Nei ragionamenti sugli scenari futuri dell’architettura della città … dopo Copenhagen vi sono questioni che riguardano la comprensione/valutazione dei meccanismi che hanno prodotto la crisi del pianeta e che investono direttamente o indirettamente i nostri statuti disciplinari. La ricerca della sostenibilità, di un equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia dell’ambiente e della persona, spinge a riflettere sugli slogans che negli ultimi decenni hanno anche involontariamente o inconsapevolmente, favorito gli squilibri che oggi bisogna fronteggiare. Basti pensare al fatto che, nei più diversi schieramenti e nelle più remote località, lo sviluppo economico è stato ed è ancora affidato unicamente alla crescita dei consumi, ad una logica diffusa di usa e getta che, oltre a produrre una quantità ingestibile di rifiuti, ha introdotto nel campo della costruzione e della forma della città un parametro temporale di breve durata, inverso a quello di lunga durata che ha sempre caratterizzato questa materia. In questo scenario si è andato perdendo il senso della forma e della misura impresso nella lunga esperienza della costruzione, su cui si sono formati gli statuti disciplinari del nostro mestiere e dei paesaggi che amiamo, in cui “ha luogo” la nostra vita. Reintrodurre nell’analisi e nel progetto dell’architettura della città il confronto con la città e i territori della storia significa dunque non solo attingere ad un repertorio di esempi convalidati dall’uso e dal tempo, ma anche riaprire l’interrogativo sulla lezione che questi territori storici sono in grado di mostrarci su “come si fa” a rispondere così bene alle necessità e ai luoghi, da sopravvivere tanto a lungo alle mode, al succedersi delle generazioni e al tempo. Tutta una serie di tematiche aperte –da quelle relative al rapporto tra reti infrastrutturale e architettura della città, a quelle relative agli spazi pubblici come elementi ordinatori delle trasformazioni urbane, ai fenomeni di dispersione/densificazione (tipologie dell’abitazione, tipologie dell’aggregazione), all’architettura dei paesaggi contemporanei, all’idea di casa e rapporto con la natura, fino a quelle relative alla interscalarità nella costruzione dello spazio- trovano nelle strutture insediative persistenti elementi materiali e concettuali utili al governo delle trasformazioni territoriali e alla ricerca della sostenibilità.
Territori storici e paesaggi contemporanei / Pezza, Valeria; Fusco, LODOVICO MARIA. - ELETTRONICO. - (2010), pp. 18-19. (Intervento presentato al convegno Abitare il futuro dopo Copenhagen/ Inhabiting the future after Copenhagen tenutosi a Napoli nel 13-14 dicembre 2010).
Territori storici e paesaggi contemporanei
PEZZA, VALERIA;FUSCO, LODOVICO MARIA
2010
Abstract
Nei ragionamenti sugli scenari futuri dell’architettura della città … dopo Copenhagen vi sono questioni che riguardano la comprensione/valutazione dei meccanismi che hanno prodotto la crisi del pianeta e che investono direttamente o indirettamente i nostri statuti disciplinari. La ricerca della sostenibilità, di un equilibrio tra sviluppo economico e salvaguardia dell’ambiente e della persona, spinge a riflettere sugli slogans che negli ultimi decenni hanno anche involontariamente o inconsapevolmente, favorito gli squilibri che oggi bisogna fronteggiare. Basti pensare al fatto che, nei più diversi schieramenti e nelle più remote località, lo sviluppo economico è stato ed è ancora affidato unicamente alla crescita dei consumi, ad una logica diffusa di usa e getta che, oltre a produrre una quantità ingestibile di rifiuti, ha introdotto nel campo della costruzione e della forma della città un parametro temporale di breve durata, inverso a quello di lunga durata che ha sempre caratterizzato questa materia. In questo scenario si è andato perdendo il senso della forma e della misura impresso nella lunga esperienza della costruzione, su cui si sono formati gli statuti disciplinari del nostro mestiere e dei paesaggi che amiamo, in cui “ha luogo” la nostra vita. Reintrodurre nell’analisi e nel progetto dell’architettura della città il confronto con la città e i territori della storia significa dunque non solo attingere ad un repertorio di esempi convalidati dall’uso e dal tempo, ma anche riaprire l’interrogativo sulla lezione che questi territori storici sono in grado di mostrarci su “come si fa” a rispondere così bene alle necessità e ai luoghi, da sopravvivere tanto a lungo alle mode, al succedersi delle generazioni e al tempo. Tutta una serie di tematiche aperte –da quelle relative al rapporto tra reti infrastrutturale e architettura della città, a quelle relative agli spazi pubblici come elementi ordinatori delle trasformazioni urbane, ai fenomeni di dispersione/densificazione (tipologie dell’abitazione, tipologie dell’aggregazione), all’architettura dei paesaggi contemporanei, all’idea di casa e rapporto con la natura, fino a quelle relative alla interscalarità nella costruzione dello spazio- trovano nelle strutture insediative persistenti elementi materiali e concettuali utili al governo delle trasformazioni territoriali e alla ricerca della sostenibilità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.