DAL NAPOLICENTRISMO ALLA COSTELLAZIONE DELLE CITTA’ CAMPANE. Territorio ed infrastrutture. Come il modello di sviluppo territoriale della Regione Campania orienta le scelte di trasformazione urbana e destina le risorse economiche collettive alle aree a forte concentrazione abitativa accentuando lo squilibrio tra la congestione della fascia costiera e le zone interne piuttosto che risolverlo. Lo scenario che attualmente in Campania è stato definito attraverso il Piano Territoriale Regionale è fondato sull’assunto che l’area metropolitana di Napoli agganciandosi all’area metropolitana di Roma, mediante il primo corridoio trans-europeo Berlino – Parigi – Milano – Roma – Napoli, costituirebbe la terza area metropolitana più grande d’Europa. Inoltre, Napoli, con il nuovo Grande Scambiatore Intermodale di Traffico dell’alta velocità e della grande capacità di Afragola, assumerebbe il ruolo di cerniera tra il primo e l’ottavo corridoio trans-europeo, quest’ultimo diretto a Bari e nei Balcani, nonché per l’intero bacino mediterraneo con la Base Logistica del Mediterraneo in cui si sta trasformando l’intera antica Campania Felix. In questi decenni, dunque, stiamo assistendo alla mutazione genetica della natura originaria dei luoghi della terra Campana di produzione dei migliori alimenti del mondo per la loro infrastrutturazione e per divenire piattaforma di smistamento delle merci dell’intero pianeta in nome di una globalizzazione e decervellamento senza precedenti nella storia. Capannoni, depositi, megaparcheggi, maxicinema, multisale, mega parchi divertimento acquatici e non, centri commerciali, finte Regge settecentesche o Vulcani di cemento armato pittati di verde accolgono il kitch universale e il gigante ludico commerciale in nome della follia collettiva. Il falso al quadrato sublimato a modello inesorabile di organizzazione della vita umana della nostra società. L’architettura, l’urbanistica, le reti, le connessioni sono tutte piegate ad assecondare il motore della produzione delle merci ed il loro consumo, oltre i governi, la politica, il bisogno di democrazia e di distribuzione delle ricchezze e delle risorse della Terra per tutti gli esseri umani. Lo scenario alternativo che si deve formulare, proporre e perseguire è esattamente il contrario: rafforzare l’armatura delle città campane che esistono da secoli accorpando i Comuni più piccoli per impedirne la disgregazione prima e la dissoluzione definitiva poi. In questo scenario lo schema infrastrutturale non deve essere solo come quello consolidato negli ultimi decenni ovvero l’asta Roma – Napoli e le linee di Metropolitana napoletana con le famose cento stazioni per Napoli ma deve anche e soprattutto ristrutturare tutte le linee ferroviarie locali provinciali per trasformarle da “rami secchi” in anelli metropolitani per ciascuna provincia campana per il collegamento delle costellazioni di città medie casertano, cimentane, irpine e sannite. In particolare il tema dell’accorpamento dei piccoli comuni in città medie è stato più volte discusso nelle sedi istituzionali di vari livelli da quelle nazionali a quelle locali senza trovare soluzioni condivise come negli altri paesi europei. Al contrario è un tema di rilevante importanza per il futuro governo dei territori dei Comuni Italiani che comporta anche la riduzione degli amministratori pubblici, assessori e consiglieri comunali, in relazione alla popolazione residente in ciascun comune. Anche in questo caso il taglio della spesa pubblica si abbatte come una scure per aggravare ulteriormente il disagio di tante Amministrazioni che non riescono più a fare fronte alle esigenze ed ai fabbisogni della popolazione di attrezzature e servizi collettivi e a garantire livelli di qualità della vita, sicurezza e pari opportunità di tipo europeo. Tuttavia in Italia il problema dello squilibrio tra piccoli comuni e grandi aree metropolitane è sempre stato rinviato piuttosto che aiutare i piccoli comuni in un processo di unione prima e fusione in municipalità o città medie poi. La Regione Campania dal 1974 è dotata della legge n. 54 che costituiva lo strumento legislativo necessario per avviare tale processo di crescita omogenea dei piccoli comuni in città medie. All’attuale classe politica e dirigente si richiede una concreta azione di straordinaria responsabilità e generosità per promuovere dai territori il processo di riorganizzazione amministrativa dei comuni in municipalità di città medie. Per il riassetto e il riequilibrio della Regione metropolitana campana è stato condotto e pubblicato lo studio che propone l’accorpamento dei comuni con la riduzione di questi ultimi di circa l’80%, da 551 a 118 municipalità – città medie. Sono stati definiti i comprensori all’interno dei quali sono stati individuati poli di I, II e III livello, a seconda del patrimonio delle risorse naturali, dell’armatura urbana e della sostenibilità ambientale all’impatto antropico di ciascuno. Per la Provincia di Napoli i 92 comuni devono accorparsi per dare vita a sole 19 municipalità di cui una e non dieci per Napoli città, le restanti 18 possono essere individuate all’interno di 6 comprensori. Questi ultimi sono stati definiti sulla base di due fattori: 1) la struttura geo-morfologica ed idrogeologica dei macrosistemi territoriali: la natura dei luoghi; 2) l’armatura urbana storica e la stratificazione dell’attività antropica del territorio: la storia e i beni culturali. Per la Provincia di Avellino il nuovo modello di assetto prevede l’accorpamento dei 119 comuni in 23 municipalità consorziate in “comprensori-città”. I comprensori sono stati definiti sulla base di tre fattori: i primi due coincidenti con i fattori della provincia di Napoli, e il terzo si ispira agli indirizzi strategici dei Sistemi Territoriali di Sviluppo indicati dal PTR. Per la Provincia di Benevento lo studio elaborato prevede l’accorpamento di 78 comuni in 16 municipalità anch’esse consorziate in “comprensori-città”. Per la Provincia di Caserta, in base agli stessi criteri, sono stati individuati 6 comprensori suddivisi, a loro volta, in 24 municipalità che accorpano gli originari 104 comuni. Per la Provincia di Salerno la proposta per una pianificazione alternativa consiste nel tentativo, anche qui, di snellire e rendere più efficiente l’armatura urbana, riorganizzando gli attuali 158 comuni nelle nuove entità amministrative, ossia 15 comprensori e 36 municipalità. Per la definizione dei comprensori si è ritenuto opportuno prendere come riferimento le già esistenti organizzazioni territoriali delle comunità montane al fine di valorizzare la stratificazione delle attività socio-economiche già in atto da tempo. L’individuazione delle municipalità implica un riassetto organizzativo delle funzioni amministrative, politiche ed economiche. In particolare per la Provincia di Napoli i sindaci da 92 si ridurranno a 19, gli assessori da 380 a 85 e i consiglieri da 1.530 a 368. Per Caserta i sindaci da 104 si ridurranno a 24, gli assessori da 434 a 146 e i consiglieri da 1.704 a 680. Per Avellino i sindaci da 119 si ridurranno a 23, gli assessori da 492 a 144 e i consiglieri da 1.642 a 690. Per Benevento i sindaci da 78 si ridurranno a 16, gli assessori da 268 a 98 e i consiglieri da 1.080 a 490. Infine per Salerno i sindaci da 158 si ridurranno a 36, gli assessori da 588 a 216 e i consiglieri da 2.348 a 970.

Napoli: il Sistema a rete del trasporto metropolitano.Naples: the Network system of metropolitan transport / Buondonno, Emma; G., Fusco. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - STAMPA. - 27(2010), pp. 30-33.

Napoli: il Sistema a rete del trasporto metropolitano.Naples: the Network system of metropolitan transport

BUONDONNO, EMMA;
2010

Abstract

DAL NAPOLICENTRISMO ALLA COSTELLAZIONE DELLE CITTA’ CAMPANE. Territorio ed infrastrutture. Come il modello di sviluppo territoriale della Regione Campania orienta le scelte di trasformazione urbana e destina le risorse economiche collettive alle aree a forte concentrazione abitativa accentuando lo squilibrio tra la congestione della fascia costiera e le zone interne piuttosto che risolverlo. Lo scenario che attualmente in Campania è stato definito attraverso il Piano Territoriale Regionale è fondato sull’assunto che l’area metropolitana di Napoli agganciandosi all’area metropolitana di Roma, mediante il primo corridoio trans-europeo Berlino – Parigi – Milano – Roma – Napoli, costituirebbe la terza area metropolitana più grande d’Europa. Inoltre, Napoli, con il nuovo Grande Scambiatore Intermodale di Traffico dell’alta velocità e della grande capacità di Afragola, assumerebbe il ruolo di cerniera tra il primo e l’ottavo corridoio trans-europeo, quest’ultimo diretto a Bari e nei Balcani, nonché per l’intero bacino mediterraneo con la Base Logistica del Mediterraneo in cui si sta trasformando l’intera antica Campania Felix. In questi decenni, dunque, stiamo assistendo alla mutazione genetica della natura originaria dei luoghi della terra Campana di produzione dei migliori alimenti del mondo per la loro infrastrutturazione e per divenire piattaforma di smistamento delle merci dell’intero pianeta in nome di una globalizzazione e decervellamento senza precedenti nella storia. Capannoni, depositi, megaparcheggi, maxicinema, multisale, mega parchi divertimento acquatici e non, centri commerciali, finte Regge settecentesche o Vulcani di cemento armato pittati di verde accolgono il kitch universale e il gigante ludico commerciale in nome della follia collettiva. Il falso al quadrato sublimato a modello inesorabile di organizzazione della vita umana della nostra società. L’architettura, l’urbanistica, le reti, le connessioni sono tutte piegate ad assecondare il motore della produzione delle merci ed il loro consumo, oltre i governi, la politica, il bisogno di democrazia e di distribuzione delle ricchezze e delle risorse della Terra per tutti gli esseri umani. Lo scenario alternativo che si deve formulare, proporre e perseguire è esattamente il contrario: rafforzare l’armatura delle città campane che esistono da secoli accorpando i Comuni più piccoli per impedirne la disgregazione prima e la dissoluzione definitiva poi. In questo scenario lo schema infrastrutturale non deve essere solo come quello consolidato negli ultimi decenni ovvero l’asta Roma – Napoli e le linee di Metropolitana napoletana con le famose cento stazioni per Napoli ma deve anche e soprattutto ristrutturare tutte le linee ferroviarie locali provinciali per trasformarle da “rami secchi” in anelli metropolitani per ciascuna provincia campana per il collegamento delle costellazioni di città medie casertano, cimentane, irpine e sannite. In particolare il tema dell’accorpamento dei piccoli comuni in città medie è stato più volte discusso nelle sedi istituzionali di vari livelli da quelle nazionali a quelle locali senza trovare soluzioni condivise come negli altri paesi europei. Al contrario è un tema di rilevante importanza per il futuro governo dei territori dei Comuni Italiani che comporta anche la riduzione degli amministratori pubblici, assessori e consiglieri comunali, in relazione alla popolazione residente in ciascun comune. Anche in questo caso il taglio della spesa pubblica si abbatte come una scure per aggravare ulteriormente il disagio di tante Amministrazioni che non riescono più a fare fronte alle esigenze ed ai fabbisogni della popolazione di attrezzature e servizi collettivi e a garantire livelli di qualità della vita, sicurezza e pari opportunità di tipo europeo. Tuttavia in Italia il problema dello squilibrio tra piccoli comuni e grandi aree metropolitane è sempre stato rinviato piuttosto che aiutare i piccoli comuni in un processo di unione prima e fusione in municipalità o città medie poi. La Regione Campania dal 1974 è dotata della legge n. 54 che costituiva lo strumento legislativo necessario per avviare tale processo di crescita omogenea dei piccoli comuni in città medie. All’attuale classe politica e dirigente si richiede una concreta azione di straordinaria responsabilità e generosità per promuovere dai territori il processo di riorganizzazione amministrativa dei comuni in municipalità di città medie. Per il riassetto e il riequilibrio della Regione metropolitana campana è stato condotto e pubblicato lo studio che propone l’accorpamento dei comuni con la riduzione di questi ultimi di circa l’80%, da 551 a 118 municipalità – città medie. Sono stati definiti i comprensori all’interno dei quali sono stati individuati poli di I, II e III livello, a seconda del patrimonio delle risorse naturali, dell’armatura urbana e della sostenibilità ambientale all’impatto antropico di ciascuno. Per la Provincia di Napoli i 92 comuni devono accorparsi per dare vita a sole 19 municipalità di cui una e non dieci per Napoli città, le restanti 18 possono essere individuate all’interno di 6 comprensori. Questi ultimi sono stati definiti sulla base di due fattori: 1) la struttura geo-morfologica ed idrogeologica dei macrosistemi territoriali: la natura dei luoghi; 2) l’armatura urbana storica e la stratificazione dell’attività antropica del territorio: la storia e i beni culturali. Per la Provincia di Avellino il nuovo modello di assetto prevede l’accorpamento dei 119 comuni in 23 municipalità consorziate in “comprensori-città”. I comprensori sono stati definiti sulla base di tre fattori: i primi due coincidenti con i fattori della provincia di Napoli, e il terzo si ispira agli indirizzi strategici dei Sistemi Territoriali di Sviluppo indicati dal PTR. Per la Provincia di Benevento lo studio elaborato prevede l’accorpamento di 78 comuni in 16 municipalità anch’esse consorziate in “comprensori-città”. Per la Provincia di Caserta, in base agli stessi criteri, sono stati individuati 6 comprensori suddivisi, a loro volta, in 24 municipalità che accorpano gli originari 104 comuni. Per la Provincia di Salerno la proposta per una pianificazione alternativa consiste nel tentativo, anche qui, di snellire e rendere più efficiente l’armatura urbana, riorganizzando gli attuali 158 comuni nelle nuove entità amministrative, ossia 15 comprensori e 36 municipalità. Per la definizione dei comprensori si è ritenuto opportuno prendere come riferimento le già esistenti organizzazioni territoriali delle comunità montane al fine di valorizzare la stratificazione delle attività socio-economiche già in atto da tempo. L’individuazione delle municipalità implica un riassetto organizzativo delle funzioni amministrative, politiche ed economiche. In particolare per la Provincia di Napoli i sindaci da 92 si ridurranno a 19, gli assessori da 380 a 85 e i consiglieri da 1.530 a 368. Per Caserta i sindaci da 104 si ridurranno a 24, gli assessori da 434 a 146 e i consiglieri da 1.704 a 680. Per Avellino i sindaci da 119 si ridurranno a 23, gli assessori da 492 a 144 e i consiglieri da 1.642 a 690. Per Benevento i sindaci da 78 si ridurranno a 16, gli assessori da 268 a 98 e i consiglieri da 1.080 a 490. Infine per Salerno i sindaci da 158 si ridurranno a 36, gli assessori da 588 a 216 e i consiglieri da 2.348 a 970.
2010
Napoli: il Sistema a rete del trasporto metropolitano.Naples: the Network system of metropolitan transport / Buondonno, Emma; G., Fusco. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - STAMPA. - 27(2010), pp. 30-33.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/390705
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