Il libro ricostruisce la vicenda della scoperta delle Istituzioni di Gaio a Verona nel 1816, come evento cruciale nella formazione della romanistica moderna e nella storia della scienza giuridica europea dei secoli XIX e XX. Pur non trascurando la storia critica e i profili dogmatici della fonte, il libro si colloca metodologicamente nell’ambito della storia della scienza (Wissenschaftsgeschichte), e rappresenta il tentativo, ripetutamente apprezzato nella comunità scientifica internazionale e seguito poi da altri studiosi, di reinterpretare il contributo della Scuola storica del diritto al processo di modernizzazione del sapere giuridico contemporaneo. La cifra originale di quel contributo è individuata in un modo di operare che tenne unite la definizione della rete comunicativa e la costruzione della scienza sistematica del diritto. La vicenda del ritrovamento è infatti analizzata nell’orizzonte storico-culturale in cui essa si svolse, per valutarne l’origine e le conseguenze in rapporto con i meccanismi organizzativi che gli stessi protagonisti del recupero approntarono, con il fine esplicito di rifondazione della scienza giuridica. F.C. von Savigny, fondatore della scuola storica del diritto, organizzò e diresse l’impresa di ricostruzione filologica e di edizione della preziosa fonte all’interno di un progetto più ampio e ambizioso: quello di affermare un nuovo concetto di scienza, di stabilirne l’autorità incontestata e diffonderne metodi e contenuti in Germania e all’estero. L’uso di fonti originali, tra cui carteggi privati e inediti, appunti di lezioni, riviste, restituisce l’immagine di un sistema comunicativo del sapere giuridico in Germania agli inizi dell’Ottocento strutturato sull’insegnamento, sui circuiti epistolari e sulle prime pubblicazioni periodiche, uno spazio fittamente popolato, nel quale i protagonisti del recupero non agirono isolatamente. Una parte del libro è diretta a mostrare in nesso strettissimo che unì la fortuna dei Commentari di Gaio al successo internazionale della “scuola”, assicurato dalla capacità di quest’ultima di interpretare nella forma più persuasiva il modello universitario humboldtiano. Soprattutto in virtù di tale identificazione, un gruppo relativamente ridotto di studiosi riuscì, attraverso rapporti prevalentemente personali, ad istituire una rete di scambi che attraversarono ogni confine e orientarono in modo decisivo la cultura giuridica di molti paesi. Il viaggio di Gaio da Roma a Berlino, e da Berlino in Europa e verso il continente americano, coincise con la diffusione del nuovo paradigma scientifico del diritto di tradizione romanistica, il sistema, cui è legato il nome di Savigny.

Der Gaius der Historischen Rechtsschule. Eine Geschichte der Wissenschaft vom römischen Recht / Vano, Cristina. - STAMPA. - (2008).

Der Gaius der Historischen Rechtsschule. Eine Geschichte der Wissenschaft vom römischen Recht.

VANO, CRISTINA
2008

Abstract

Il libro ricostruisce la vicenda della scoperta delle Istituzioni di Gaio a Verona nel 1816, come evento cruciale nella formazione della romanistica moderna e nella storia della scienza giuridica europea dei secoli XIX e XX. Pur non trascurando la storia critica e i profili dogmatici della fonte, il libro si colloca metodologicamente nell’ambito della storia della scienza (Wissenschaftsgeschichte), e rappresenta il tentativo, ripetutamente apprezzato nella comunità scientifica internazionale e seguito poi da altri studiosi, di reinterpretare il contributo della Scuola storica del diritto al processo di modernizzazione del sapere giuridico contemporaneo. La cifra originale di quel contributo è individuata in un modo di operare che tenne unite la definizione della rete comunicativa e la costruzione della scienza sistematica del diritto. La vicenda del ritrovamento è infatti analizzata nell’orizzonte storico-culturale in cui essa si svolse, per valutarne l’origine e le conseguenze in rapporto con i meccanismi organizzativi che gli stessi protagonisti del recupero approntarono, con il fine esplicito di rifondazione della scienza giuridica. F.C. von Savigny, fondatore della scuola storica del diritto, organizzò e diresse l’impresa di ricostruzione filologica e di edizione della preziosa fonte all’interno di un progetto più ampio e ambizioso: quello di affermare un nuovo concetto di scienza, di stabilirne l’autorità incontestata e diffonderne metodi e contenuti in Germania e all’estero. L’uso di fonti originali, tra cui carteggi privati e inediti, appunti di lezioni, riviste, restituisce l’immagine di un sistema comunicativo del sapere giuridico in Germania agli inizi dell’Ottocento strutturato sull’insegnamento, sui circuiti epistolari e sulle prime pubblicazioni periodiche, uno spazio fittamente popolato, nel quale i protagonisti del recupero non agirono isolatamente. Una parte del libro è diretta a mostrare in nesso strettissimo che unì la fortuna dei Commentari di Gaio al successo internazionale della “scuola”, assicurato dalla capacità di quest’ultima di interpretare nella forma più persuasiva il modello universitario humboldtiano. Soprattutto in virtù di tale identificazione, un gruppo relativamente ridotto di studiosi riuscì, attraverso rapporti prevalentemente personali, ad istituire una rete di scambi che attraversarono ogni confine e orientarono in modo decisivo la cultura giuridica di molti paesi. Il viaggio di Gaio da Roma a Berlino, e da Berlino in Europa e verso il continente americano, coincise con la diffusione del nuovo paradigma scientifico del diritto di tradizione romanistica, il sistema, cui è legato il nome di Savigny.
2008
9783465040392
Der Gaius der Historischen Rechtsschule. Eine Geschichte der Wissenschaft vom römischen Recht / Vano, Cristina. - STAMPA. - (2008).
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