Dal momento in cui i navigatori del Mediterraneo intraprendono la navigazione di alture nasce la necessità di riferimenti nelle notti senza luna. Le prime segnalazioni marittime notturne nascono come grandi bracieri accesi sui promontori meglio visibili dal mare, quale modo spontaneo di risolvere la necessità di riferimenti nella navigazione. Il più antico manufatto a tale scopo, di cui abbiamo testimonianza, risale al 285-246 a.c., nella località di Faro (Alessandria): un monumento di travertino, alto otto piani che salendo si restringe con ampie terrazze intorno. La costruzione è dedicata ai Dioscuri, divinità della luce, che secondo la tradizione risplendono durante le tempeste per guidare i navigatori. Nell’ambito del Mediterraneo le costruzioni dei fari segnano i periodi più produttivi delle civiltà: dal mitico Colosso di Rodi della antica civiltà greca, ai fari costruiti dai Romani nelle varie province dell’Impero, ai fari di cui si dotarono le quattro Repubbliche Marinare nel XII secolo fino alla Statua della Libertà, incarnazione della funzione di faro dalla struttura antropomorfa. In generale un faro contiene elementi differenti tra loro, tale che possono convivere nella stessa struttura più funzioni quali il rapporto con la natura, l’adattamento delle forme alla orografia del luogo, l’esaltazione di materie e luci, l’evocazione religiosa del richiamo, la celebrazione del luogo. Per questo motivo il faro deve possedere diverse caratteristiche in grado di fargli assumere fisionomie diverse, in momenti diversi, utilizzando materiali e tecnologie, anche antitetiche tra loro. In questa nota si pone in evidenza, oltre al significato simbolico, l’evoluzione delle tecniche costruttive e delle tecnologie utilizzate per rivalutare il faro quale simbolo di civiltà e progresso oppure per continuare ad identificarlo come primordiale manufatto dell’uomo contrapposto all’aspetto tecnologico del nostro tempo.

Lightnings of lights among the rocks, symbols of civilization / Petrella, Pasquale; F., Spampanato; A., Porto. - STAMPA. - 2:(2004), pp. 376-394. (Intervento presentato al convegno Castelli e città fortificate tenutosi a Salerno nel 29, 30 Aprile 2004).

Lightnings of lights among the rocks, symbols of civilization

PETRELLA, PASQUALE;
2004

Abstract

Dal momento in cui i navigatori del Mediterraneo intraprendono la navigazione di alture nasce la necessità di riferimenti nelle notti senza luna. Le prime segnalazioni marittime notturne nascono come grandi bracieri accesi sui promontori meglio visibili dal mare, quale modo spontaneo di risolvere la necessità di riferimenti nella navigazione. Il più antico manufatto a tale scopo, di cui abbiamo testimonianza, risale al 285-246 a.c., nella località di Faro (Alessandria): un monumento di travertino, alto otto piani che salendo si restringe con ampie terrazze intorno. La costruzione è dedicata ai Dioscuri, divinità della luce, che secondo la tradizione risplendono durante le tempeste per guidare i navigatori. Nell’ambito del Mediterraneo le costruzioni dei fari segnano i periodi più produttivi delle civiltà: dal mitico Colosso di Rodi della antica civiltà greca, ai fari costruiti dai Romani nelle varie province dell’Impero, ai fari di cui si dotarono le quattro Repubbliche Marinare nel XII secolo fino alla Statua della Libertà, incarnazione della funzione di faro dalla struttura antropomorfa. In generale un faro contiene elementi differenti tra loro, tale che possono convivere nella stessa struttura più funzioni quali il rapporto con la natura, l’adattamento delle forme alla orografia del luogo, l’esaltazione di materie e luci, l’evocazione religiosa del richiamo, la celebrazione del luogo. Per questo motivo il faro deve possedere diverse caratteristiche in grado di fargli assumere fisionomie diverse, in momenti diversi, utilizzando materiali e tecnologie, anche antitetiche tra loro. In questa nota si pone in evidenza, oltre al significato simbolico, l’evoluzione delle tecniche costruttive e delle tecnologie utilizzate per rivalutare il faro quale simbolo di civiltà e progresso oppure per continuare ad identificarlo come primordiale manufatto dell’uomo contrapposto all’aspetto tecnologico del nostro tempo.
2004
88.8125.989.3
Lightnings of lights among the rocks, symbols of civilization / Petrella, Pasquale; F., Spampanato; A., Porto. - STAMPA. - 2:(2004), pp. 376-394. (Intervento presentato al convegno Castelli e città fortificate tenutosi a Salerno nel 29, 30 Aprile 2004).
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