Le acque di origine meteorica che si raccolgono sulle superfici delle aree urbanizzate possono contenere numerose sostanze inquinanti, in concentrazioni anche affatto trascurabili. La prima fonte di inquinanti è già individuabile nell’atmosfera dilavata dalle precipitazioni; ulteriori fonti sono costituite dal traffico stradale, dagli impianti di combustione e, infine, dalle superfici delle strade e dei tetti, tanto per il dilavamento dei depositi che su questi si accumulano in tempo secco, quanto per l’erosione dei materiali da cui essi sono costituiti. Negli Stati Uniti ed in alcuni Paesi del Nord Europa, una soluzione sempre più diffusamente applicata al problema dello smaltimento delle acque meteoriche è costituita dall’adozione delle cosiddette BMP (Best Management Practices), definite come strategie, pratiche o metodi per la rimozione, la riduzione, il ritardo o la prevenzione della quantità di costituenti inquinanti e contaminanti delle acque di pioggia, prima che giungano nei corpi idrici ricettori (Novotny e Olem, 1994). Nel lavoro vengono presentati i primi risultati di una indagine sperimentale condotta presso l’impianto di trattamento realizzato nel Comune di San Giovanni in Persiceto (BO), costituito, essenzialmente, da due stagni, tra loro collegati mediante un canale in terra riempito con materiale inerte, e alimentato con le acque defluenti in una fognatura pluviale; pur essendo le attrezzature sperimentali ancora in fase di definitiva messa a punto, i risultati conseguiti nella prima fase di funzionamento dell’impianto, di cui appresso si riferisce, hanno già evidenziato risultati soddisfacenti.
Primi risultati sul trattamento delle acque meteoriche nella stazione sperimentale di San Giovanni in Persiceto / R., Farina; E., Fiore; A., Giordano; Pirozzi, Francesco; G., Viviani; L., Zorengo. - ELETTRONICO. - (2005), pp. 1-14. (Intervento presentato al convegno I Convegno Nazionale di Idraulica Urbana Acqua e Citta' tenutosi a Sorrento (NA) nel Settembre.).
Primi risultati sul trattamento delle acque meteoriche nella stazione sperimentale di San Giovanni in Persiceto.
PIROZZI, FRANCESCO;
2005
Abstract
Le acque di origine meteorica che si raccolgono sulle superfici delle aree urbanizzate possono contenere numerose sostanze inquinanti, in concentrazioni anche affatto trascurabili. La prima fonte di inquinanti è già individuabile nell’atmosfera dilavata dalle precipitazioni; ulteriori fonti sono costituite dal traffico stradale, dagli impianti di combustione e, infine, dalle superfici delle strade e dei tetti, tanto per il dilavamento dei depositi che su questi si accumulano in tempo secco, quanto per l’erosione dei materiali da cui essi sono costituiti. Negli Stati Uniti ed in alcuni Paesi del Nord Europa, una soluzione sempre più diffusamente applicata al problema dello smaltimento delle acque meteoriche è costituita dall’adozione delle cosiddette BMP (Best Management Practices), definite come strategie, pratiche o metodi per la rimozione, la riduzione, il ritardo o la prevenzione della quantità di costituenti inquinanti e contaminanti delle acque di pioggia, prima che giungano nei corpi idrici ricettori (Novotny e Olem, 1994). Nel lavoro vengono presentati i primi risultati di una indagine sperimentale condotta presso l’impianto di trattamento realizzato nel Comune di San Giovanni in Persiceto (BO), costituito, essenzialmente, da due stagni, tra loro collegati mediante un canale in terra riempito con materiale inerte, e alimentato con le acque defluenti in una fognatura pluviale; pur essendo le attrezzature sperimentali ancora in fase di definitiva messa a punto, i risultati conseguiti nella prima fase di funzionamento dell’impianto, di cui appresso si riferisce, hanno già evidenziato risultati soddisfacenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.