Nel 1435, a Paola, nasceva il primo convento dei Minimi ad opera, come noto, del fondatore dell’Ordine. Da quel momento i seguaci di Francesco avrebbero iniziato una espansione che, avviatasi quasi in sordina con i 10 conventi presenti negli antichi Stati italiani alla fine del XV secolo, li avrebbe portati alla metà del XVII secolo a 199 insediamenti. Quando l’intero panorama conventuale maschile arrivava a comprendere circa 6.238 conventi per 69.623 residenti, i Minimi, ripartiti globalmente in 14 province, contavano 2.065 residenti, di cui 948 presenti nei 99 conventi delle cinque province in cui l’Ordine era suddiviso nel Regno di Napoli. Di lì a poco, però, la prima soppressione monastica dell’età moderna sarebbe giunta a interrompere bruscamente il trend positivo, bloccando nuove fondazioni ed eliminando dalla scena quelle incapaci di sostenere almeno sei religiosi. Con il provvedimento pontificio del 1652 i Minimi vedevano soppressi nel Regno di Napoli i conventi di Orsogna e Ripalda in Abruzzo, di Campagna e Giffoni nella provincia napoletana, quelli di Motta, di Acri, di Malvito e di Amantea in Calabria Citra; di Catona, Davoli, Stilo e Mesiano in Calabria Ultra. Il 17 settembre 1659 veniva soppresso anche il convento di San Giorgio, nella diocesi beneventana, su sollecitazione del viceré, conte di Peñaranda, il quale ne aveva chiesto la chiusura in quanto divenuto covo di facinorosi. Nel lasso di tempo intercorso fra la fondazione a Paola e la citata soppressione anche i Minimi si erano resi protagonisti della grande stagione del clero regolare, quando l’impegno mostrato nella pastorale e nella catechesi, la consistenza demografica raggiunta, il ruolo di primo piano avuto nel settore economico, i rapporti intrattenuti con il territorio e articolati su vari livelli posero di diritto i Regolari tutti nella dialettica relativa ai vari poteri esistenti nella società di antico regime. Il presente contributo intende seguire il percorso dei nostri, le eventuali strategie messe in atto per la loro affermazione, il disegno presente nelle loro fondazioni, i canali attraverso i quali costruirono il loro rapporto con le varie realtà territoriali.

Gli insediamenti dei Minimi nel Regno di Napoli fra XV e XVII secolo / Campanelli, Marcella. - STAMPA. - (2008), pp. 143-184. (Intervento presentato al convegno primo Convegno per la celebrazione del quinto centenario della morte di s. Francesco di Paola (1507-2007) tenutosi a Napoli nel 27-28 aprile 2007).

Gli insediamenti dei Minimi nel Regno di Napoli fra XV e XVII secolo

CAMPANELLI, MARCELLA
2008

Abstract

Nel 1435, a Paola, nasceva il primo convento dei Minimi ad opera, come noto, del fondatore dell’Ordine. Da quel momento i seguaci di Francesco avrebbero iniziato una espansione che, avviatasi quasi in sordina con i 10 conventi presenti negli antichi Stati italiani alla fine del XV secolo, li avrebbe portati alla metà del XVII secolo a 199 insediamenti. Quando l’intero panorama conventuale maschile arrivava a comprendere circa 6.238 conventi per 69.623 residenti, i Minimi, ripartiti globalmente in 14 province, contavano 2.065 residenti, di cui 948 presenti nei 99 conventi delle cinque province in cui l’Ordine era suddiviso nel Regno di Napoli. Di lì a poco, però, la prima soppressione monastica dell’età moderna sarebbe giunta a interrompere bruscamente il trend positivo, bloccando nuove fondazioni ed eliminando dalla scena quelle incapaci di sostenere almeno sei religiosi. Con il provvedimento pontificio del 1652 i Minimi vedevano soppressi nel Regno di Napoli i conventi di Orsogna e Ripalda in Abruzzo, di Campagna e Giffoni nella provincia napoletana, quelli di Motta, di Acri, di Malvito e di Amantea in Calabria Citra; di Catona, Davoli, Stilo e Mesiano in Calabria Ultra. Il 17 settembre 1659 veniva soppresso anche il convento di San Giorgio, nella diocesi beneventana, su sollecitazione del viceré, conte di Peñaranda, il quale ne aveva chiesto la chiusura in quanto divenuto covo di facinorosi. Nel lasso di tempo intercorso fra la fondazione a Paola e la citata soppressione anche i Minimi si erano resi protagonisti della grande stagione del clero regolare, quando l’impegno mostrato nella pastorale e nella catechesi, la consistenza demografica raggiunta, il ruolo di primo piano avuto nel settore economico, i rapporti intrattenuti con il territorio e articolati su vari livelli posero di diritto i Regolari tutti nella dialettica relativa ai vari poteri esistenti nella società di antico regime. Il presente contributo intende seguire il percorso dei nostri, le eventuali strategie messe in atto per la loro affermazione, il disegno presente nelle loro fondazioni, i canali attraverso i quali costruirono il loro rapporto con le varie realtà territoriali.
2008
9788889946398
Gli insediamenti dei Minimi nel Regno di Napoli fra XV e XVII secolo / Campanelli, Marcella. - STAMPA. - (2008), pp. 143-184. (Intervento presentato al convegno primo Convegno per la celebrazione del quinto centenario della morte di s. Francesco di Paola (1507-2007) tenutosi a Napoli nel 27-28 aprile 2007).
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