I più recenti indirizzi strategici dell’Unione Europea individuano la riqualificazione urbana ed edilizia come priorità per le politiche di sviluppo ambientale, sociale ed economico dei paesi membri. Con particolare riguardo all’urgenza di ottimizzare le risorse e di contenere i consumi energetici, emerge la necessità di adeguare il patrimonio architettonico esistente alle sopraggiunte istanze di sostenibilità ambientale, mediante azioni appropriate a ciascun specifico contesto architettonico. In quest’ambito, meritano una più attenta riflessione i quartieri residenziali, soprattutto nel caso in cui siano emblematici esempi della cultura architettonica del Novecento. A tal fine è fondamentale tenere presente due fattori che sono emersi nell’ambito della conservazione dei beni culturali: l’estensione degli strumenti tradizionali di tutela dai centri storici ai più recenti complessi moderni e il riconoscimento della ‘tecnologia’ come valore documentale caratterizzante l’architettura del XX secolo. In tale visione, il quartiere del Novecento assume la connotazione di un patrimonio da considerare esso stesso al pari di una risorsa “rinnovabile”, da recuperare e rivalutare attraverso progetti che rispondano ai requisiti dell’abitare contemporaneo nel rispetto delle peculiarità che li rendono testimonianza della città moderna. Premesso, quindi, che nuovi modi di abitare e nuove norme da rispettare comportano necessarie trasformazioni del costruito, per contrastare il degrado e l’obsolescenza delle costruzioni, diviene sempre più impellente non solo elevare il livello prestazionale, ma offrire eventuali nuove prestazioni in risposta alle esigenze ambientali sopraggiunte. Il contributo intende focalizzare l’attenzione e la riflessione sulle problematiche di ordine tecnologico che comporta l’introduzione di soluzioni o prodotti innovativi non sempre compatibili con i caratteri architettonici peculiari di un’architettura di qualità. In altri termini, si intende verificare l’appropriatezza di alcune ricorrenti soluzioni tecniche per il retrofit, in contesti architettonici significativi. Sviluppate nell’ambito di una ricerca in itinere dal titolo Innovazione e sostenibilità negli interventi di riqualificazione edilizia. Best practice per il retrofit e la manutenzione, finanziata dal Università di Napoli “Federico II” con fondi Faro (Fondi avvio ricerche originali) le problematiche connesse agli interventi di retrofit tecnologico ed energetico su quartieri residenziali d’autore mirano a sottolineare il rischio di conferire all’innovazione tecnologica, indicata come uno dei capisaldi del prossimo ciclo edilizio, il ruolo di autorizzazione acritica all’impiego di tecnologie in grado di rispondere alle istanze contemporanee di risparmio ed efficienza energetica, senza un’opportuna riflessione sui processi di trasformazione dell’ambiente costruito. Essi infatti devono tendere a relazionare i requisiti di vivibilità dei luoghi, di riconoscibilità dei peculiari caratteri architettonici, funzionali e costruttivi per poter declinare, nella storia della cultura tecnico architettonica italiana, gli obiettivi più ampli della sostenibilità del progetto di architettura.
Conservazione, innovazione e sostenibilità: retrofit energetico nei quartieri d'autore / Ascione, Paola; Bellomo, Mariangela. - unico:(2011), pp. 645-654. (Intervento presentato al convegno Scienza e beni culturali. XXVII. 2011. Governare l'innovazione. Processi, materiali e tecnologie tra passato e futuro tenutosi a Bressanone nel 21-24 giugno 2011).
Conservazione, innovazione e sostenibilità: retrofit energetico nei quartieri d'autore.
ASCIONE, PAOLA;BELLOMO, MARIANGELA
2011
Abstract
I più recenti indirizzi strategici dell’Unione Europea individuano la riqualificazione urbana ed edilizia come priorità per le politiche di sviluppo ambientale, sociale ed economico dei paesi membri. Con particolare riguardo all’urgenza di ottimizzare le risorse e di contenere i consumi energetici, emerge la necessità di adeguare il patrimonio architettonico esistente alle sopraggiunte istanze di sostenibilità ambientale, mediante azioni appropriate a ciascun specifico contesto architettonico. In quest’ambito, meritano una più attenta riflessione i quartieri residenziali, soprattutto nel caso in cui siano emblematici esempi della cultura architettonica del Novecento. A tal fine è fondamentale tenere presente due fattori che sono emersi nell’ambito della conservazione dei beni culturali: l’estensione degli strumenti tradizionali di tutela dai centri storici ai più recenti complessi moderni e il riconoscimento della ‘tecnologia’ come valore documentale caratterizzante l’architettura del XX secolo. In tale visione, il quartiere del Novecento assume la connotazione di un patrimonio da considerare esso stesso al pari di una risorsa “rinnovabile”, da recuperare e rivalutare attraverso progetti che rispondano ai requisiti dell’abitare contemporaneo nel rispetto delle peculiarità che li rendono testimonianza della città moderna. Premesso, quindi, che nuovi modi di abitare e nuove norme da rispettare comportano necessarie trasformazioni del costruito, per contrastare il degrado e l’obsolescenza delle costruzioni, diviene sempre più impellente non solo elevare il livello prestazionale, ma offrire eventuali nuove prestazioni in risposta alle esigenze ambientali sopraggiunte. Il contributo intende focalizzare l’attenzione e la riflessione sulle problematiche di ordine tecnologico che comporta l’introduzione di soluzioni o prodotti innovativi non sempre compatibili con i caratteri architettonici peculiari di un’architettura di qualità. In altri termini, si intende verificare l’appropriatezza di alcune ricorrenti soluzioni tecniche per il retrofit, in contesti architettonici significativi. Sviluppate nell’ambito di una ricerca in itinere dal titolo Innovazione e sostenibilità negli interventi di riqualificazione edilizia. Best practice per il retrofit e la manutenzione, finanziata dal Università di Napoli “Federico II” con fondi Faro (Fondi avvio ricerche originali) le problematiche connesse agli interventi di retrofit tecnologico ed energetico su quartieri residenziali d’autore mirano a sottolineare il rischio di conferire all’innovazione tecnologica, indicata come uno dei capisaldi del prossimo ciclo edilizio, il ruolo di autorizzazione acritica all’impiego di tecnologie in grado di rispondere alle istanze contemporanee di risparmio ed efficienza energetica, senza un’opportuna riflessione sui processi di trasformazione dell’ambiente costruito. Essi infatti devono tendere a relazionare i requisiti di vivibilità dei luoghi, di riconoscibilità dei peculiari caratteri architettonici, funzionali e costruttivi per poter declinare, nella storia della cultura tecnico architettonica italiana, gli obiettivi più ampli della sostenibilità del progetto di architettura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.