Progettare l’architettura, da sempre, ha significato misurarsi con le complesse problematiche della cultura dell’abitare. Le molteplici dimensioni - storica, funzionale, tipologica, compositiva, tecnologica, nonché antropologica, geografica, sociale, ecc - si sono configurate come gli strumenti necessari per raggiungere la qualità desiderata in armonia con l’esigenza di sicurezza, benessere e salute dell’utenza e della società tutta. A ciò, con sempre maggiore forza, si aggiunge l’attuale attenzione promossa dalle politiche comunitarie e dagli allarmanti rapporti della comunità scientifica sullo stato delle condizioni dell’ambiente su cui l’impatto esercitato dal settore delle costruzioni è ormai sufficientemente riconosciuto di significativa entità e consistente nelle emissioni di gas inquinanti, nell’inquinamento delle risorse idriche, nel depauperamento delle risorse naturali utilizzate per la produzione di materiali e prodotti per l’edilizia, nell’erosione di suoli interessati dall’insediamento dei fabbricati, nella produzione rilevante di rifiuti da costruzione e demolizione. Tuttavia l’aspetto forse più interessante risiede nel consumo di energia necessaria alla vita di esercizio degli edifici stimato nel 40% dei consumi energetici in Europa. In questo panorama è bene evidente che il settore edilizio è chiamato a mettere in campo strategie, procedure, soluzioni progettuali e tecnico-operative in grado di collaborare ad un rinnovato equilibrio dell’ecosistema. Un primo passo può essere ravvisato nel recupero e nella riqualificazione del patrimonio costruito esistente, considerando tali azioni risultano più vantaggiose in termini economici, materiali ed energetici, rispetto alle demolizioni e ricostruzioni. Non a caso la programmazione europea 2007-2013, all’interno dei propri indirizzi strategici, individua specificamente l’intervento di riqualificazione urbana ed edilizia come priorità fondamentale nelle politiche comunitarie di sviluppo economico e sociale. Il contributo tende a sottolineare i temi trattati, evidenziando, attraverso l’illustrazione di due casi specifici quali quello del quartiere milanese di Gratosoglio e quello relativo al quartiere di Sant'Eusebio, nel comune di Cinisello Balsamo, quanto i fattori connessi all’intero processo progettuale, alla scelta della tecnologia da adottare, alla buona esecuzione delle opere a farsi, al coinvolgimento degli utilizzatori finali, incidano complessivamente sull’impatto ambientale dell’intervento edilizio. Relazionare inoltre questi fattori con requisiti di progetto di vivibilità dei luoghi, di riconoscibilità dei caratteri architettonici, funzionali e costruttivi locali, significa puntare l’attenzione su obiettivi di sostenibilità del progetto di architettura. I due casi citati costituiscono due dei casi studio affrontati nell’ambito della ricerca dal titolo “Innovazione e sostenibilità negli interventi di riqualificazione edilizia. Best practice per il retrofit e la manutenzione”, finanziata dal Università di Napoli “Federico II” con fondi Faro (Fondi avvio ricerche originali).

Tecnologie e processi di riqualificazione edilizia e urbana. I casi dei quartieri di Sant’Eusebio a Cinisello Balsamo e di Gratosoglio a Milano / Bellomo, Mariangela. - ELETTRONICO. - (2010), pp. 1044-1054. (Intervento presentato al convegno Abitare il futuro dopo Copenhagen tenutosi a Napoli nel 13/14 dicembre 2010).

Tecnologie e processi di riqualificazione edilizia e urbana. I casi dei quartieri di Sant’Eusebio a Cinisello Balsamo e di Gratosoglio a Milano

BELLOMO, MARIANGELA
2010

Abstract

Progettare l’architettura, da sempre, ha significato misurarsi con le complesse problematiche della cultura dell’abitare. Le molteplici dimensioni - storica, funzionale, tipologica, compositiva, tecnologica, nonché antropologica, geografica, sociale, ecc - si sono configurate come gli strumenti necessari per raggiungere la qualità desiderata in armonia con l’esigenza di sicurezza, benessere e salute dell’utenza e della società tutta. A ciò, con sempre maggiore forza, si aggiunge l’attuale attenzione promossa dalle politiche comunitarie e dagli allarmanti rapporti della comunità scientifica sullo stato delle condizioni dell’ambiente su cui l’impatto esercitato dal settore delle costruzioni è ormai sufficientemente riconosciuto di significativa entità e consistente nelle emissioni di gas inquinanti, nell’inquinamento delle risorse idriche, nel depauperamento delle risorse naturali utilizzate per la produzione di materiali e prodotti per l’edilizia, nell’erosione di suoli interessati dall’insediamento dei fabbricati, nella produzione rilevante di rifiuti da costruzione e demolizione. Tuttavia l’aspetto forse più interessante risiede nel consumo di energia necessaria alla vita di esercizio degli edifici stimato nel 40% dei consumi energetici in Europa. In questo panorama è bene evidente che il settore edilizio è chiamato a mettere in campo strategie, procedure, soluzioni progettuali e tecnico-operative in grado di collaborare ad un rinnovato equilibrio dell’ecosistema. Un primo passo può essere ravvisato nel recupero e nella riqualificazione del patrimonio costruito esistente, considerando tali azioni risultano più vantaggiose in termini economici, materiali ed energetici, rispetto alle demolizioni e ricostruzioni. Non a caso la programmazione europea 2007-2013, all’interno dei propri indirizzi strategici, individua specificamente l’intervento di riqualificazione urbana ed edilizia come priorità fondamentale nelle politiche comunitarie di sviluppo economico e sociale. Il contributo tende a sottolineare i temi trattati, evidenziando, attraverso l’illustrazione di due casi specifici quali quello del quartiere milanese di Gratosoglio e quello relativo al quartiere di Sant'Eusebio, nel comune di Cinisello Balsamo, quanto i fattori connessi all’intero processo progettuale, alla scelta della tecnologia da adottare, alla buona esecuzione delle opere a farsi, al coinvolgimento degli utilizzatori finali, incidano complessivamente sull’impatto ambientale dell’intervento edilizio. Relazionare inoltre questi fattori con requisiti di progetto di vivibilità dei luoghi, di riconoscibilità dei caratteri architettonici, funzionali e costruttivi locali, significa puntare l’attenzione su obiettivi di sostenibilità del progetto di architettura. I due casi citati costituiscono due dei casi studio affrontati nell’ambito della ricerca dal titolo “Innovazione e sostenibilità negli interventi di riqualificazione edilizia. Best practice per il retrofit e la manutenzione”, finanziata dal Università di Napoli “Federico II” con fondi Faro (Fondi avvio ricerche originali).
2010
9788884971630
Tecnologie e processi di riqualificazione edilizia e urbana. I casi dei quartieri di Sant’Eusebio a Cinisello Balsamo e di Gratosoglio a Milano / Bellomo, Mariangela. - ELETTRONICO. - (2010), pp. 1044-1054. (Intervento presentato al convegno Abitare il futuro dopo Copenhagen tenutosi a Napoli nel 13/14 dicembre 2010).
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