Il rilevamento dei depositi quaternari della bassa valle del F. Alento insieme alla analisi di preesistenti stratigrafie di sondaggio ed un dettagliato rilevamento geomorfologico dell’area , hanno consentito di ricostruire alcune delle principali tappe morfoevolutive che hanno caratterizzato l’aggradazione e la pro gradazione della Piana dell’Alento durante il Pleistocene superiore e soprattutto durante l’Olocene. Il quadro della cronologia relativa degli eventi, sviluppato in base a criteri stratigrafici e geomorfologici, è stato integrato da alcuni dati di cronologia assoluta ottenuti sia mediante datazioni C14, sia facendo uso di evidenze archeologiche e di fonti storiche varie. Sono state inoltre effettuate analisi sulla microfauna fossile ad ostracodi e foraminiferi di alcune formazioni onde definire l’ambiente di deposizione. L’analisi stratigrafica del sottosuolo della bassa valle dell’Alento ha evidenziato la presenza di una successione di riempimento vallivo, potente fino a oltre 50 m e costituita da depositi epiclastici di ambiente litorale, transazionale e fluviale. Essa rappresenta il frutto di almeno due distinte fasi di aggradazione della valle, separate da una fase di re incisione ascrivibile alla regressione würmiana. La parte terminale del fondovalle ha caratteri di piana costiera e risulta impostata in prevalenza su depositi litorali, eolici e transazionali riferibili alla trasgressione versi liana. La più interna linea di costa di questa trasgressione disegna una sorta di ria, poco incastrata entro la pianura pleistocenica, che si spinge fino a 2,5 km più all’interno della costa attuale. Via via più rettilinee e più avanzate risultano le linee di riva relative alle fasi tardo-oloceniche di pro gradazione. L’utilizzo integrato di evidenze stratigrafiche (di superficie e di sottosuolo), geomorfologiche ed archeologico-storiografiche, ha permesso di riconoscere almeno sei paleo tracciati costieri di età compresa tra l’attuale ed il VI secolo a.C. I più antichi tra questi permettono anche di definire meglio la paleogeografia dell’area all’epoca della celebre colonia magno-greca di Elea, posta su di un promontorio al margine orientale della piana. Il periodo di massima ampiezza della piana costiera è collocabile intorno al tardo Medioevo, quando la linea di costa risultava notevolmente più avanzata di oggi.
Nuovi dati stratigrafici e cronologici sull'evoluzione recente della piana del Fiume Alento (Cilento, Campania) / Cinque, A.; Rosskopf, C.; Barra, Diana; Campajola, L.; Paolillo, G.; Romano, M.. - In: IL QUATERNARIO. - ISSN 0394-3356. - STAMPA. - 8:2(1995), pp. 323-338.
Nuovi dati stratigrafici e cronologici sull'evoluzione recente della piana del Fiume Alento (Cilento, Campania)
BARRA, DIANA;
1995
Abstract
Il rilevamento dei depositi quaternari della bassa valle del F. Alento insieme alla analisi di preesistenti stratigrafie di sondaggio ed un dettagliato rilevamento geomorfologico dell’area , hanno consentito di ricostruire alcune delle principali tappe morfoevolutive che hanno caratterizzato l’aggradazione e la pro gradazione della Piana dell’Alento durante il Pleistocene superiore e soprattutto durante l’Olocene. Il quadro della cronologia relativa degli eventi, sviluppato in base a criteri stratigrafici e geomorfologici, è stato integrato da alcuni dati di cronologia assoluta ottenuti sia mediante datazioni C14, sia facendo uso di evidenze archeologiche e di fonti storiche varie. Sono state inoltre effettuate analisi sulla microfauna fossile ad ostracodi e foraminiferi di alcune formazioni onde definire l’ambiente di deposizione. L’analisi stratigrafica del sottosuolo della bassa valle dell’Alento ha evidenziato la presenza di una successione di riempimento vallivo, potente fino a oltre 50 m e costituita da depositi epiclastici di ambiente litorale, transazionale e fluviale. Essa rappresenta il frutto di almeno due distinte fasi di aggradazione della valle, separate da una fase di re incisione ascrivibile alla regressione würmiana. La parte terminale del fondovalle ha caratteri di piana costiera e risulta impostata in prevalenza su depositi litorali, eolici e transazionali riferibili alla trasgressione versi liana. La più interna linea di costa di questa trasgressione disegna una sorta di ria, poco incastrata entro la pianura pleistocenica, che si spinge fino a 2,5 km più all’interno della costa attuale. Via via più rettilinee e più avanzate risultano le linee di riva relative alle fasi tardo-oloceniche di pro gradazione. L’utilizzo integrato di evidenze stratigrafiche (di superficie e di sottosuolo), geomorfologiche ed archeologico-storiografiche, ha permesso di riconoscere almeno sei paleo tracciati costieri di età compresa tra l’attuale ed il VI secolo a.C. I più antichi tra questi permettono anche di definire meglio la paleogeografia dell’area all’epoca della celebre colonia magno-greca di Elea, posta su di un promontorio al margine orientale della piana. Il periodo di massima ampiezza della piana costiera è collocabile intorno al tardo Medioevo, quando la linea di costa risultava notevolmente più avanzata di oggi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.