Stima dello stato idrico dei suoli con sensori ottici

L’importanza di quantificare la variabilità spaziale e temporale dello stato idrico dei suoli ha dato impulso alla sperimentazione di diverse tecniche di “remote sensing”, sia nel campo delle microonde, con sensori attivi (SAR) e passivi (radiometri), che nel dominio solare, dal visibile all’infrarosso termico. La difficoltà di interpretare queste osservazioni in presenza di una copertura vegetale ne ha limitato fortemente l'applicabilità. Nel corso di alcune campagne sperimentali condotte in questi ultimi anni, presso il Dipartimento di Ingegneria Agraria ed Agronomia dell’Università di Napoli Federico II sono state sperimentate due metodologie innovative per la stima del contenuto idrico del suolo in presenza di vegetazione: a) analisi della dipendenza della temperatura superficiale della vegetazione dal contenuto idrico del suolo esplorato dagli apparati radicali; b) stima del contenuto idrico superficiale dall’analisi della riflettanza nel campo del visibile e dell’infrarosso. Il primo metodo, applicabile preferibilmente a superfici caratterizzate da copertura pressoché totale del suolo, si basa sull’analisi di relazioni empiriche fra misure contemporanee di temperatura superficiale da sensori aerotrasportati, quindi caratterizzati da elevata risoluzione spaziale e radiometrica; esso si basa sul principio che la temperatura superficiale della vegetazione possa essere considerata un soddisfacente indicatore del contenuto d’acqua medio nella zona del suolo esplorata dagli apparati radicali. Il secondo metodo, diversamente, è applicabile a superfici non completamente coperte da vegetazione (LAI<3) e si basa sull’inversione di modelli di trasferimento radiativo della vegetazione, attraverso l’inclusione di un parametro relativo al legame fra riflettanza del suolo e contenuto idrico superficiale.