FORMIA: OSPEDALE DEL GOLFO. Architettura e Natura: il paesaggio dell’Ospedale del Golfo. Il luogo in cui sorgerà il nuovo Ospedale del Golfo è caratterizzato dalle emergenze naturalistiche della catena dei Monti Aurunci a nord ed il Mare Tirreno Centrale nel tratto di costa del golfo tra Formia e Gaeta a sud. In particolare l’area in località Maranola, compresa tra la quota 38 metri s.l.m. della variante della via Appia a nord e la quota 25 metri s.l.m. della linea ferroviaria Roma-Napoli a sud, ha come fondale scenografico le cime dei monti con le incisioni idro-geologiche dei torrenti. Le architetture del nuovo Ospedale ed il loro orientamento sono scaturiti direttamente dal dialogo con il paesaggio circostante mentre il sistema dell’accessibilità e della distribuzione della rete infrastrutturale sono incardinati sulla spina dorsale nord-sud di aggancio della variante della via Appia al tracciato ferroviario e all’asse a scorrimento a sud. La successione dei volumi architettonici asseconda ed allo stesso tempo esalta il contrasto tra i leggeri dislivelli del lotto ed i rilievi montuosi in lontananza. La composizione architettonica è fondata su elementi paralleli alle curve di livello saldati al suolo attraverso l’alternarsi di porticati, corti interne che racchiudono frammenti di natura introiettata e giardini pensili che garantiscono il godimento del paesaggio sia verso il mare che verso le montagne. Il carattere della fabbrica rimanda alle qualità formali e materiali della cultura architettonica razionalista in area mediterranea, significativamente radicata nel territorio, sia per l’uso di superfici e inviluppi nitidamente definiti, (porticati, patii, bianche superfici intonacate, elementi frangisole, ecc.) sia per il recupero di elementi della tradizione costruttiva rurale (muri di pietra a secco, basolati, terrazzamenti, ecc.) Alla elevata naturalità della catena montuosa corrisponde nel progetto del parco il Bosco di Lecci, Pini e Tigli associati a Magnolie, Alberi di Canfora e Camelie che si sviluppa in tutto il settore nord, a ridosso della variante della via Appia, e scende lungo il confine orientale del lotto fino al tracciato ferroviario a sud. La continuità paesaggistica del Bosco scavalca la grande viabilità della variante della via Appia ed ingloba integralmente lo svincolo di accesso all’area ospedaliera riducendo al massimo l’impatto ambientale della sistemazione dei raccordi di viabilità con l’intenzione di agganciarsi alle pendici montuose. Il Bosco costruisce il primo elemento di architettura di natura per integrare l’architettura degli edifici e la natura dei Monti Aurunci. La scelta delle essenze botaniche arboree di prima grandezza come i Pini, i Lecci, i Tigli ed anche i Platani, associate alle essenze come le Magnolie e le Camelie con le fioriture è suggerita dalla volontà di mitigare ed addolcire l’idea del Bosco fitto ed impenetrabile del settore nord, barriera alla viabilità a scorrimento veloce, nelle parti del Bosco stesso che progressivamente penetrano tra le architetture dei reparti ospedalieri e scendono più a valle diradandosi e dissolvendosi in radure sempre più fiorite e con squarci aperti verso il mare e la costa. Il patrimonio botanico del Bosco è arricchito con radure di macchia mediterranea. Il progetto del parco è suggerito anche dalla intenzione di salvaguardare le essenze preesistenti di pregio e la convivenza di aree ornamentali con le colture di oliveti e frutteti. Alla elevata tensione artificiale e plastica delle architetture del cuore dell’ospedale, concepito come un “complesso polifunzionale ad elevato valore ambientale, bioclimatico e progettato in un sistema organico ed unitario di verde”, in sintesi un “ospedale-città aperto, trasparente e leggibile”, corrisponde nel progetto del parco il Sistema delle corti e dei giardini pensili che inglobano i frammenti di natura introiettata quali massime espressioni di artifici di natura. Il Sistema delle corti e dei giardini pensili è composto da ampi settori soleggiati che si succedono a quote alternate in funzione dei dislivelli orografici originari. Il giardino pensile superiore del quadrante nord-occidentale, l’artificio, contraddice la corte superiore del quadrante nord-orientale in cui penetra il Bosco, la natura, e costruisce il giardino fiorito come frammento di natura trasformato secondo le più sofisticate e spinte tecniche agrarie. Il giardino pensile inferiore del quadrante sud-occidentale coniuga la tradizione del giardino fiorito a parterre geometrici e regolari con la composizione di alternanze di associazioni fiorite erbacee ed arbustive a portamento spontaneo. La corte inferiore del quadrante sud-orientale, completamente inglobata nelle architetture sia ipogee che di raccordo tra i diversi dislivelli ed articolate in porticati, padiglioni funzionali e gallerie, contraddice ogni riferimento all’italianità producendo un Bosco esotico dissonante ed alternativo al Bosco “ad elevato grado di naturalità”. Il Bosco esotico è costituito da associazioni diverse di Bambù dalle più eteree a quelle giganti per contraddire o assecondare di volta in volta la rigorosa geometria delle architetture circostanti. Alla elevata qualità ambientale dei campi coltivati e degli uliveti al confine occidentale dell’area corrisponde nel progetto del parco l’idea della continuità del paesaggio agrario a colture. Nella composizione architettonica del complesso ospedaliero il settore occidentale è destinato ad accogliere i parcheggi a raso ombreggiati dai filari composti ed ordinati degli olivi. Al paesaggio agrario organizzato dell’uliveto, corrisponde il paesaggio agrario del saltus dell’area meridionale del parco che ricuce i campi occidentali al bosco orientale. Il saltus è quel paesaggio che segna la disgregazione del sistema agricolo di epoca imperiale romana e delle centuriatio e la progressiva destinazione a pascolo e alla espansione spontanea del bosco. Da qui la scelta di segnare il paesaggio sud del parco con i muri a secco che seguono l’andamento orografico spontaneo e stemperare le colture agrarie degli uliveti con esemplari isolati ed irregolari. Nell’estremo settore sud del parco le essenze arboree ed arbustive agrarie e spontanee si infittiscono per contenere l’impatto del rilevato ferroviario in continuità del saltus.

Il Progetto dell'Ospedale del Golfo di Formia / Buondonno, Emma; F., Bocchino; S., Solaro; F., Mirachi; A. C. A. P. O. N., E.. - (2008).

Il Progetto dell'Ospedale del Golfo di Formia.

BUONDONNO, EMMA;
2008

Abstract

FORMIA: OSPEDALE DEL GOLFO. Architettura e Natura: il paesaggio dell’Ospedale del Golfo. Il luogo in cui sorgerà il nuovo Ospedale del Golfo è caratterizzato dalle emergenze naturalistiche della catena dei Monti Aurunci a nord ed il Mare Tirreno Centrale nel tratto di costa del golfo tra Formia e Gaeta a sud. In particolare l’area in località Maranola, compresa tra la quota 38 metri s.l.m. della variante della via Appia a nord e la quota 25 metri s.l.m. della linea ferroviaria Roma-Napoli a sud, ha come fondale scenografico le cime dei monti con le incisioni idro-geologiche dei torrenti. Le architetture del nuovo Ospedale ed il loro orientamento sono scaturiti direttamente dal dialogo con il paesaggio circostante mentre il sistema dell’accessibilità e della distribuzione della rete infrastrutturale sono incardinati sulla spina dorsale nord-sud di aggancio della variante della via Appia al tracciato ferroviario e all’asse a scorrimento a sud. La successione dei volumi architettonici asseconda ed allo stesso tempo esalta il contrasto tra i leggeri dislivelli del lotto ed i rilievi montuosi in lontananza. La composizione architettonica è fondata su elementi paralleli alle curve di livello saldati al suolo attraverso l’alternarsi di porticati, corti interne che racchiudono frammenti di natura introiettata e giardini pensili che garantiscono il godimento del paesaggio sia verso il mare che verso le montagne. Il carattere della fabbrica rimanda alle qualità formali e materiali della cultura architettonica razionalista in area mediterranea, significativamente radicata nel territorio, sia per l’uso di superfici e inviluppi nitidamente definiti, (porticati, patii, bianche superfici intonacate, elementi frangisole, ecc.) sia per il recupero di elementi della tradizione costruttiva rurale (muri di pietra a secco, basolati, terrazzamenti, ecc.) Alla elevata naturalità della catena montuosa corrisponde nel progetto del parco il Bosco di Lecci, Pini e Tigli associati a Magnolie, Alberi di Canfora e Camelie che si sviluppa in tutto il settore nord, a ridosso della variante della via Appia, e scende lungo il confine orientale del lotto fino al tracciato ferroviario a sud. La continuità paesaggistica del Bosco scavalca la grande viabilità della variante della via Appia ed ingloba integralmente lo svincolo di accesso all’area ospedaliera riducendo al massimo l’impatto ambientale della sistemazione dei raccordi di viabilità con l’intenzione di agganciarsi alle pendici montuose. Il Bosco costruisce il primo elemento di architettura di natura per integrare l’architettura degli edifici e la natura dei Monti Aurunci. La scelta delle essenze botaniche arboree di prima grandezza come i Pini, i Lecci, i Tigli ed anche i Platani, associate alle essenze come le Magnolie e le Camelie con le fioriture è suggerita dalla volontà di mitigare ed addolcire l’idea del Bosco fitto ed impenetrabile del settore nord, barriera alla viabilità a scorrimento veloce, nelle parti del Bosco stesso che progressivamente penetrano tra le architetture dei reparti ospedalieri e scendono più a valle diradandosi e dissolvendosi in radure sempre più fiorite e con squarci aperti verso il mare e la costa. Il patrimonio botanico del Bosco è arricchito con radure di macchia mediterranea. Il progetto del parco è suggerito anche dalla intenzione di salvaguardare le essenze preesistenti di pregio e la convivenza di aree ornamentali con le colture di oliveti e frutteti. Alla elevata tensione artificiale e plastica delle architetture del cuore dell’ospedale, concepito come un “complesso polifunzionale ad elevato valore ambientale, bioclimatico e progettato in un sistema organico ed unitario di verde”, in sintesi un “ospedale-città aperto, trasparente e leggibile”, corrisponde nel progetto del parco il Sistema delle corti e dei giardini pensili che inglobano i frammenti di natura introiettata quali massime espressioni di artifici di natura. Il Sistema delle corti e dei giardini pensili è composto da ampi settori soleggiati che si succedono a quote alternate in funzione dei dislivelli orografici originari. Il giardino pensile superiore del quadrante nord-occidentale, l’artificio, contraddice la corte superiore del quadrante nord-orientale in cui penetra il Bosco, la natura, e costruisce il giardino fiorito come frammento di natura trasformato secondo le più sofisticate e spinte tecniche agrarie. Il giardino pensile inferiore del quadrante sud-occidentale coniuga la tradizione del giardino fiorito a parterre geometrici e regolari con la composizione di alternanze di associazioni fiorite erbacee ed arbustive a portamento spontaneo. La corte inferiore del quadrante sud-orientale, completamente inglobata nelle architetture sia ipogee che di raccordo tra i diversi dislivelli ed articolate in porticati, padiglioni funzionali e gallerie, contraddice ogni riferimento all’italianità producendo un Bosco esotico dissonante ed alternativo al Bosco “ad elevato grado di naturalità”. Il Bosco esotico è costituito da associazioni diverse di Bambù dalle più eteree a quelle giganti per contraddire o assecondare di volta in volta la rigorosa geometria delle architetture circostanti. Alla elevata qualità ambientale dei campi coltivati e degli uliveti al confine occidentale dell’area corrisponde nel progetto del parco l’idea della continuità del paesaggio agrario a colture. Nella composizione architettonica del complesso ospedaliero il settore occidentale è destinato ad accogliere i parcheggi a raso ombreggiati dai filari composti ed ordinati degli olivi. Al paesaggio agrario organizzato dell’uliveto, corrisponde il paesaggio agrario del saltus dell’area meridionale del parco che ricuce i campi occidentali al bosco orientale. Il saltus è quel paesaggio che segna la disgregazione del sistema agricolo di epoca imperiale romana e delle centuriatio e la progressiva destinazione a pascolo e alla espansione spontanea del bosco. Da qui la scelta di segnare il paesaggio sud del parco con i muri a secco che seguono l’andamento orografico spontaneo e stemperare le colture agrarie degli uliveti con esemplari isolati ed irregolari. Nell’estremo settore sud del parco le essenze arboree ed arbustive agrarie e spontanee si infittiscono per contenere l’impatto del rilevato ferroviario in continuità del saltus.
2008
Il Progetto dell'Ospedale del Golfo di Formia / Buondonno, Emma; F., Bocchino; S., Solaro; F., Mirachi; A. C. A. P. O. N., E.. - (2008).
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