Il saggio approfondisce il contributo di Cesare Brandi alla questione dell’architettura moderna nei centri storici, collocandolo nell’ambito dello stimolante dibattito della seconda metà degli anni ’50 del Novecento. A partire dalla prime riflessioni di Brandi sull’architettura, il saggio si sofferma sulla dettagliata analisi della sua conferenza del 1956, intitolata “Il vecchio e il nuovo nelle città italiane”, e del coevo volume “Eliante o dell’architettura”. Quest’ultimo è approfonditamente riletto, con attenzione anche agli altri personaggi che ne compongono la struttura dialogica, nonché al suo apparato iconografico, scelto dallo stesso Brandi per illustrare i presunti e nefasti effetti dell’inserimento della nuova edilizia negli antichi tessuti. Oltre a Brandi, vengono evidenziate anche le voci degli altri protagonisti di quegli anni e le loro posizioni dialettiche in rapporto al suo radicalismo, tra cui Zevi, Argan, Dorfles, Pane. Ne emerge un quadro straordinariamente ricco di posizioni, la cui tensione intellettuale appare, al contempo, ancora drammaticamente attuale per i tanti nodi irrisolti delle odierne città italiane e nostalgicamente lontana per lo spessore intellettuale delle figure allora coinvolte nel dibattito.
«L’inserzione del nuovo nel vecchio». Brandi e il dibattito sull’architettura moderna nei centri storici (1956-64) / Pane, Andrea. - STAMPA. - (2008), pp. 307-325. (Intervento presentato al convegno Brandi e l’architettura tenutosi a Siracusa nel 30 ottobre 2006).
«L’inserzione del nuovo nel vecchio». Brandi e il dibattito sull’architettura moderna nei centri storici (1956-64)
PANE, ANDREA
2008
Abstract
Il saggio approfondisce il contributo di Cesare Brandi alla questione dell’architettura moderna nei centri storici, collocandolo nell’ambito dello stimolante dibattito della seconda metà degli anni ’50 del Novecento. A partire dalla prime riflessioni di Brandi sull’architettura, il saggio si sofferma sulla dettagliata analisi della sua conferenza del 1956, intitolata “Il vecchio e il nuovo nelle città italiane”, e del coevo volume “Eliante o dell’architettura”. Quest’ultimo è approfonditamente riletto, con attenzione anche agli altri personaggi che ne compongono la struttura dialogica, nonché al suo apparato iconografico, scelto dallo stesso Brandi per illustrare i presunti e nefasti effetti dell’inserimento della nuova edilizia negli antichi tessuti. Oltre a Brandi, vengono evidenziate anche le voci degli altri protagonisti di quegli anni e le loro posizioni dialettiche in rapporto al suo radicalismo, tra cui Zevi, Argan, Dorfles, Pane. Ne emerge un quadro straordinariamente ricco di posizioni, la cui tensione intellettuale appare, al contempo, ancora drammaticamente attuale per i tanti nodi irrisolti delle odierne città italiane e nostalgicamente lontana per lo spessore intellettuale delle figure allora coinvolte nel dibattito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.