Universalismo e particolarismo, oggi. Un punto di vista filosofico

Dopo avere prese in esame alcune delle più attuali posizioni sull'universalismo (Benhabib e Wallerstein), il presente saggio affronta, alla luce di una prospettiva interculturale, la complessa questione del valore universale delle norme etiche e sviluppa un’idea di un' etica interculturale concepita come continua relazione tra particolarità differenziate e tendenza ad un universalismo condiviso. La possibilità di pensare una nuova forma di universalismo etico che, sulla scorta della lezione dello storicismo critico, sappia coniugare particolarismo ed universalismo, è individuata nel concetto di ‘universale universalizzante’ formulato da Pietro Piovani (ma ripreso anche dal sinologo francese François Jullien) e giocato in opposizione ad ogni concezione assoluta, sostanzialistica e dogmatica dell’universalismo. Inoltre, collocando alla base del concetto di ‘universalizzazione’ inteso come momento costitutivamente dinamico e “criticamente” aperto alla pluralità delle istanze etiche e politiche delle culture il concetto di senso comune di derivazione vichiana, l'autore formula un’idea di comunanza intesa come luogo privilegiato e condiviso dei bisogni umani e delle comuni utilità. Inoltre, in un progetto di etica interculturale che fondi la possibilità della universalizzazione delle sue norme etiche e giuridiche a partire dal comune senso dell’umano e dalla pratica dialogica di esso, un ruolo centrale è attribuito alla facoltà di immaginare. Infatti, l’immaginazione diviene tassello necessario, laddove il processo di ibridazione interculturale richiede, per essere agito dialogicamente, l’attivazione di un procedimento dei diversi contesti, in cui la capacità immaginativa sappia prefigurare luoghi di un possibile futuro sapere comune e spazi di condivisione di scelte etiche e di diritti fondamentali.