale” della Banca d’Italia.

Il rischio di tasso di interesse del banking book: un quadro di sintesi dell’architettura regolamentare di vigilanza / Curcio, Domenico; Gianfrancesco, I.. - In: RIVISTA BANCARIA. MINERVA BANCARIA. - ISSN 1594-7556. - STAMPA. - 2(2011), pp. 69-78.

Il rischio di tasso di interesse del banking book: un quadro di sintesi dell’architettura regolamentare di vigilanza

CURCIO, DOMENICO;
2011

Abstract

Parte essenziale dei compiti della funzione di asset-liability management in banca consiste nella stima dell’esposizione della banca al rischio di tasso di interesse e nella definizione di adeguate politiche di gestione di questo rischio. Il mismatching delle scadenze di attivo e passivo che caratterizza i bilanci bancari espone gli intermediari a potenziali perdite derivanti da variazioni inattese e sfavorevoli dei tassi di interesse. Queste variazioni producono sulle grandezze economiche della banca un duplice effetto: esso può essere definito diretto se si ha riguardo all’impatto sulle grandezze reddituali del bilancio bancario, o se si considera la variazione che esse generano sui valori di mercato di parte dell’attivo e del passivo e, quindi, sul valore di mercato del patrimonio della banca . L’impatto è indiretto se, invece, se ne misura l’effetto in termini di variazioni intervenute nei volumi dei fondi intermediati dalla banca, che cambiano perché le variazioni dei tassi modificano le preferenze della clientela. La gestione del rischio di tasso di interesse è divenuta sempre più importante in banca a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, da quando la volatilità di questa variabile di mercato ha subito un notevole incremento rispetto al passato. Gli approcci elaborati per ridurre l’esposizione al rischio di tasso hanno conosciuto un crescente interesse da allora e possono essere ricondotti a due principali filoni. Da una parte, l’azione dei manager si è orientata alla ricerca di un migliore equilibrio tra le scadenze di attivo e passivo, attraverso la riduzione della maturity media degli impieghi, ad esempio con il ricorso alla securitization di quella parte di attivo a più lunga scadenza, o attraverso l’aumento della maturity media della raccolta, aumentando l’appetibilità dei contratti di deposito aventi durata maggiore rispetto ai più diffusi depositi a vista. Dall’altra parte, tra gli intermediari si è progressivamente diffuso l’utilizzo di strumenti finanziari derivati come futures, opzioni e swaps con finalità di copertura, tipicamente volti a stabilizzare i risultati di conto economico della banca. Questa nota si propone di illustrare i principali aspetti riguardanti la misurazione e la gestione del rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario alla luce delle “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale” emanate dalla Banca d’Italia mediante la circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 e oggetto di recente modifica. Nella prima parte si fornisce una panoramica dei principali metodi di misurazione e gestione dello stesso. Successivamente, dopo una breve descrizione del quadro normativo di riferimento, l’attenzione si sofferma sulla metodologia semplificata proposta dal Comitato di Basilea e recepita dalle “Nuove disposizioni vigilanza prudenziale” della Banca d’Italia.
2011
Il rischio di tasso di interesse del banking book: un quadro di sintesi dell’architettura regolamentare di vigilanza / Curcio, Domenico; Gianfrancesco, I.. - In: RIVISTA BANCARIA. MINERVA BANCARIA. - ISSN 1594-7556. - STAMPA. - 2(2011), pp. 69-78.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/394675
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