Si descrive il caso di una fattrice da trotto, di 15 anni, gravida di 28 giorni, trovata morta in paddock. La fattrice, non manifestando alcun sintomo di malattia, era condotta fuori al mattino e, dopo circa mezz’ora, veniva rinvenuta morta. Non si rilevavano elementi indicativi di un evento traumatico o di una fase agonica protratta. All’esame autoptico, l’animale appariva in buone condizioni di nutrizione ed i visceri addominali e toracici non presentavano particolari anomalie, fatta eccezione per il cuore e l’aorta. Erano infatti evidenti, noduli sub-intimali duri al tatto, sclero-calcifici, delle dimensioni da 0,5 a 1,5 cm di diametro, all’origine dell’aorta, al livello del seno di Valsalva e nelle coronarie, in corrispondenza del solco atrio-ventricolare. Sulla base della localizzazione sub-intimale dei noduli calcifici, veniva posta la diagnosi di endoarterite nodulare. Lungo il decorso degli stessi vasi si osservavano dilatazioni sacciformi (aneurismi) di dimensioni variabili da 1 a 4 cm di diametro. Nel miocardio erano evidenti aree biancastre, di forma irregolare, lievemente retratte, interpretabili come aree cicatriziali conseguenti ad infarti. Istologicamente, nel miocardio si osservava una proliferazione lassa di connettivo accompagnata da tessuto adiposo che sostituiva i cardiomiociti e circondava le cellule del tessuto di conduzione. Sia i cardiomiociti che le cellule del tessuto di conduzione mostravano alterazioni regressivo-necrotiche. L’aorta mostrava noduli nell’intima con un centro calcifico circoscritto da connettivo. In relazione a questi elementi si attribuiva la morte del soggetto ad infarti multipli miocardici, la cui riparazione con connettivo e conseguente retrazione cicatriziale aveva coinvolto il tessuto di conduzione. E’ verosimile supporre che gli infarti fossero secondari a tromboembolie a partenza dalle lesioni intimali. Lesioni ischemiche miocardiche e fibrosi cardiaca secondaria a migrazioni aberranti di larve di Strongylus vulgaris a livello aortico e coronarico sono state riscontrate nel 14,3% di 2076 soggetti macellati(5). Si ritiene che emboli a partenza da lesioni analoghe a carico delle carotidi o del tronco brachiocefalico possano provocare ischemia cerebrale, encefalomalacia ed encefalomielite(6). L’origine parassitaria delle lesioni, nel nostro caso, può essere supposta sia sulla base dell’anamnesi, dalla quale risultava che la fattrice non era sottoposta a regolare programma di sverminazione, sia in relazione alla sede ed alle caratteristiche anatomopatologiche delle lesioni vascolari, riconducibili, pur in assenza del rinvenimento di strutture larvali, ad una endoarterite nodulare parassitaria. L’avvento dell’ivermectina e di altri antiparassitari più recenti e le pratiche costanti di sverminazione hanno reso più raro il reperimento di lesioni arteritiche parassitarie da Strongilus vulgaris nel cavallo. Tuttavia molti allevatori risultano tuttora restii all’impiego di antielmintici in gravidanza e le lesioni legate alle migrazioni di larve L4 sono tuttora causa di gravi danni nelle fattrici.
Morte improvvisa di una fattrice per infarto miocardico secondario ad endoarterite parassitaria / Pasolini, MARIA PIA; Trapani, F; Greco, Michele; Testa, Alessandro; Paciello, Orlando. - STAMPA. - (2007), pp. 176-176. (Intervento presentato al convegno XIII CONGRESSO MULTISALA SIVE tenutosi a BOLOGNA nel 26-28 GENNAIO 2007).
Morte improvvisa di una fattrice per infarto miocardico secondario ad endoarterite parassitaria
PASOLINI, MARIA PIA;GRECO, MICHELE;TESTA, ALESSANDRO;PACIELLO, ORLANDO
2007
Abstract
Si descrive il caso di una fattrice da trotto, di 15 anni, gravida di 28 giorni, trovata morta in paddock. La fattrice, non manifestando alcun sintomo di malattia, era condotta fuori al mattino e, dopo circa mezz’ora, veniva rinvenuta morta. Non si rilevavano elementi indicativi di un evento traumatico o di una fase agonica protratta. All’esame autoptico, l’animale appariva in buone condizioni di nutrizione ed i visceri addominali e toracici non presentavano particolari anomalie, fatta eccezione per il cuore e l’aorta. Erano infatti evidenti, noduli sub-intimali duri al tatto, sclero-calcifici, delle dimensioni da 0,5 a 1,5 cm di diametro, all’origine dell’aorta, al livello del seno di Valsalva e nelle coronarie, in corrispondenza del solco atrio-ventricolare. Sulla base della localizzazione sub-intimale dei noduli calcifici, veniva posta la diagnosi di endoarterite nodulare. Lungo il decorso degli stessi vasi si osservavano dilatazioni sacciformi (aneurismi) di dimensioni variabili da 1 a 4 cm di diametro. Nel miocardio erano evidenti aree biancastre, di forma irregolare, lievemente retratte, interpretabili come aree cicatriziali conseguenti ad infarti. Istologicamente, nel miocardio si osservava una proliferazione lassa di connettivo accompagnata da tessuto adiposo che sostituiva i cardiomiociti e circondava le cellule del tessuto di conduzione. Sia i cardiomiociti che le cellule del tessuto di conduzione mostravano alterazioni regressivo-necrotiche. L’aorta mostrava noduli nell’intima con un centro calcifico circoscritto da connettivo. In relazione a questi elementi si attribuiva la morte del soggetto ad infarti multipli miocardici, la cui riparazione con connettivo e conseguente retrazione cicatriziale aveva coinvolto il tessuto di conduzione. E’ verosimile supporre che gli infarti fossero secondari a tromboembolie a partenza dalle lesioni intimali. Lesioni ischemiche miocardiche e fibrosi cardiaca secondaria a migrazioni aberranti di larve di Strongylus vulgaris a livello aortico e coronarico sono state riscontrate nel 14,3% di 2076 soggetti macellati(5). Si ritiene che emboli a partenza da lesioni analoghe a carico delle carotidi o del tronco brachiocefalico possano provocare ischemia cerebrale, encefalomalacia ed encefalomielite(6). L’origine parassitaria delle lesioni, nel nostro caso, può essere supposta sia sulla base dell’anamnesi, dalla quale risultava che la fattrice non era sottoposta a regolare programma di sverminazione, sia in relazione alla sede ed alle caratteristiche anatomopatologiche delle lesioni vascolari, riconducibili, pur in assenza del rinvenimento di strutture larvali, ad una endoarterite nodulare parassitaria. L’avvento dell’ivermectina e di altri antiparassitari più recenti e le pratiche costanti di sverminazione hanno reso più raro il reperimento di lesioni arteritiche parassitarie da Strongilus vulgaris nel cavallo. Tuttavia molti allevatori risultano tuttora restii all’impiego di antielmintici in gravidanza e le lesioni legate alle migrazioni di larve L4 sono tuttora causa di gravi danni nelle fattrici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.