Il testo considera il ruolo delle aree dismesse, che costituiscono oggi il grande patrimonio “di riserva” delle conurbazioni italiane. Il loro valore è, allo stato attuale, ancora sottovalutato, non tanto dagli immobiliaristi, ma dagli amministratori pubblici, e non dal punto di vista funzionale, quanto piuttosto dal “potenziale creativo” che potrebbero sviluppare, se usate come aree speciali in cui attuare programmi speciali, che dessero “voce” (o meglio, “forma”) ai “portati” particolari delle “molte città” presenti nelle metropoli contemporanee. Le aree dismesse possono certamente costituire anche aree di riequilibrio per gli standard, per la riqualificazione residenziale, ecc., ma far precedere l’aspetto funzionale a quello “creativo” dell’invenzione di alcune “qualità speciali” nell’urbano costituisce un abbassamento del tiro che autocensura anche la reinvenzione dell’urbano stesso, diversamente da quanto dimostrano , invece, sia gli esempi europei richiamati nei vari saggi che compongono il testo, sia le sperimentazioni progettuali condotte nel corso di architettura del paesaggio diretto da Vito Cappiello. Il testo contiene sia una disamina metodologica delle tematiche connesse alla riqualificazione delle aree dismesse, sia l’analisi di una serie di casistiche contemporanee, sia esemplificazioni progettuali condotte sperimentalmente anche a livello didattico su aree dismesse italiane.

dalle aree dismesse verso nuovi paesaggi (a cura di anna aragosa e matteo petraroia) esperienze del corso di architettura dei parchi e giardini a.a. 2003 - 2004 - facoltà di architettura - università degli studi di napoli federico secondo / Cappiello, Vito. - (2006).

dalle aree dismesse verso nuovi paesaggi (a cura di anna aragosa e matteo petraroia) esperienze del corso di architettura dei parchi e giardini a.a. 2003 - 2004 - facoltà di architettura - università degli studi di napoli federico secondo

CAPPIELLO, VITO
2006

Abstract

Il testo considera il ruolo delle aree dismesse, che costituiscono oggi il grande patrimonio “di riserva” delle conurbazioni italiane. Il loro valore è, allo stato attuale, ancora sottovalutato, non tanto dagli immobiliaristi, ma dagli amministratori pubblici, e non dal punto di vista funzionale, quanto piuttosto dal “potenziale creativo” che potrebbero sviluppare, se usate come aree speciali in cui attuare programmi speciali, che dessero “voce” (o meglio, “forma”) ai “portati” particolari delle “molte città” presenti nelle metropoli contemporanee. Le aree dismesse possono certamente costituire anche aree di riequilibrio per gli standard, per la riqualificazione residenziale, ecc., ma far precedere l’aspetto funzionale a quello “creativo” dell’invenzione di alcune “qualità speciali” nell’urbano costituisce un abbassamento del tiro che autocensura anche la reinvenzione dell’urbano stesso, diversamente da quanto dimostrano , invece, sia gli esempi europei richiamati nei vari saggi che compongono il testo, sia le sperimentazioni progettuali condotte nel corso di architettura del paesaggio diretto da Vito Cappiello. Il testo contiene sia una disamina metodologica delle tematiche connesse alla riqualificazione delle aree dismesse, sia l’analisi di una serie di casistiche contemporanee, sia esemplificazioni progettuali condotte sperimentalmente anche a livello didattico su aree dismesse italiane.
2006
9788854803954
dalle aree dismesse verso nuovi paesaggi (a cura di anna aragosa e matteo petraroia) esperienze del corso di architettura dei parchi e giardini a.a. 2003 - 2004 - facoltà di architettura - università degli studi di napoli federico secondo / Cappiello, Vito. - (2006).
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