A più riprese gli sviluppi applicativi dell’estetica urbana hanno messo in luce anzitutto la questione dell'arbitrarietà del gusto, il problema dell'assorbimento di risorse da parte della prassi urbanistica, il tema della partecipazione collettiva, l'antinomia fra regola-monotonia e libertà-caos. Il dibattito sollevato in proposito evidenzia ulteriormente la problematicità del rapporto fra gente comune e responsabili istituzionali della forma dell'ambiente costruito; la conflittualità fra ricerca architettonica e domanda sociale, fra "antico" e "moderno"; l'esigenza di un sistema di regole ampiamente condivise, in campo progettuale come istituzionale; la tendenza alla commistione di etica ed estetica. L'analisi del comportamento dei vari attori svela la presenza nel settore imprenditoriale di tendenze contrastanti agli effetti di una ricerca di qualità morfologica complessiva, tendenze che sottendono un conflitto etico fra utilità individuale e collettiva; l'improponibilità, in situazioni ordinarie, dell'ampia partecipazione collettiva promossa da molti teorici; la sempre incombente minaccia di un sovvertimento dell'interesse comune da parte di interessi particolari, nonché degli aspetti estetici, considerati come investimento di lungo termine, da parte di aspetti economico-politici valutati nel breve termine. L'esperienza compiuta sul campo pone l'accento sull'importanza di un'efficace organizzazione dello staff urbanistico e di un coordinamento dell'azione pianificatoria nelle varie fasi che vanno dall'analisi alla produzione dei piani e alla loro attuazione; nell'ambito di quest'ultima fase assumono poi un ruolo preponderante la preparazione professionale e la capacità di individuare e sfruttare sinergie fra interesse collettivo e interesse privato. Molte delle pratiche sperimentate sembrano poi proporre un approfondimento della riflessione complessiva con una specifica lezione. Si rivela da un lato la proficuità di una contrattazione in termini di scambio fra qualità estetica conseguita e volume assentito, dall'altro l'importanza di una corretta individuazione della soglia di efficacia insita nella consulenza progettuale. Se da un lato si ripropone il ruolo decisivo e la necessità di una dettagliata elaborazione degli input al fine di prevenire sterili discussioni, si evidenzia dall’altro l'estrema incertezza del processo attuativo. Tutto ciò suggerisce che, per evitare di indirizzare l'intera negoziazione su binari ambigui, gli aspetti morfologici debbano essere messi a fuoco solo dopo che si sia trovato un accordo di massima sul programma funzionale e non come variabili a questo equipollenti. Altre esperienze evidenziano quanto l'aesthetic control si riveli più efficace nella prevenzione degli scempi che nella promozione di qualità estetica in assoluto; nonché come il coinvolgimento diretto della pubblica amministrazione sia tutt'altro che una garanzia di successo formale, soprattutto quando questa si trovi ad agire in veste di imprenditore. Il successo di certi procedimenti rivela l'importanza di attribuire a un unico operatore la responsabilità del risultato e i vantaggi insiti nell'affidare a uno stesso soggetto progettuale la regia degli interventi alle varie scale. Gli insuccessi evidenziano invece come l'assenza di chiarezza possa addirittura far ignorare, per tutta la durata dell'azione di control, gli aspetti fondamentali del problema; e fino a che punto possa arrivare l'incomunicabilità fra urbanisti e architetti. A conclusione di questa rapida carrellata si può concludere che tanto il dibattito disciplinare quanto l'esperienza attuativa presentino una serie di questioni che possono a mio parere essere utilmente ricondotte a 4 temi fondamentali -a loro volta tra loro variamente interconnessi: 1. Il superamento del principio di arbitrarietà 2. La delimitazione concettuale del termine "estetico" 3. Lo sviluppo della ricerca tecnologica e architettonica 4. La formazione culturale dei tecnici.

Il ruolo dell'estetica nelle politiche di riqualificazione urbana: questioni disciplinari e ipotesi di avanzamento / Vignozzi, Alessandro. - ELETTRONICO. - (2009), pp. 1-25. (Intervento presentato al convegno Federalismo, integrazione europea e crescita regionale tenutosi a Firenze nel 9-11 Settembre 2009).

Il ruolo dell'estetica nelle politiche di riqualificazione urbana: questioni disciplinari e ipotesi di avanzamento

VIGNOZZI, ALESSANDRO
2009

Abstract

A più riprese gli sviluppi applicativi dell’estetica urbana hanno messo in luce anzitutto la questione dell'arbitrarietà del gusto, il problema dell'assorbimento di risorse da parte della prassi urbanistica, il tema della partecipazione collettiva, l'antinomia fra regola-monotonia e libertà-caos. Il dibattito sollevato in proposito evidenzia ulteriormente la problematicità del rapporto fra gente comune e responsabili istituzionali della forma dell'ambiente costruito; la conflittualità fra ricerca architettonica e domanda sociale, fra "antico" e "moderno"; l'esigenza di un sistema di regole ampiamente condivise, in campo progettuale come istituzionale; la tendenza alla commistione di etica ed estetica. L'analisi del comportamento dei vari attori svela la presenza nel settore imprenditoriale di tendenze contrastanti agli effetti di una ricerca di qualità morfologica complessiva, tendenze che sottendono un conflitto etico fra utilità individuale e collettiva; l'improponibilità, in situazioni ordinarie, dell'ampia partecipazione collettiva promossa da molti teorici; la sempre incombente minaccia di un sovvertimento dell'interesse comune da parte di interessi particolari, nonché degli aspetti estetici, considerati come investimento di lungo termine, da parte di aspetti economico-politici valutati nel breve termine. L'esperienza compiuta sul campo pone l'accento sull'importanza di un'efficace organizzazione dello staff urbanistico e di un coordinamento dell'azione pianificatoria nelle varie fasi che vanno dall'analisi alla produzione dei piani e alla loro attuazione; nell'ambito di quest'ultima fase assumono poi un ruolo preponderante la preparazione professionale e la capacità di individuare e sfruttare sinergie fra interesse collettivo e interesse privato. Molte delle pratiche sperimentate sembrano poi proporre un approfondimento della riflessione complessiva con una specifica lezione. Si rivela da un lato la proficuità di una contrattazione in termini di scambio fra qualità estetica conseguita e volume assentito, dall'altro l'importanza di una corretta individuazione della soglia di efficacia insita nella consulenza progettuale. Se da un lato si ripropone il ruolo decisivo e la necessità di una dettagliata elaborazione degli input al fine di prevenire sterili discussioni, si evidenzia dall’altro l'estrema incertezza del processo attuativo. Tutto ciò suggerisce che, per evitare di indirizzare l'intera negoziazione su binari ambigui, gli aspetti morfologici debbano essere messi a fuoco solo dopo che si sia trovato un accordo di massima sul programma funzionale e non come variabili a questo equipollenti. Altre esperienze evidenziano quanto l'aesthetic control si riveli più efficace nella prevenzione degli scempi che nella promozione di qualità estetica in assoluto; nonché come il coinvolgimento diretto della pubblica amministrazione sia tutt'altro che una garanzia di successo formale, soprattutto quando questa si trovi ad agire in veste di imprenditore. Il successo di certi procedimenti rivela l'importanza di attribuire a un unico operatore la responsabilità del risultato e i vantaggi insiti nell'affidare a uno stesso soggetto progettuale la regia degli interventi alle varie scale. Gli insuccessi evidenziano invece come l'assenza di chiarezza possa addirittura far ignorare, per tutta la durata dell'azione di control, gli aspetti fondamentali del problema; e fino a che punto possa arrivare l'incomunicabilità fra urbanisti e architetti. A conclusione di questa rapida carrellata si può concludere che tanto il dibattito disciplinare quanto l'esperienza attuativa presentino una serie di questioni che possono a mio parere essere utilmente ricondotte a 4 temi fondamentali -a loro volta tra loro variamente interconnessi: 1. Il superamento del principio di arbitrarietà 2. La delimitazione concettuale del termine "estetico" 3. Lo sviluppo della ricerca tecnologica e architettonica 4. La formazione culturale dei tecnici.
2009
Il ruolo dell'estetica nelle politiche di riqualificazione urbana: questioni disciplinari e ipotesi di avanzamento / Vignozzi, Alessandro. - ELETTRONICO. - (2009), pp. 1-25. (Intervento presentato al convegno Federalismo, integrazione europea e crescita regionale tenutosi a Firenze nel 9-11 Settembre 2009).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/368178
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