Lo spostamento di popolazione dal Mezzogiorno verso il Nord e il Centro dell’Italia si presenta con modalità e caratteri molto diversi dalla fase migratoria degli anni ‘60. Oggi assistiamo a un flusso meno visibile, ma che coinvolge oltre 100mila persone ogni anno e offre un interessante punto di osservazione sul mercato del lavoro nel nostro paese. L’aumento della scolarizzazione nel Mezzogiorno ha fatto aumentare la quota di chi parte con elevati livelli di istruzione, così come è aumentato il numero delle donne che intraprendono un percorso autonomo di mobilità. Queste novità aggravano la perdita di capitale umano qualificato da parte delle regioni del Mezzogiorno. Prosegue, comunque, un flusso altrettanto consistente di persone con livelli di istruzione più bassi. Si tratta spesso di soggetti con la sola scuola dell’obbligo che hanno trovato occupazione nelle piccole imprese delle regioni del Nord-Est, nell’industria, nell’edilizia, nel turismo e in servizi dequalificati. Ai lavoratori che si trasferiscono si affianca un flusso, in continua crescita, di perso- ne che lavorano al Centro-Nord senza emigrare, pendolari di lungo raggio, per lo più maschi e spesso in condizioni di maggiore debolezza contrattuale. Non va dimenticato infine che anche i lavoratori stranieri contribuiscono in vario modo ai flussi interni: sia percorrendo le stesse rotte Sud-Nord dei lavoratori italiani, sia seguendo la stagionalità dei lavori in agricoltura, sia infine per effetto della riduzione della domanda di lavoro nelle varie aree del paese.

Su e giu per l'Italia. La ripresa delle migrazioni interne e le trasformazioni del mercato del lavoro / D., Bubbico; Morlicchio, Enrica; Rebeggiani, Enrico. - STAMPA. - (2011).

Su e giu per l'Italia. La ripresa delle migrazioni interne e le trasformazioni del mercato del lavoro.

MORLICCHIO, ENRICA;REBEGGIANI, ENRICO
2011

Abstract

Lo spostamento di popolazione dal Mezzogiorno verso il Nord e il Centro dell’Italia si presenta con modalità e caratteri molto diversi dalla fase migratoria degli anni ‘60. Oggi assistiamo a un flusso meno visibile, ma che coinvolge oltre 100mila persone ogni anno e offre un interessante punto di osservazione sul mercato del lavoro nel nostro paese. L’aumento della scolarizzazione nel Mezzogiorno ha fatto aumentare la quota di chi parte con elevati livelli di istruzione, così come è aumentato il numero delle donne che intraprendono un percorso autonomo di mobilità. Queste novità aggravano la perdita di capitale umano qualificato da parte delle regioni del Mezzogiorno. Prosegue, comunque, un flusso altrettanto consistente di persone con livelli di istruzione più bassi. Si tratta spesso di soggetti con la sola scuola dell’obbligo che hanno trovato occupazione nelle piccole imprese delle regioni del Nord-Est, nell’industria, nell’edilizia, nel turismo e in servizi dequalificati. Ai lavoratori che si trasferiscono si affianca un flusso, in continua crescita, di perso- ne che lavorano al Centro-Nord senza emigrare, pendolari di lungo raggio, per lo più maschi e spesso in condizioni di maggiore debolezza contrattuale. Non va dimenticato infine che anche i lavoratori stranieri contribuiscono in vario modo ai flussi interni: sia percorrendo le stesse rotte Sud-Nord dei lavoratori italiani, sia seguendo la stagionalità dei lavori in agricoltura, sia infine per effetto della riduzione della domanda di lavoro nelle varie aree del paese.
2011
9788856836516
Su e giu per l'Italia. La ripresa delle migrazioni interne e le trasformazioni del mercato del lavoro / D., Bubbico; Morlicchio, Enrica; Rebeggiani, Enrico. - STAMPA. - (2011).
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