Obiettivo del concorso è “rappresentare l’idea di campus come espressione di innovazione, risparmio energetico e promozione ambientale in aderenza con il contesto territoriale di riferimento” di cui si vuole combattere la frammentazione. Ma cosa è l’idea di Campus? E quale forma la rappresenta meglio? Tradizionalmente il campus è lo spazio scoperto relativo ad alcune costruzioni; esempi diffusi sono le piazze, le grandi corti rurali, quelle religiose (abbazie, monasteri etc) la cui differenza è che, in genere, le corti religiose si presentano come spazio scoperto circondato da un recinto chiuso (il portico che distribuisce i vari ambienti) mentre in molte esperienze rurali, come nella ferme cauchoise riportata dal geografo J. Tricart, lo spazio scoperto ordinatore non è racchiuso da un perimetro murario. Anche per le piazze è possibile distinguere quelle chiuse (le piazze reali francesi, spagnole..) e quelle aperte, come il Campo dei Miracoli a Pisa: un “campo” per antonomasia, appunto. È questa idea di campus, ricorrente nelle esperienze inglesi e americane, che ci interessa rimettere in gioco perché riprende la sfida della città contemporanea (in buona parte perduta, ma non per questo sbagliata o da abbandonare)di riuscire a definire qualità e rapporti spaziali riconoscibili, senza ricorrere a quelli che Einstein definisce spazi scatola, cioè spazi recinto: senza riproporre il carattere di rue corridor o quella che il Giedion definisce l’idea di spazio cavo. I migliori architetti del MM si misureranno con questa idea di spazio aperto ed ai loro progetti e ai caratteri del contesto ci riferiamo per rispondere agli obiettivi del concorso. Il luogo è caratterizzato da una fitta topografia rurale, che marca la divisione del suolo mentre la sua edificazione conferma i caratteri della dispersione tipici, con “abitazioni isolate, circondate da coltivi irrigui”. Questi tipi della dispersione del territorio storico sono diversi da quelli della frammentazione del paesaggio contemporaneo e non bisogna confonderli. Per questo il progetto affronta l’obiettivo del campus e della deframmentazione insediativa lavorando sulla topografia con un proprio tracciato regolatore che reinterpreta quello esistente e dispone vuoti e pieni secondo ordine e misura; il nuovo tracciato ha una maglia ortogonale di 25 x75 mt, multipla di quella strutturale di 5mt dei corpi di fabbrica, si infrange nelle curve delle cave e della pista auto dove sparisce, ma affiora a distanza per disporre di nuovo, secondo ordine e misura, i diversi elementi.

Concorso internazionale di idee per la progettazione del Campus dell'innovazione automotive e meccanica, Mozzagrogna (Ch), / Pezza, Valeria; Orfeo, Camillo; R., Gravinese; N., Labbrozzi; E., Cecchi; F., Bocchino; F., Mirarchi; S., Solaro; Heinle Wischer und, Partners; E., Schultz; Buondonno, Emma. - (2008).

Concorso internazionale di idee per la progettazione del Campus dell'innovazione automotive e meccanica, Mozzagrogna (Ch),

PEZZA, VALERIA;ORFEO, CAMILLO;BUONDONNO, EMMA
2008

Abstract

Obiettivo del concorso è “rappresentare l’idea di campus come espressione di innovazione, risparmio energetico e promozione ambientale in aderenza con il contesto territoriale di riferimento” di cui si vuole combattere la frammentazione. Ma cosa è l’idea di Campus? E quale forma la rappresenta meglio? Tradizionalmente il campus è lo spazio scoperto relativo ad alcune costruzioni; esempi diffusi sono le piazze, le grandi corti rurali, quelle religiose (abbazie, monasteri etc) la cui differenza è che, in genere, le corti religiose si presentano come spazio scoperto circondato da un recinto chiuso (il portico che distribuisce i vari ambienti) mentre in molte esperienze rurali, come nella ferme cauchoise riportata dal geografo J. Tricart, lo spazio scoperto ordinatore non è racchiuso da un perimetro murario. Anche per le piazze è possibile distinguere quelle chiuse (le piazze reali francesi, spagnole..) e quelle aperte, come il Campo dei Miracoli a Pisa: un “campo” per antonomasia, appunto. È questa idea di campus, ricorrente nelle esperienze inglesi e americane, che ci interessa rimettere in gioco perché riprende la sfida della città contemporanea (in buona parte perduta, ma non per questo sbagliata o da abbandonare)di riuscire a definire qualità e rapporti spaziali riconoscibili, senza ricorrere a quelli che Einstein definisce spazi scatola, cioè spazi recinto: senza riproporre il carattere di rue corridor o quella che il Giedion definisce l’idea di spazio cavo. I migliori architetti del MM si misureranno con questa idea di spazio aperto ed ai loro progetti e ai caratteri del contesto ci riferiamo per rispondere agli obiettivi del concorso. Il luogo è caratterizzato da una fitta topografia rurale, che marca la divisione del suolo mentre la sua edificazione conferma i caratteri della dispersione tipici, con “abitazioni isolate, circondate da coltivi irrigui”. Questi tipi della dispersione del territorio storico sono diversi da quelli della frammentazione del paesaggio contemporaneo e non bisogna confonderli. Per questo il progetto affronta l’obiettivo del campus e della deframmentazione insediativa lavorando sulla topografia con un proprio tracciato regolatore che reinterpreta quello esistente e dispone vuoti e pieni secondo ordine e misura; il nuovo tracciato ha una maglia ortogonale di 25 x75 mt, multipla di quella strutturale di 5mt dei corpi di fabbrica, si infrange nelle curve delle cave e della pista auto dove sparisce, ma affiora a distanza per disporre di nuovo, secondo ordine e misura, i diversi elementi.
2008
Concorso internazionale di idee per la progettazione del Campus dell'innovazione automotive e meccanica, Mozzagrogna (Ch), / Pezza, Valeria; Orfeo, Camillo; R., Gravinese; N., Labbrozzi; E., Cecchi; F., Bocchino; F., Mirarchi; S., Solaro; Heinle Wischer und, Partners; E., Schultz; Buondonno, Emma. - (2008).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/348444
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