Il confronto postumo di Ricoeur con Michel de Certeau nell'ambito della grande ricerca ricoeuriana sulla memoria, la storia, l'oblio per un proficuo dialogo fra filosofia, storiografia e semiotica. Ricoeur e de Certeau sono stati entrambi credenti e studiosi del Sacro; entrambi al di fuori degli schemi convenzionali, di ogni chiusura confessionale, due grandi irregolari: il filosofo Ricoeur, protestante, studioso del simbolo e del racconto, che sempre ha voluto “non mescolare i generi” della filosofia e del discorso religioso e teologico, generi che peraltro conosceva profondamente e il gesuita de Certeau, psicanalista e storico della mistica barocca, amico di Lacan e di Foucault, al quale probabilmente solo la morte prematura nel 1986 ha risparmiato uno scontro con una Chiesa che sempre più si allontanava dalle aperture conciliari. Ci si potrebbe immaginare un forte rapporto fra i due, nella Parigi del secondo Novecento. Invece i loro rapporti in vita sono stati scarsi, se si eccettua una partecipazione di de Certeau nel 1983 a una tavola rotonda sul primo volume di Temps et récit all’Institut Catholique. Si può invece parlare di un incontro postumo nell’approfondita riflessione che alla storiografia di de Certeau Ricoeur dedica in La mémoire, l’histoire, l’oubli del 2000. Nella relazione questo rapporto ancora in buona parte da riscoprire cercato indagando il nesso il ruolo della rappresentazione nella storia delle mentalità e l’operazione storiografica della scrittura della storia, che viene esplicitamente dai due autori ricondotta a un atto pietoso di sepoltura esercitato verso coloro che ci hanno preceduto. Di qui una epistemologia della conoscenza storica ci riconduce a una ermeneutica della condizione umana e in essa all’analisi e all’assunzione della finitudine e della condizione mortale dell’esistere, ma anche alle operazioni attraverso cui ci è dato di opporre al dominio della morte la solidarietà fra gli umani e lo stesso filosofare inteso (da Ricoeur che contro Heidegger cita Spinoza) come non mortis sed vitae meditatio.

La scrittura della storia come esercizio di pietas. Il confronto postumo di Ricoeur con de Certeau / Iervolino, Domenico. - STAMPA. - (2008), pp. 81-88. (Intervento presentato al convegno Destini del sacro tenutosi a Reggio Emilia nel 22-25 novembre 2007).

La scrittura della storia come esercizio di pietas. Il confronto postumo di Ricoeur con de Certeau

IERVOLINO, DOMENICO
2008

Abstract

Il confronto postumo di Ricoeur con Michel de Certeau nell'ambito della grande ricerca ricoeuriana sulla memoria, la storia, l'oblio per un proficuo dialogo fra filosofia, storiografia e semiotica. Ricoeur e de Certeau sono stati entrambi credenti e studiosi del Sacro; entrambi al di fuori degli schemi convenzionali, di ogni chiusura confessionale, due grandi irregolari: il filosofo Ricoeur, protestante, studioso del simbolo e del racconto, che sempre ha voluto “non mescolare i generi” della filosofia e del discorso religioso e teologico, generi che peraltro conosceva profondamente e il gesuita de Certeau, psicanalista e storico della mistica barocca, amico di Lacan e di Foucault, al quale probabilmente solo la morte prematura nel 1986 ha risparmiato uno scontro con una Chiesa che sempre più si allontanava dalle aperture conciliari. Ci si potrebbe immaginare un forte rapporto fra i due, nella Parigi del secondo Novecento. Invece i loro rapporti in vita sono stati scarsi, se si eccettua una partecipazione di de Certeau nel 1983 a una tavola rotonda sul primo volume di Temps et récit all’Institut Catholique. Si può invece parlare di un incontro postumo nell’approfondita riflessione che alla storiografia di de Certeau Ricoeur dedica in La mémoire, l’histoire, l’oubli del 2000. Nella relazione questo rapporto ancora in buona parte da riscoprire cercato indagando il nesso il ruolo della rappresentazione nella storia delle mentalità e l’operazione storiografica della scrittura della storia, che viene esplicitamente dai due autori ricondotta a un atto pietoso di sepoltura esercitato verso coloro che ci hanno preceduto. Di qui una epistemologia della conoscenza storica ci riconduce a una ermeneutica della condizione umana e in essa all’analisi e all’assunzione della finitudine e della condizione mortale dell’esistere, ma anche alle operazioni attraverso cui ci è dato di opporre al dominio della morte la solidarietà fra gli umani e lo stesso filosofare inteso (da Ricoeur che contro Heidegger cita Spinoza) come non mortis sed vitae meditatio.
2008
9788883536762
La scrittura della storia come esercizio di pietas. Il confronto postumo di Ricoeur con de Certeau / Iervolino, Domenico. - STAMPA. - (2008), pp. 81-88. (Intervento presentato al convegno Destini del sacro tenutosi a Reggio Emilia nel 22-25 novembre 2007).
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