Il turismo italiano ha dovuto sempre fare i conti con la difficoltà dell’offerta ricettiva di adeguarsi agli standard qualitativi e quantitativi della domanda. E’ probabile che i pochi alberghi di lusso non si discostassero dai livelli internazionali, consentendo alle mete italiane più rinomate di preservare la loro immagine e di diffondere fra i ricchi del mondo il gusto della vacanza in Italia. Fu l’aumento del turismo dei ceti medi, permesso dallo sviluppo dei redditi e dalla riduzione delle tariffe di trasporto, a far emergere l’inadeguatezza della ricettività italiana anche a causa della disattenzione che circondava il settore nonostante l’importanza, accertata e divulgata negli ambienti politici ed economici delle entrate turistiche per l’equilibrio della bilancia dei pagamenti. Alla totale ignoranza delle classi dirigenti sul ruolo del turismo nello sviluppo economico italiano corrispondeva la mancanza di una diffusa cultura dell’accoglienza che favorisse il miglioramento delle strutture ricettive. A questo deficit di cultura, che credo rappresenti la causa prima dell’arretratezza italiana, va ascritto il ritardo, che la pubblicistica specializzata non mancò di sottolineare, nell’offerta di servizi turistici e quindi l’incapacità di cogliere pienamente l’eccezionale occasione che la congiuntura economica internazionale andava approntando. In altre parole il successo turistico dell’Italia, avvenne e proseguì, almeno in una certa misura, malgré soi e malgrado il settore richiedesse in minore misura quei fattori solitamente invocati dalla storiografia come determinanti nei processi d’industrializzazione. Questo lavoro mira a fornire delle risposte sulle cause che concorsero a deprimere gli introiti del turismo italiano e a farlo risultare perdente nella concorrenza fra le grandi mete turistiche internazionali, rispetto alla Francia, in specie, che ne ricavava entrate valutarie per il doppio se non per il triplo; e, almeno in termini relativi, alla Svizzera e all’Austria, modelli di efficienza e di successo. Sebbene si sia spesso e a ragione invocata l’inadeguatezza di capitali e di credito, l’esame della letteratura specialistica coeva suggerisce di non trascurare l’imponente e diffuso deficit di cultura sia delle élites, che determinarono scelte di politica economica spesso conflittuali rispetto a uno sviluppo turistico, sia del ceto imprenditoriale, responsabile della qualità dell’ospitalità, sia della popolazione, che nel turista vedeva solo un’occasione di temporaneo e spesso illecito guadagno. Per importanti che fossero le difficoltà di accesso al credito e le condizioni finanziarie delle amministrazioni comunali che ebbero un peso rilevante, quanto e forse più dei governi centrali, nello sviluppo delle località turistiche, indagare sui motivi che stentarono a fare affermare una coerente politica per il turismo e che impedirono la diffusione della cultura dell’ospitalità, può aprire la strada a una riflessione sui fattori socio culturali, oltre che economici, della debolezza dello sviluppo turistico italiano. In particolare l’estrema povertà dell’offerta turistica del Mezzogiorno fornisce una prova ulteriore al paradigma che vede andare quasi di pari passo sviluppo turistico e sviluppo economico.

l'Italia paese noioso: i problemi dell'offerta alberghiera fra XIX e XX secolo / Cavalcanti, MARIA LUISA. - STAMPA. - (2007), pp. 519-536. (Intervento presentato al convegno Tra vecchi e nuovi equilibri. Domanda e offerta di servizi in talia tenutosi a Torino nel 12-13 novembre 2004).

l'Italia paese noioso: i problemi dell'offerta alberghiera fra XIX e XX secolo

CAVALCANTI, MARIA LUISA
2007

Abstract

Il turismo italiano ha dovuto sempre fare i conti con la difficoltà dell’offerta ricettiva di adeguarsi agli standard qualitativi e quantitativi della domanda. E’ probabile che i pochi alberghi di lusso non si discostassero dai livelli internazionali, consentendo alle mete italiane più rinomate di preservare la loro immagine e di diffondere fra i ricchi del mondo il gusto della vacanza in Italia. Fu l’aumento del turismo dei ceti medi, permesso dallo sviluppo dei redditi e dalla riduzione delle tariffe di trasporto, a far emergere l’inadeguatezza della ricettività italiana anche a causa della disattenzione che circondava il settore nonostante l’importanza, accertata e divulgata negli ambienti politici ed economici delle entrate turistiche per l’equilibrio della bilancia dei pagamenti. Alla totale ignoranza delle classi dirigenti sul ruolo del turismo nello sviluppo economico italiano corrispondeva la mancanza di una diffusa cultura dell’accoglienza che favorisse il miglioramento delle strutture ricettive. A questo deficit di cultura, che credo rappresenti la causa prima dell’arretratezza italiana, va ascritto il ritardo, che la pubblicistica specializzata non mancò di sottolineare, nell’offerta di servizi turistici e quindi l’incapacità di cogliere pienamente l’eccezionale occasione che la congiuntura economica internazionale andava approntando. In altre parole il successo turistico dell’Italia, avvenne e proseguì, almeno in una certa misura, malgré soi e malgrado il settore richiedesse in minore misura quei fattori solitamente invocati dalla storiografia come determinanti nei processi d’industrializzazione. Questo lavoro mira a fornire delle risposte sulle cause che concorsero a deprimere gli introiti del turismo italiano e a farlo risultare perdente nella concorrenza fra le grandi mete turistiche internazionali, rispetto alla Francia, in specie, che ne ricavava entrate valutarie per il doppio se non per il triplo; e, almeno in termini relativi, alla Svizzera e all’Austria, modelli di efficienza e di successo. Sebbene si sia spesso e a ragione invocata l’inadeguatezza di capitali e di credito, l’esame della letteratura specialistica coeva suggerisce di non trascurare l’imponente e diffuso deficit di cultura sia delle élites, che determinarono scelte di politica economica spesso conflittuali rispetto a uno sviluppo turistico, sia del ceto imprenditoriale, responsabile della qualità dell’ospitalità, sia della popolazione, che nel turista vedeva solo un’occasione di temporaneo e spesso illecito guadagno. Per importanti che fossero le difficoltà di accesso al credito e le condizioni finanziarie delle amministrazioni comunali che ebbero un peso rilevante, quanto e forse più dei governi centrali, nello sviluppo delle località turistiche, indagare sui motivi che stentarono a fare affermare una coerente politica per il turismo e che impedirono la diffusione della cultura dell’ospitalità, può aprire la strada a una riflessione sui fattori socio culturali, oltre che economici, della debolezza dello sviluppo turistico italiano. In particolare l’estrema povertà dell’offerta turistica del Mezzogiorno fornisce una prova ulteriore al paradigma che vede andare quasi di pari passo sviluppo turistico e sviluppo economico.
2007
9788884226402
l'Italia paese noioso: i problemi dell'offerta alberghiera fra XIX e XX secolo / Cavalcanti, MARIA LUISA. - STAMPA. - (2007), pp. 519-536. (Intervento presentato al convegno Tra vecchi e nuovi equilibri. Domanda e offerta di servizi in talia tenutosi a Torino nel 12-13 novembre 2004).
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